Pino Caruso e la Sicilia pirandelliana

In un suo sketch televisivo e teatrale, che si può rivedere su Youtube, il bravissimo attore palermitano Pino Caruso (1934-2019) ironizzava sul carattere “pirandelliano” dei siciliani.

La scenetta era ambientata all’Ucciardone, dove un detenuto mafioso invitava tutti ad andarlo a trovare: “Venga a prendere il caffè da noi: / Ucciardone cella 36”.

Iniziava quindi una disquisizione sul “parlare per sfumature”, tipico dei siciliani. E da dove derivava, secondo Caruso, questa tendenza? Ovvio, da Pirandello.

“Come è successo?” – “Non si sa come”.

“Chi è stato?” – “Uno, nessuno e centomila”.

“E dove è accaduto?” – “Lì o là”.

“E allora qui non paga nessuno?” – “Così è se vi pare”.

Io credo però che si possa allungare questo monologo, sempre tristemente attualissimo, ancora con l’aiuto del grande scrittore girgentano:

“E la giustizia allora che cos’è?” – “L’esclusa”

“E la legalità come va considerata?” – “Ma non è una cosa seria”

“Ma chi crede nella legalità allora chi è?” – “L’imbecille”.

 “E la mafia allora in che condizione sarà?” – “Come prima, meglio di prima”.

 “Ma allora alle persone oneste cosa rimane?” – “Il piacere dell’onestà”

“Quindi come dovremmo comportarci?” – “Ciascuno a suo modo”.

Meglio fermarsi qui. Lo sketch, come tutte le cose siciliane, vira pericolosamente dall’umoristico al tragico. Ma a tantissimi anni dalla morte di Pirandello, come si vede, qui in Sicilia dobbiamo ancora fare i conti con lui.

P.S.: Su “Repubblica” del 9 marzo 2019, a due giorni dalla scomparsa di Pino Caruso, era stata fatta la proposta di intestargli un luogo di Palermo, fosse esso una via o un giardino o una biblioteca. Non mi risulta, a cinque anni da allora, che si sia mosso niente. Cosa che non meraviglia, in questa città immemore e distratta, che non sa mai rendere il dovuto omaggio ai suoi artisti più meritevoli (si pensi anche all’oblio riservato a Franchi e Ingrassia).

Ma allora la strada a chi la faranno? A Enrico IV.

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

1 commento

  1. Come sempre azzeccatissimo! Peccato che i tuoi lettori siano una cerchia di persone che la pensano come te. In ogni caso è bene”rinfrescar la memoria” e ricordare agli altri che bisogna essere sempre svegli….

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