Il patriota

Ieri Giorgia Meloni ha dichiarato: “La pacchia è finita, alle prossime elezioni del Quirinale il centrodestra ha i numeri per essere determinante e noi vogliamo un presidente eletto per fare gli interessi nazionali e non del Pd. Non accetteremo compromessi, vogliamo un patriota”.

Appena è stata diffusa questa esternazione, tutti hanno dovuto riconoscere che la Meloni ha genialmente trovato la quadratura al difficile cerchio dell’elezione del nuovo Capo dello Stato. Altro che Draghi (ammesso che accetti di rinunciare al ruolo di premier), altro che rinnovo a Mattarella (peraltro giustamente e tenacemente contrario alla rielezione), altro che prima donna presidente (Bindi o Cartabia o Alberti Casellati o altre che siano), altro che zombies (come Giuliano Amato), altro che soluzioni cervellotiche (Gentiloni, Casini, Gianni Letta, ecc.)!

Ma la leader di “Fratelli d’Italia” non intendeva certo proporre la figura di Silvio Berlusconi (sul cui “patriottismo” si potrebbe discutere molto e, in fondo, poco gradito agli stessi esponenti del centro-destra che dovrebbero votarlo).

No, la Meloni pensava ad altro. Il suo candidato ovviamente è il vero patriota, il patriota per antonomasia, cioè Mel Gibson. E si tratta di una scelta davvero felice.

Anzitutto Mel Gibson ha un curriculum di tutto rispetto: nel 1985 la rivista “People” lo proclamò “l’uomo più sexy del mondo”; e vuoi mettere la soddisfazione per gli Italiani di vedere il loro nuovo affascinante presidente accanto all’allampanato Joe Biden, al barboncino spelacchiato Boris Johnson o al perplesso nuovo cancelliere tedesco Olaf Scholz?

Inoltre Gibson, come è noto, ha già dato prova di patriottismo interpretando, nel film “Il patriota” di Roland Emmerich (2000), il ruolo del protagonista, ispirato alla storia di vari personaggi della guerra d’indipendenza americana; in questo film l’attore (nato nello stato di New York ma vissuto in Australia) riusciva, con leggeri movimenti delle sopracciglia, ad esternare i profondi sentimenti del suo personaggio.

Come se non bastasse Mel Gibson, che compirà 66 anni il prossimo 3 gennaio, nel 2004 ha girato a Matera il suo film “La passione di Cristo” e da allora il nostro Paese gli è rimasto nel cuore: “Amo l’Italia, ho avuto la fortuna di girare nel Bel Paese, e trovo sempre un’occasione per tornarci”; quale migliore occasione di un’elezione presidenziale?

Infine l’elezione di Gibson presenterebbe un vantaggio sensazionale: il nuovo presidente non conosce affatto la lingua italiana (in questo dimostrandosi degno collega di insigni politici come la stessa Meloni o Di Maio o Salvini o tanti altri); tanto è vero che, al termine della premiazione al festival Los Angeles-Italia, Gibson ha voluto pronunciare l’unica frase in italiano che ha imparato: “Non mi alitare addosso la salsa di vongole” (cfr. https://popcorntv.it/cinema/mel-gibson-vuole-girare-film-in-italia/35693).

Ringraziando Giorgia Meloni per la sua patriottica ispirazione e dando quindi per risolta la terribile rogna dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, si potrà tornare a pensare a cose più serie, come ad esempio le emergenze segnalate all’inizio di quest’anno dal presidente Mattarella (quella sanitaria, quella sociale e quella economica).

E in caso di dubbi, il premier potrà chiedere lumi al neopresidente Gibson, che patriotticamente gli risponderà: “Viva l’Italia e la salsa di vongole”.

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

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