Un filmino del 16 settembre 1958

Esattamente 65 anni fa, martedì 16 settembre 1958, a Genova, andai all’asilo per la prima volta.

Avevo quattro anni, un’età in cui oggi i bambini sono già veterani dell’asilo; ma a quei tempi (se ci si andava) si iniziava più tardi, in genere l’anno prima dell’esordio alla scuola elementare. Io, fra l’altro, dato che i miei genitori insegnavano, ero stato accudito a casa da mia zia Lena, che visse per tre anni con noi, o da un’affettuosa vicina, la signora Maria Anglani.

Tornando a quella lontana giornata di 65 anni fa, ne resta testimonianza in un breve filmino 8mm, della durata di 3 minuti, realizzato allora da mio padre e da me rimasterizzato e risonorizzato. Si vede anzitutto, prima del mio risveglio, mia madre che prepara tutto per il mio primo giorno di scuola: mi pulisce le scarpette bianche, mi stira il grembiulino bianco, prepara i documenti necessari (si vede un certificato di nascita). Avviene poi il mio risveglio: mi mostro di buon umore e ottimista sul mio futuro scolastico. La scena si sposta per strada, in corso Sardegna (dove abitavamo). Indossando il mio grembiulino e tenendo in mano il panierino con la merenda e le cose necessarie, mi avvio verso l’asilo dando la mano alla mamma; la mia espressione alterna momenti di riflessione a sorrisi incoraggianti.

C’è una breve sosta dovuta al passaggio del treno merci, che – venendo dalla stazione di Terralba – attraversava la strada diretto al mercato ortofrutticolo. Un’altra doverosa fermata viene fatta alla cartolibreria, per gli ultimi necessari acquisti (quaderno? penna? matita? righello? gomma?).

Si arriva infine all’Istituto Maria Ausiliatrice delle Salesiane di don Bosco, al n. 86 di corso Sardegna; entrati nel cortile, vengo accolto da una suora nerovestita (in netto contrasto col mio grembiulino bianco). La mamma mi rivolge le ultime raccomandazioni, ma io ho già cambiato espressione: sono diventato pensieroso e triste; a un certo punto scoppio in lacrime e abbraccio la mamma, che rivolta alla suora la invita alla pazienza…

L’ultima scena mi mostra mentre la suora mi porta via, sempre in lacrime, cercando di consolarmi.

L’asilo non fu un’esperienza bella, per me. Ricordo vagamente che le suore non ci facevano giocare, ma facevamo le aste (io, che sapevo già leggere e scrivere, mi annoiavo molto), dicevamo le preghierine, stavamo seduti tenendo a freno la nostra vivacità infantile. In particolare c’era una religiosa – forse non troppo religiosa – che era particolarmente bisbetica e mi metteva a disagio.

Dopo 2-3 mesi mi rifiutai assolutamente di proseguire l’esperienza; i miei genitori ne furono un po’ preoccupati, temendo che anche alla scuola elementare avrei avuto un simile impatto negativo. Per fortuna non fu così e l’anno dopo, iscrittomi come uditore (ero sotto età) alla I classe presso la scuola elementare “Carbone Pallavicini”, il maestro Douglas Poggi fu presto entusiasta di me e io di lui, per cui il mio cammino scolastico divenne agevole e proficuo.

Questo antico filmino è, almeno secondo me, un piccolo capolavoro di sincerità, di umanità, di struggente dolcezza; ma forse sono troppo coinvolto dall’emotività dei ricordi.

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

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