Massiccia presenza del verde pubblico a Palermo

Come dimostrano le foto che ho scattato poco fa in via Benedetto D’Acquisto a Palermo, a pochi passi dalla centralissima Piazza Politeama, l’affermazione calunniosa che il verde pubblico in città sia trascurato dall’amministrazione comunale risulta palesemente falsa.

Infatti il verde, come si vede chiaramente, è invece preponderante, lussureggiante, traboccante, tanto da invadere sempre più i marciapiedi (sempre che ancora così si possano definire queste malconce corsie battute da monopattini e motocicli alla faccia di quei rompiscatole che sono i pedoni). Rampicanti, cespugli, piantine, rami e foglie sono incontenibili e si espandono conquistandosi il meritato spazio vitale ai danni del cemento.

Certo, il verde (indubbiamente “pubblico”, perché se fosse privato sarebbe già stato eliminato) nella sua inarrestabile avanzata trova l’opposizione non già degli sparuti giardinieri pagati (invano) dal Comune, bensì dei cumuli di “munnizza” che (come si vede sempre nelle foto) occupano gli angoli delle strade costituendo altrettante discariche.

E i giardinieri? Beh, restano comunque una categoria encomiabile, capace di ritmi lavorativi sorprendenti. Basta dire che una di queste mattine sono arrivati alle 8,30 per ripulire la piccola villetta di piazza Amendola dalla “munnizza” che la invadeva e alle 8,50 se ne sono già andati soddisfatti….

Un’ultima ovvia precisazione: le foto di via D’Acquisto non sono certo figlie uniche di madre vedova; basta passeggiare per le strade del mio quartiere (che fra l’altro dovrebbe essere un’isola fortunata, trovandosi in pieno centro) per vedere su ogni marciapiede la stessa situazione; anzi in certi punti la vegetazione arriva al livello di una vera giungla equatoriale. Dal canto loro i marciapiedi sono di per sé arrendevoli all’avanzata del verde, dato che presentano (quasi tutti) fosse, buche, crepe e voragini.

Insomma: basta con queste ingenerose accuse all’amministrazione comunale! Non si dica che non pensa al verde pubblico, non si insinui che mira anzi a distruggere il (poco) verde cittadino. Rallegriamoci invece della presenza sempre più massiccia del verde pubblico nei nostri marciapiedi e semmai, se proprio ci ostiniamo a delinquere camminando a piedi, cominciamo ad equipaggiarci con stivali e machete per aprirci la strada.

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

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