L’esordio dell’Italia e i commenti della stampa estera

La bella prestazione dell’Italia nella partita d’esordio dei campionati europei di calcio (Euro 2020 solo di nome, a causa del rinvio causato dalla pandemia), con un perentorio 3-0 sulla Turchia, viene sottolineata stamattina dalla stampa estera, come ho avuto modo di vedere nei siti dei principali quotidiani stranieri.

A Londra “The Times” parla di “prestazione straordinariamente impressionante da parte degli uomini di Mancini: sicuri, ben addestrati e che mostrano tutta la fiducia che ci si potrebbe aspettare da una squadra che ora è imbattuta da 28 partite” (“a mightily impressive display by Mancini’s men — assured, well drilled and showing all the confidence that you might expect from a side who are now unbeaten in 28 games”).

Sul quotidiano sportivo francese “L’Équipe” l’attaccante Ciro Immobile viene definito nuovo “re di Roma” (“Immobile roi de Rome”), “autore di un gol e di un assist” (“auteur d’un but et d’une passe décisive”).

L’altro quotidiano francese “Le Figaro” inneggia invece a Spinazzola: “Leonardo Spinazzola ha offerto una grande prestazione durante questa partita di apertura” (“Leonardo Spinazzola a livré une énorme prestation durant ce match d’ouverture”), aggiungendo poi che “l’Italie n’a fait qu’une bouchée de la Turquie” (cioè, più o meno, “l’Italia ha fatto un boccone della Turchia”); Immobile viene definito “decisivo” (“décisif”) e Jorginho diventa “le maestro” (appropriandosi dell’epiteto che era toccato in passato a Pirlo, rivelatosi quest’anno assai poco “maestro” come allenatore…).

In Spagna “El País” titola “Pletórica Italia” e aggiunge che “la selección de Mancini inaugura el torneo en Roma con una goleada después de un muy buen partido frente a una inocua Turquía”; chiaro, no? (con lo spagnolo ci illudiamo sempre di capire tutto…).

Perfino il quotidiano ateniese “To vìma” (Το Βήμα) titola così: “L’Italia ha dissolto la Turchia nella partita d’esordio dell’europeo” (Η Ιταλία διέλυσε την Τουρκία στην πρεμιέρα του Euro”).

E per concludere la carrellata, cito il “New York Times”, che – per la gioia dei tantissimi nostri connazionali italo-americani – scrive: “l’Italia ha segnato tre volte nel secondo tempo e ha dominato la Turchia nella prima partita dei campionati europei” (“Italy scored three times in the second half and dominated Turkey in the first game of the European soccer championship”).

Come si vede, un coro di lodi senz’altro condivisibili, vista la bella prestazione della nostra Nazionale, assente da troppo tempo dalle competizioni importanti, anche per colpa della sciagurata eliminazione dai mondiali 2018 a causa della dilettantesca gestione Ventura.

Ora, come tutti dicono, bisogna moderare gli entusiasmi, pensare alle successive due partite del girone, contro Svizzera e Galles, e non montarsi troppo la testa. Il cammino è lungo e difficile e non mancano avversari agguerriti e pericolosi. Tuttavia la speranza di procedere si basa su dati di fatto, visto l’eccellente lavoro svolto da Mancini, che ha avuto il merito soprattutto di creare uno spirito di squadra e una serie di schemi di gioco che finora danno prova di funzionare alla perfezione.

Per quelli della mia età il ricordo va al lontano 1968, quando l’Italia vinse gli europei dopo una doppia finale disputatasi l’8 e il 10 giugno allo Stadio Olimpico di Roma contro la Jugoslavia. La prima finale era terminata 1-1 dopo i tempi supplementari e, come da regolamento di allora, la partita fu ripetuta due giorni dopo; il c.t. Ferruccio Valcareggi operò un radicale “turn over” (allora non si chiamava così) sostituendo cinque uomini nella nuova finale e vincendo 2-0 grazie ai gol di Gigi Riva e del centravanti catanese Pietro Anastasi. Un bel successo, anche se nella memoria dei miei coetanei non eguaglia l’incredibile 4-3 della semifinale contro la Germania Ovest due anni dopo in Messico, che rimane a mio parere la “partita del secolo”.

L’Italia vittoriosa agli Europei 1968

Concludiamo con l’augurio alla “Squadra Azzurra” (come la chiamano i francesi) di proseguire fino in fondo il cammino così ben iniziato, se non altro per confermare i progressi nel gioco e nella mentalità emersi grazie al lavoro di Mancini, cancellando così una volta per tutte pregiudizi e vecchi stereotipi sull’Italia “catenacciara” dei tempi passati.

P.S.: È stata molto bella la cerimonia inaugurale all’Olimpico: la Banda Musicale della Polizia di Stato di 84 elementi che ha eseguito l’ouverture del “Guglielmo Tell” di Rossini; i ballerini che eseguivano una coreografia utilizzando delle sfere giganti di elio, stabilendo un dialogo visivo con 12 percussionisti aerei posizionati intorno al tetto dello stadio; la splendida esecuzione di Andrea Bocelli (che potrebbe eseguire mille volte “Nessun dorma” riuscendo sempre a meravigliare per la potenza e la limpidezza dell’acuto finale, ieri interminabile e impressionante più che mai); i 24 palloncini a grappolo proiettati verso il cielo; la canzone ufficiale “We Are The People” realizzata dal dj Martin Garrix e Bono e The Edge, voce e chitarra degli U2; la colorata esplosione di effetti pirotecnici colorati.

Insomma, parafrasando un’espressione di Alberto Sordi nel film “Un americano a Roma”, “gli Italiani sò forti” (aggiungerei, “quando vogliono”).

Andrea Bocelli esegue “Nessun dorma” dalla “Turandot” di Puccini

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

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