40 anni di matrimonio

Oggi, 28 aprile 2024, Silvana e io festeggiamo il 40° anniversario del nostro matrimonio.

Ho visto che questa ricorrenza è variamente definita “nozze di rubino” o “nozze di smeraldo”; ma, al di là dell’incertezza sulla pietra preziosa, non c’è dubbio che si tratti di una data particolarmente importante.

La cerimonia nuziale si tenne in una splendida giornata di sole primaverile, alle 17,30, nella Chiesa della Gancia. I miei testimoni furono mio zio Francesco Rizzo e mio cugino Totuccio Pintacuda, mentre testimoni della sposa furono suo zio Giovanni Battista Palumbo (l’editore) e il padrino di battesimo Carmelo Catanese.

La chiesa era gremita di invitati. La cerimonia, molto bella (anche per la sapiente scelta delle musiche), fu immortalata da molte foto e da un film super 8 (affidato a un fotografo perché gli abituali operatori di famiglia erano presi da impegni “istituzionali”).

All’uscita, immancabile pioggia di riso sugli sposi: anzi alcuni miei alunni fin troppo entusiasti (forse anche perché si stavano liberando di me per un paio di settimane), esaurito il riso, mi tirarono addosso lo scatolo di cartone ormai vuoto che lo aveva contenuto (non ricordo come gliela feci pagare al mio ritorno…).

Io e la mia neoconsorte ci fiondammo nella mia Renault 14 bianca, diretti verso Villa Igiea.

Prima del trattenimento il fotografo ci scattò alcune belle foto nella splendida cornice del golfo; ma gli dicemmo di fare presto, perché non volevamo fare aspettare gli invitati (il rispetto degli orari e del prossimo è sempre stato sacro per noi).

Il delizioso menu (accuratamente scelto) comprendeva: avocado Nettuno (un minimo di mitologia era imprescindibile), risotto “princesse”, carrè di vitello Igiea (con “patate nocciola”, spinaci al burro e carote “Vichy”), parfait Moka con biscottini, torta nuziale, vino Regaleali del Conte Tasca bianco e vino Steri rosso, Carpené Malvolti e caffè.

Ricordo che, nonostante il momento impegnativo ed emozionante, mangiai e gradii tutto: infatti sono sempre stato “liccu cannarutu” (come dice Camilleri a proposito del suo commissario), tanto che, quando mia suocera Bice mi invitava per un pranzo o una cena, diceva sempre: “Fa venire il cuore!”.

Il trattenimento non fu troppo lungo; i matrimoni di allora non erano ancora diventati le odissee sfiancanti di oggi.

Passammo la nostra prima notte di nozze a Villa Igiea, nella camera 237; l’indomani, dopo una sontuosa colazione in camera, partimmo per la nostra luna di miele a Parigi.

Parigi, 1° maggio 1984

A distanza di così tanti anni, possiamo dire che siamo ancora qui, uniti più che mai. E nonostante le tante immancabili difficoltà che abbiamo dovuto superare, nella buona e nella cattiva sorte rimaniamo qui, come ci siamo promessi 40 anni fa.

Siamo persone di parola.

A rendere più grande la nostra felicità, è con noi il nostro carissimo figlio Andrea, che abbiamo tanto desiderato e che è giunto diciannove anni fa ad aggiungere la più bella ciliegina possibile sulla nostra torta.

Noi tre, alla recente festa per i miei 70 anni – 2 marzo 2024

Oggi, non riuscendo ad esprimere in pochi versi tutto l’amore che, anche a settant’anni suonati, provo per la mia dolcissima metà, ho pensato di dedicarle un “centone” di frasi tratte da bellissime e famose canzoni, tutte a noi molto care.

Questi versi, inevitabilmente collegati al ricordo delle melodie che li accompagnavano e dei momenti felici vissuti insieme in questi decenni, sono forse la migliore sintesi del nostro fortissimo vincolo coniugale.

28 aprile 1984:

sposi, oggi s’avvera il sogno e siamo sposi,

s’apre la nuova vita nostra

e più gioiosi, radiosi verranno i dì

in una soffusa aurora di tenera dolce pace.

Mi sono innamorato di te

perché non potevo più stare solo:

il giorno volevo parlare dei miei sogni,

la notte parlare d’amore.

Quando t’ho vista arrivare,

bella così come sei,

non mi sembrava possibile che

tra tanta gente che tu t’accorgessi di me!

Tu si’ ‘na cosa grande pe’ mme,

‘na cosa ca me fa nnammura’.

La mia forza me l’hai data tu

ogni volta che hai creduto in me:

tu mi hai dato quello che

il mondo non mi ha dato mai.

Il mio mondo è cominciato in te,

il mio mondo finirà con te.

C’è gente che ha avuto mille cose:

tutto il bene, tutto il male del mondo.

Io ho avuto solo te

e non ti perderò, non ti lascerò.

Supererò le correnti gravitazionali,

lo spazio e la luce per non farti invecchiare.

Ti salverò da ogni malinconia

perché sei un essere speciale;

ed io avrò cura di te:

io sì, che avrò cura di te.

Fa finta che solo per noi due

passerà il tempo; ma non passerà

questa lunga storia d’amore:

non è mai tardi ed è presto se tu resti qui.

Senza fine:

tu sei un attimo senza fine,

non hai ieri, non hai domani,

tutto è ormai nelle tue mani.

Non m’importa della luna,

non mi importa delle stelle:

tu per me sei luna e stelle,

tu sei per me sei sole e cielo,

tu per me sei tutto quanto,

tutto quanto voglio avere.

Che anno è, che giorno è?

Questo è il tempo di vivere con te.

Le mie mani come vedi non tremano più

e ho nell’anima,

In fondo all’anima, cieli immensi

e immenso amore:

e poi ancora, ancora amore, amor per te.

Sei nell’anima

e lì ti lascio per sempre,

sospeso

immobile

fermo immagine,

un segno che non passa mai.

Sì… questo amore è splendido:

come il sole, più del sole, tutti ci illumina:

è qualcosa di reale che incatena i nostri cuor.

Amore… meraviglioso amor!

“L’amore coniugale, che persiste attraverso mille vicissitudini, mi sembra il più bello dei miracoli” (François Mauriac)

28 aprile 2024

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

5 commenti

  1. Cosa si può dire? Vengono lacrime di gioia e tanto desiderio di abbracciarvi…
    Un amore così è un gran miracolo. Grazie per avercelo comunicato… e sono ai prossimi traguardi.
    Io mi sono sposata il 25 di Aprile del 1973! A Castiglioncello. E ho avuto il M.o Amato di Roma come violinista! Ma tutto in piccolo….

  2. Sembra di leggere una fiaba, senza tuttavia i soliti antipatici antagonisti, che qui neanche si intravedono. Un amore semplice ma pieno di attenzioni, che rende tutto speciale, anche i gesti più banali. E un ricordo anche di chi allora vi era accanto e ora vi osserva col sorriso. Un augurio affettuoso da tutti noi. Mario Pink Chiara e Simonetta

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