Una volta, per quello che ne so io, le foglie cadevano in autunno.
Anzi, prima di cadere diventavano gialle e offrivano lo splendido spettacolo del “foliage”.
Ricordo tanti anni fa, vicino casa mia, a Genova, i platani ingialliti lungo il Bisagno in corso Galliera, con una tramontana gelida che soffiava giù dalle colline.
Ricordo l’anno scorso, per i Morti, a Milano, i viali del suggestivo Cimitero Monumentale con le foglie degli alberi di un vivace giallo-arancione che sembrava voler illuminare quel solenne contesto, triste di suo e incupito da un cielo inesorabilmente grigio.
Ricordo boschi visitati in autunno, con una lenta pioggia di foglie ingiallite che volteggiavano nell’aria per andare poi a formare un soffice tappeto su cui camminare in silenzio.
Ma quest’anno le foglie, qui a Palermo (ma a quanto leggo anche in altre parti d’Italia), stanno già ingiallendo e cadendo dagli alberi.
Il fenomeno ha una spiegazione meteorologica: per reazione alle interminabili ondate di caldo torrido e alla siccità estiva, gli alberi stanno perdendo le foglie prematuramente per una sorta di meccanismo di adattamento. Infatti, come si legge in un recente articolo sul sito www.ilmeteo.net, “le ondate di caldo e la siccità hanno spinto gli alberi in modalità-sopravvivenza, con le foglie che cadono o cambiano colore a causa dello stress idrico e dell’adattamento. […] È solo un meccanismo di difesa. Nonostante il fatto che abbiamo molte ore di luce diurna, la quantità di acqua che riceve l’albero è insufficiente a causa della mancanza di pioggia che va avanti da troppo tempo”.
A Palermo, però, la caduta prematura delle foglie innesta uno di quei problemi che qui sono destinati a diventare insolubili: quello di spazzarle vie dalle strade.
Come dimostrano le foto che ho scattato stamattina in pieno centro di Palermo, le vie alberate (oasi di ombra in una città fin troppo ricca di spazi assolati incandescenti) sono diventate un tappeto di foglie, che invadono i marciapiedi e la sede stradale, diventando anche pericolose soprattutto per le persone anziane che possono scivolare.
Il bello è che, come si vede nella prossima foto, in certi (rari) casi uno spazzino (categoria tutelata dal WWF perché in estinzione) ha ramazzato alcune foglie creando dei mucchietti; poi però, per le insondabili leggi della raccolta dei rifiuti a Palermo, i mucchietti non sono stati rimossi dallo stesso spazzino (ci mancherebbe altro! non basta spazzare!?), ma sono rimasti abbandonati davanti ai marciapiedi in attesa che si compia la beata speranza e che qualcun altro (chi?) li rimuova.
Nel frattempo, mentre il sindaco annuncia trionfalmente da domani l’inizio di una straordinaria azione di pulizia della città, sui bordi dei marciapiedi, oltre alle foglie, si continuano ad accumulare rifiuti e lerciumi d’ogni tipo, come mostra la successiva foto che allego, scattata poco fa in Via Libertà, salotto buono di Palermo (e figurarsi le altre stanze…).
Insomma, come ho avuto modo di scrivere alcune settimane fa, resta valida ancora, fino a smentita che si spera sollecita, la solita frase disperata del palermitano disilluso: “E chistu è ‘u novu amministratore!”.