Lo scorso 3 marzo 2023 veniva annunciato il piano “salva-AMAT” del Comune di Palermo, finalizzato al rilancio dell’azienda municipalizzata trasporti. Nell’accordo fra il Comune e l’AMAT era previsto che la municipalizzata di via Roccazzo si sarebbe concentrata sui soli mezzi di trasporto pubblico, sgravandosi dei servizi aggiuntivi non remunerativi, cioè in particolare di una parte della sosta tariffata. In pratica gli stalli delle zone blu gestite dall’Amat si sono dimezzati, passando da 15.200 a circa 7.500.
L’euforia di molti cittadini palermitani, che hanno visto le zone blu a pagamento diventare bianche e “free” da un giorno all’altro, è stata attenuata prima dal caos nell’assegnazione dei “pass” per i residenti (infatti chi si è ritrovato ad abitare nelle zone con le nuove strisce bianche non ha più diritto al pass), poi da situazioni paradossali come quelle delle vie Nicolò Garzilli e Carducci, dove chi abitava nel lato sinistro della strada ricadeva all’interno delle strisce blu e poteva quindi richiedere l’aggiornamento del permesso di sosta, mentre chi abitava nel lato “sbagliato”, quello destro, si ritrovava nella zona delle strisce bianche e non poteva rinnovare il pass; per di più, se non trovava più un posto libero all’interno delle strisce bianche, era costretto a lasciare l’auto nelle zone blu, a pagamento.
A creare ulteriore caos contribuisce, come documenta la foto che ho scattato poco fa in via del Fervore, a 200 metri dalla centralissima piazza Politeama, la strana esistenza di strisce bianco-azzurre, per di più non corredate da una sfera di cristallo che possa aiutare gli automobilisti a divinare se il posto è gratuito o a pagamento.
Il fatto è che a Palermo le strisce hanno vita difficilissima: proprio ieri, nella vicina Piazza Virgilio, è avvenuta una manifestazione delle donne del centro Amazzone, che (come si vede dalla seconda foto che allego) hanno mandato in tilt per alcuni minuti il traffico della piazza; come si legge oggi su Palermo Today, c’è stato «un attraversamento pedonale continuo, che non ha lasciato scampo ad automobili e motociclette, rimaste ferme per diversi minuti mentre il gruppo nutrito di signore, molte delle quali armate di mazzi di fiori, hanno passeggiato senza interruzione lungo le strisce pedonali di fronte l’ingresso laterale di villa Favaloro. Il punto scelto per la protesta non è affatto casuale. Proprio in quel tratto lo scorso 12 giugno era stata investita Rosalia Zangara, ottantasettenne amica e componente del centro Amazzone, presa di petto da un 63enne alla guida di una Nissan. Dopo tre settimane di lotta è arrivata la triste notizia della morte di Rosalia e le amiche hanno deciso di mobilitarsi».
Le strisce pedonali a Palermo sono da anni assolutamente invisibili: come ho già segnalato in un mio post del 2/7/22, il problema era già lamentato da un articolo del “Giornale di Sicilia” del 20/8/15.
Il bello è che le ditte che realizzano le strisce garantiscono vernici all’avanguardia, che semmai si sporcano e svaniscono per la cattiva qualità dell’asfalto e le carenze della pulizia; e quando il problema fu di nuovo denunciato su “Repubblica” del 20/8/19, l’allora assessore all’Immobilità Giusto Catania non mancò di dare fiduciose rassicurazioni sulle strisce pedonali: «Ci vorranno tre notti, non bisogna rifarle, ma solo pulirle», assicurando la massima priorità al problema e la sua celere risoluzione. Parallelamente la RAP (la sigla ossimorica significa “Risorse Ambiente Palermo”), la società che a Palermo dovrebbe svolgere le attività relative ai servizi di raccolta e igiene ambientale, non mancò di sottolineare che gli asfalti utilizzati erano «tutti certificati».
Insomma, in questa città non basta che esista un problema; per ulteriore dileggio e scherno nei confronti dei cittadini, il problema viene negato, minimizzato o – peggio – dichiarato facilmente risolvibile, salvo poi a strainfischiarsene di fare una qualunque azione in tal senso.
La verità, se si deve dirla tutta, è che occorrerebbe un’inchiesta giudiziaria, per accertare (facendo nomi e cognomi dei responsabili) chi e perché ha aggiudicato a chi e perché il rifacimento e la manutenzione delle strisce pedonali palermitane, quali materiali e perché sono stati pervicacemente usati e continuano ad essere usati, chi ha promesso a vanvera di mettere fine a un problema che mette ogni giorno a rischio la vita di molte persone e infine, chi oggi, 12 luglio 2023, pensa di fare qualcosa per mettere fine a questa decennale vergogna.
Nel frattempo, i pedoni sulle strisce invisibili rischiano ogni giorno la pelle, gli automobilisti non si curano del problema (ieri le donne del Centro Amazzone che manifestavano a piazza Virgilio sono state prese a parolacce) e le strisce per il parcheggio sono di colore indecifrabile e sottilmente persecutorio.
A sanzionare il parcheggio indebito in zona a pagamento dovrebbero provvedere, infatti, i solerti “ausiliari del traffico”, categoria che credo afflitta da enormi problemi personali, visto che li vedo costantemente impegnati a chiacchierare a lungo al telefonino. Del resto, i negozianti hanno piccole vedette lombarde addette a visualizzare tempestivamente l’eventuale arrivo dei “controllori”, per cui prima del loro distratto passaggio si può provvedere a collocare un “gratta e vinci” da un euro per risolvere il momentaneo problema.
In conclusione, come sempre, non concludiamo: Palermo non conosce il concetto di “conclusione”, soprattutto quando si tratta di risolvere i problemi del traffico, della mobilità, della vivibilità. Non ci resta dunque che dotarci di occhiali per daltonici quando dobbiamo decifrare il colore di una striscia bianca o azzurra e di lenti a raggi X per visualizzare le strisce pedonali invisibili. Chissà che, almeno così, non si riesca a capire qualcosa.