Oggi mia moglie ha preparato il “canazzo”.
Vorrei tranquilizzare chi non è palermitano: Silvana non ha addestrato un minaccioso pitbull per fargli addentare il prossimo (anche se oggi è una cosa molto trendy).
Il “canazzo” è, invece, un antico modo palermitano di cucinare le verdure e gli ortaggi di stagione. Un tempo le donne di casa preparavano questa pietanza per ristorare “i màsculi” al ritorno dal lavoro (specialmente in campagna). Si tratta di una specie di “ratatouille”, un contorno a base di ortaggi cotti in umido in padella: patate, peperoni, pomodori, melanzane, zucchine e cipolla vengono tagliati, mescolati e cotti alla rinfusa.
Se facile è la realizzazione e se facilissima è la consumazione di questo appetitoso contorno, resta poco chiaro il termine “canazzo” che lo indica. Secondo alcuni in dialetto il vocabolo vorrebbe dire “fatto velocemente, in modo poco accurato” (cfr. il sito www.tuorlorosso.it); ma francamente questa affermazione mi lascia perplesso.
Un’altra ipotesi, più verosimile, attribuisce il nome a un modo di dire siciliano: “fare le cose a… canazzo”, cioè “a casaccio” (cfr. www.balarm.it), con riferimento al modo in cui si comportano i cani quando sono arrabbiati. Non a caso i principali vocabolari siciliano-italiano, come il Traina e il Mortillaro, alla voce “canazzu” mettono, ovviamente, “cagnaccio”, considerandolo peggiorativo di “cane”.
In proposito, mi chiedo se questa specie di “caponata”, proprio per la sua facilità e rapidità di esecuzione, non potesse essere anche (soprattutto in campagna) un ottimo cibo per cani, in quell’epoca lontana in cui gli scrupoli salutisti contemporanei non avevano ancora condannato l’amico dell’uomo a vivere di croccantini…
[Io ricordo che alla nostra Wally, il mastino napoletano che avevamo a Bagheria, lasciavamo la pasta che avanzava, i resti di carne, le ossa, il pane, gli ortaggi, ecc.; e divorava tutto con enorme soddisfazione e senza alcuna controindicazione per la salute… Ma si sa, il mondo di allora era tutto sbagliato e meno male che oggi si sta ponendo riparo a tutti gli errori del passato!]
Ecco gli ingredienti e la ricetta del “canazzo”.
Ingredienti (per 4 persone): 1 cipolla bianca, 1 peperone, 1 zucchina genovese, 2 patate, 2 carote, 1 melanzana, 6 pomodorini, 2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva, ½ bicchiere d’acqua, basilico q.b., sale q.b., pepe q.b.
Preparazione: Lavate verdure e ortaggi. Tagliate tutto in pezzi della stessa grandezza. Sbucciate e affettate la cipolla e soffriggetela in una pentola con l’olio. Quando la cipolla comincia a imbiondirsi, aggiungete tutti gli ortaggi (eventualmente versate mezzo bicchiere d’acqua per non far attaccare le verdure). Insaporite con sale e pepe, aggiungete basilico tritato; coprite la pentola con il coperchio. Fate cuocere per circa 20 minuti, finché le verdure non appariranno morbide.
Esiste anche la versione agrodolce (con l’aggiunta di ½ bicchiere di aceto bianco e 1 cucchiaio di zucchero semolato); la ricetta viene così modificata: «Prendete una nuova padella antiaderente e versate aceto e zucchero a fiamma alta. Lo zucchero dovrà sciogliersi nell’aceto. Quindi versate questa “cremina” nel recipiente pieno di verdure pronte e mescolate bene. Il nostro canazzo siciliano in salsa agrodolce è pronto per essere gustato» (da www.balarm.it).
Il “canazzo” si può anche definire un piatto vegano, dato che non contiene alcuna proteina animale; non resta dunque che assaporarlo, preparandosi ad “abbaiare” di gioia!
Peccato che Eleonore, nelle sue lezioni di Italiano per adulti abbia già presentato la Sicilia: ma proveremo con gran piacere!