Il ritorno dei colori

Ieri, in un momento di pausa dal lavoro e di sano “babbìo”, mi sono divertito a “colorare” alcune vecchie foto in bianco e nero con un programma trovato su internet.

L’effetto mi è piaciuto molto, soprattutto quando ho restituito vita e colore a immagini molto antiche: foto di nonni e bisnonni, episodi della vita dei miei genitori, ricordi della mia infanzia e della mia adolescenza, ecc.

Mio nonno Salvatore Pintacuda “colorato” (foto dei primissimi anni del ‘900)

Man mano che procedevo nella “colorazione”, lo struggente e suggestivo bianco e nero (che talvolta avevo già virato in un effetto “seppia” efficacissimo) tornava a far parte del mondo reale, che è “a colori”. Era come se si ricreassero le condizioni effettive della vita passata, restituendo calore e anima a un mondo perduto.

Certo, la riuscita non era perfetta, come tutti i prodotti dell’intelligenza artificiale (che in questo è assolutamente pari a quella umana); a volte un colore veniva ricreato a vanvera, un abito cambiava connotati, i capelli di una persona assumevano tinte non sempre fedelissime alla realtà. Ma nel complesso l’effetto reggeva e il gioco, insomma, poteva valere la candela.

Fra le tante immagini “colorizzate”, ne allego qui quattro: una presenta i miei genitori il 3 ottobre 1952 alla passeggiata a mare di Nervi (si erano sposati un mese prima a Bagheria); l’altra è un’immagine della mia I comunione (a Bagheria, il 20 agosto 1961); le ultime due invece meritano due paroline in più.

Risalgono esattamente a mezzo secolo fa, alla fine di luglio del 1974.

Mio cugino Totuccio, che era un bravissimo medico ma poteva essere anche un eccelso fotografo professionista, un pomeriggio mi chiamò e mi scattò alcune foto (in bianco e nero) nel giardino della nostra casa di Bagheria. Queste foto sono state conservate per tutti questi anni insieme con tantissime altre, confuse con le altre, quasi dimenticate (io non sono un gran che come narcisista e non amo fare impietosi confronti con quello che ero).

Oggi, però, il ritorno del colore in quegli antichi scatti mi ha commosso: mi è sembrato un atto taumaturgico che, per l’effimero tempo di una pia illusione, è riuscito a cancellare cinquant’anni di vita, riportando hic et nunc, più reale che mai, quel ragazzo universitario ventenne, con il suo sorrisetto di circostanza e il suo sguardo puntato sul futuro.

E almeno di questo non posso non ringraziare l’intelligenza artificiale.

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

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