Chiuso per ferie

Panifici chiusi per ferie: oggi manca il nostro pane quotidiano. Unica soluzione: il pane surgelato con previdenza nei giorni scorsi.

Fruttivendoli chiusi per ferie: ma anche il mercato ortofrutticolo è chiuso per ferie; bisognava fare in tempo scorte di frutta per non trovarsi poi “alla frutta”…

Chiusi per ferie persino gli ambulanti abusivi, quelli con la merce abusiva esposta abusivamente per strada, sotto il naso e gli occhi della polizia municipale e della Guardia di finanza; ambulanti “per necessità” che non sanno cosa sia uno scontrino fiscale ma che del mondo legale hanno accolto almeno la doverosa pausa estiva.

Farmacie chiuse per ferie: occorre girovagare a lungo per trovarne una aperta. In questo caso non è detto che tutti abbiano profeticamente previsto in tempo i loro possibili malesseri futuri; ma alla peggio si va al Pronto soccorso e negli ospedali, dove metà del personale è in ferie o (in certi casi, come a Patti) sarebbe meglio che lo fosse sempre.

Tabaccherie chiuse: tempi duri per i fumatori e i “grattatori e vincitori”, tempi duri per chi cerca biglietti dell’autobus o schede parcheggio. E se il biglietto del bus è un optional da tirar fuori solo davanti al controllore, se il parcheggio si può non pagare (tanto vigili e ausiliari del traffico sono in ferie), è dura rinunciare ai propri vizi: e il fumatore incallito e lo scommettitore compulsivo possono vivere momenti di forzata astinenza…

Chiusi per ferie molti esercizi commerciali di vario tipo (casalinghi, abbigliamento, lavanderie, ecc.): se vi serve qualcosa, ci dovevate pensare prima.

In ferie, e introvabili, medici specialisti, oculisti, dentisti, idraulici, elettricisti, operai, tecnici, barbieri ecc.; torneranno a settembre, come Rock Hudson nel film di Robert Mulligan (1961).

In ferie, ovviamente, molti operatori ecologici (ex spazzini); ma, le cose giuste bisogna dire, a Palermo qualcosa si muove: ieri, come si legge su Palermo Today, una macchina “lavastrade”, noleggiata dalla Rap, ha pulito le vie del centro, accompagnata da una spazzatrice; inoltre l’azienda municipalizzata “è intervenuta per svuotare i cestini”! Fulgida testimonianza di dedizione all’ideale: non solo qualcuno ha lavorato il giorno di Ferragosto, ma ha anche fatto il normalissimo suo dovere; a questo mondo c’è giustizia, finalmente.

In ferie i portieri dei condomini, con scale, androni e cassonetti del “porta a porta” tutti ugualmente abbandonati e negletti; tanto anche gli abitanti del condominio sono in ferie e in ferie è anche il loro amministratore (peraltro invisibile anche negli altri periodi dell’anno…).

Non in ferie, ma aperti sempre e comunque, supermercati e centri commerciali, che hanno il merito innegabile di offrire ai clienti un momentaneo refrigerio dall’asfissiante calura estiva e di consentire l’acquisto dei beni di prima necessità. In questi ipercentri si aggirano famiglie intere (in ferie) che “passìano” beate al fresco: lui con pantaloncini al ginocchio, canottiera colorata, tatuaggi, collanina e panzone, lei con tappine ai piedi, pantaloncino corto e tatuaggio, il bambino con precoce orecchino e taglio di capelli all’ultima moda; magari non comprano niente, ma almeno si godono le meritate ferie…

Aperti B & B, pub e ristoranti, assaltati da turisti morti di caldo e pronti ad essere spennati dagli eclatanti e ingiustificati aumenti dei prezzi.

Assaltate le spiagge, specie le poche spiagge libere: la vigilia di Ferragosto moltissime persone in ferie hanno acceso alle 22 gli immancabili falò in spiaggia (dopo che la polizia municipale aveva fatto i suoi scrupolosi controlli alle 17); in questo modo hanno potuto riscaldarsi dal gelo della notte (?) arrostendo carne di castrato, “stigghiole” e salsiccia davanti alla loro tende abusive e facendo volare fino al cielo il fumo dei loro pantagruelici e torridi banchetti. Altro che cenere e lava dell’Etna!

In questo contesto di chiusura totale, per chi passeggia per le sporche vie della città deserta la lettura più accattivante riguarda i tempi di chiusura delle varie attività commerciali.

Quando mi avvicino a un negozio e intravedo il fogliettino appiccicato ad annunciare trionfalmente il periodo di ferie, mi diverto a indovinare la durata delle vacanze dei titolari: e gioisco quando “ci inserto” (come direbbe Camilleri), quando indovino che il negozio A (uno dei più sobri) sarà “chiuso per ferie dal 12 al 18”, il negozio B (più sbracato) “dal 12 al 25”, il negozio C (esagerato) “dal 5 al 25”.

Tutti, però, indistintamente, rientreranno lunedì 26 agosto, pronti a deprimersi e a lamentarsi per il ritorno settembrino alla “normalità”. E i cartoncini con l’annuncio delle ferie saranno riletti per l’ultima volta con un sospiro (“chiuso per ferie dal 12 al 25”), poi saranno spiegazzati sgarbatamente con un gesto di disappunto e finiranno (nel migliore dei casi) in un cestino.

Lì però resteranno tranquilli a lungo; tanto (con il rientro dalle ferie) chi verrà mai a svuotare il cestino?

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

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