Poco fa, passando davanti al Giardino Inglese (che non mi rassegnerò facilmente a chiamare “Parco storico Piersanti Mattarella”, ferma restando ovviamente la mia ammirazione e stima per il nuovo intestatario), ho notato un cartello appeso all’ingresso di via Libertà, che recita testualmente: “Si informa la cittadinanza che la parte prospiciente la Via della Libertà del Parco storico Piersanti Mattarella (già Giardino Inglese), sarà riaperta al pubblico a far data dal 24.04.2024” (sorvoliamo sull’inutile virgola fra soggetto e predicato, quisquilia ormai irrilevante nella comunicazione del XXI secolo).
Ora, quanto annunciato dal cartello corrisponde a verità, perché in effetti “la parte prospiciente la Via della Libertà” è aperta al pubblico, mentre continuano (e chissà quando finiranno) i lavori sulle altre aree del “già Giardino Inglese”.
A proposito di questi lavori, il 30 giugno scorso l’assessore comunale al Verde urbano e alle Ville, Pietro Alongi, aveva dichiarato testualmente: “La seconda metà dell’anno servirà per completare le verifiche e i collaudi, in modo da riaprire interamente il Giardino inglese entro dicembre 2024. Si tratta di un’opera che restituirà ai palermitani uno dei ‘polmoni verdi’ da sempre più frequentati”. Ovviamente siamo a “dicembre 2024” e la scadenza è saltata…
Ma non è questo il punto.
Il punto è che il cartello usa il futuro (“sarà riaperta… dal 24.04.2024”) mentre l’evento è ormai passato. Nessuno infatti si è sognato di levare il cartello ormai obsoleto.
Così va il mondo, a Palermo.
Passato, presente e futuro si confondono in un unico immobile tempo magmatico, in cui gli eventi scorrono con tempi tutti loro, imponderabili, incalcolabili e imprevedibili.
Attendiamo dunque fiduciosi che, rimosso il vecchio e inutile cartello, ne arrivi uno nuovo che invece annunci i tanto sospirati sviluppi futuri.
Palermo, 14 dicembre 2024