Un applauso al mio Genoa

Il Genoa ha chiuso il campionato di Serie A al 13° posto, con 43 punti, dopo aver ottenuto la salvezza matematica diverse giornate fa, concludendo in assoluta tranquillità e con ulteriori soddisfazioni (come il pareggio 2-2 in casa del Napoli capolista e il 3-1 a Bologna di sabato scorso).

L’ottima stagione dei rossoblù è frutto soprattutto del lavoro del bravo allenatore Patrick Vieira, subentrato ad Alberto Gilardino (“colpevole” di un inizio di stagione travagliatissimo, ma i cui meriti passati erano innegabili). Vieira ha saputo mettere ottimamente in campo i giocatori, ha valorizzato i giovani (molto promettente il diciottenne Lorenzo Venturino, attaccante genovese autore di una doppietta sabato scorso), ha gestito ottimamente i cambi e gli avvicendamenti.

Un applauso ai giocatori, che si sono sempre impegnati tutti con tenacia e impegno, nonostante gli infortuni (troppi) e le difficoltà.

Positivo l’esordio della nuova dirigenza genoana (presidente il facoltoso imprenditore rumeno Dan Sucu).

Un merito enorme è, come sempre, da attribuire alla straordinaria tifoseria rossoblù, una delle più appassionate e più fedeli d’Italia: quest’anno ben 28.093 abbonati in uno stadio che contiene 30.000 spettatori.

Aver chiuso un campionato senza patemi (finalmente!) e con grandi soddisfazioni è una nota positiva per i tifosi rossoblù e una gioia particolare per me, che sono tifoso del Genoa sin da bambino e che ricordo ancora le domeniche negli anni Settanta in Gradinata Nord con il mio amico Paolo, quando eravamo ragazzi e ci sgolavamo tifando per il Grifone.

L’anno scorso io e Paolo, con qualche decennio e qualche acciacco in più, siamo tornati insieme al Ferraris per la partita Genoa-Frosinone (non esaltante) e abbiamo rivissuto le emozioni e le gioie di un tempo.

Genova, 30 marzo 2024

Chi è genoano lo è per sempre, nel bene e nel male. Pronto magari a “mugugnare” se la squadra delude, ma mai prima dell’ultimo minuto della partita, perché finché si gioca il tifo è incondizionato e i fischi semmai si fanno alla fine.

Nell’applaudire quindi il mio Genoa, la più antica società calcistica italiana (fondata nel 1893), posso solo augurargli di fare ancora meglio l’anno prossimo. Non dico che si debba aspirare al decimo scudetto (i nove scudetti conquistati sono ormai paleolitici), ma sicuramente si può sperare in una classifica ancora migliore e nella partecipazione alle coppe europee (magari per rinnovare il fantastico Liverpool-Genoa 1-2 in Europa League del 18 marzo 1992). Speriamo dunque che i migliori giocatori restino, che si coltivi un progetto più ambizioso e che si possano dare ai tifosi le soddisfazioni che hanno aspettato per tanti anni.

Per chiudere, non resta che cantare il nuovo inno del Genoa con il testo del rapper ligure Bresh: “Ho un guasto d’amore, non riesco a star bene / perché non ti vedo per tutte ‘ste sere. / Ho un guasto d’amore se vedo il Grifone, / mi trema la pancia e mi vibra la voce. / E quando ti vedo, mi fai innamorare / perché, se tradisci, la faccio passare. / Gli stessi colori che cadono in mare / quando il sole tramonta senza salutare”.

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

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