“Ogni cosa piccola è bella” di Palma Civello e Marco Parenti

Ieri pomeriggio, 27 maggio 2025, nella sede della Scuola Siciliana Stabile di Fotografia in via XX Settembre a Palermo, è stato presentato il volume di haiku e fotografia “Ogni cosa piccola è bella”; autori la poetessa Palma Civello e il fotografo Marco Parenti, con la prefazione di Antonio Saporito Renier.

L’evento è stato ottimamente coordinato da Gino Pantaleone; splendidi gli interventi musicali a cura del Duo Marchese, Pietro al mandolino e Nicola alla chitarra.

Il Duo Marchese e Gino Pantaleone
Marco Parenti, Gino Pantaleone, Palma Civello e Antonio Saporito Renier – 27 maggio 2025

Marco Parenti è un fotografo milanese, noto anche per la sua attività di ingegnere e docente universitario. Alla sua solida formazione tecnica e accademica, ha affiancato una significativa attività fotografica, caratterizzata da una particolare attenzione al racconto visivo e alla narrazione attraverso le immagini; il suo approccio fotografico predilige la documentazione di storie e luoghi, spesso con uno sguardo attento alle realtà meno conosciute. I suoi scatti sono spesso incentrati su viaggi, paesaggi e reportage, con una particolare sensibilità per l’atmosfera e la narrazione.

Marco Parenti

Palma Civello, poetessa, scrittrice, pittrice, docente, fotografa, versatile mente creatrice e immaginifica, ha già pubblicato diverse opere di narrativa (come “Volti e svolte al telefono” nel 2008 e “Nodi di donne” nel 2011) e raccolte di poesia (“Ho liberato le parole” nel 2011 e “Come tela di Penelope” nel 2018). Una sua “Intervista ad Arianna” è stata inserita nel vol. III di “Grecità – Storia della letteratura greca”, che ho pubblicato con Michela Venuto per l’editore Palumbo (Palermo 2014). Ha ottenuto e continua ad ottenere numerosi premi letterari, che premiano la sua produzione mai banale, frutto di una riflessione profonda e originale.

Palma Civello

In questo elegante e curatissimo volume Palma si è cimentata nella composizione di “haiku”, che affiancano le splendide foto di Marco Parenti.

Come è noto, l’haiku è una breve poesia di origine giapponese, composta da tre versi per un totale di 17 sillabe (5 nel primo verso, 7 nel secondo, 5 nel terzo). La sua caratteristica principale è la capacità di esprimere, con poche parole e immagini semplici, emozioni profonde e riflessioni sulla natura o sull’esperienza umana. Spesso contiene un riferimento a una stagione (“kigo”) e cerca di catturare un attimo, un’impressione o un dettaglio significativo della realtà

Antonio Girardi, nell’Introduzione del nuovo libro, cita il poeta giapponese Matsuo Bashō (1644-1694), precursore di questa disciplina, che così la definì: «L’haiku è semplicemente ciò che sta accadendo in questo luogo, in questo preciso istante»; dunque, come aggiunge Girardi, un haiku è un tributo all’ “hic et nunc”, «per celebrare l’emozione di un momento, senza togliere o aggiungere nulla all’immagine, delegando alla sensibilità l’elaborazione di un testo che rispecchi, il più fedelmente possibile, l’oggettività di quanto si presenta agli occhi dell’haijin [cioè del poeta di haiku]»

Matsuo Bashō

Dal punto di vista tecnico, i 29 componimenti di Palma Civello contenuti nel libro rispettano quasi tutti il computo sillabico 5/7/5, per cui (prosegue Girardi) «hanno la proprietà di arrivare al lettore in maniera più diretta e asciutta, privi degli artifizi delle figure metriche, così apprezzate nella poesia classica e che molti adottano per riequilibrare l’esattezza delle sillabe»; inoltre in questi efficacissimi haiku è presente il “kigo”, cioè il riferimento preciso alla stagione in cui è nato il componimento.

Tuttavia, al di là dell’indubbia abilità tecnica della poetessa, ciò che colpisce nei suoi componimenti è la profondità degli spunti evocativi. I suoi haiku, nella loro essenzialità icastica, riescono a “fissare” un istante interiore, un istante che viene dopo un “prima” e che presuppone un “poi”; ne deriva un perfetto abbinamento con le fotografie di Parenti che, pur essendo “istantanee” che inchiodano un attimo, presuppongono a loro volta un attimo precedente e un attimo seguente, come nelle sequenze di fotogrammi di una pellicola.

Basterà fare qualche esempio.

Alla foto di una donna che (inquadrata a distanza) cammina in direzione di un colonnato, i tre versi a commento rappresentano efficacemente i pensieri e le speranze di quella donna che cammina rapida e assorta: «passi veloci / fin dal primo mattino / preghiera muta».

Una finestra spalancata dietro la quale si intravedono antichi busti di filosofi greci induce a una riflessione sul tempo che scorre inesorabile, trasformandosi in ricordi lontani: «l’eco del tempo / trascina i ricordi / già si fa sera» (pensavo che Quasimodo, senza saperlo, scrisse un pezzo di haiku con il suo “ed è subito sera”…).

Una donna scalza seduta su una poltrona davanti alla porta-finestra che dà su un giardino assolato evoca la persistenza dei sogni della notte nell’animo appena ridestato, con una dolce sensazione di illusione e speranza per il giorno che nasce: «ancora sogni / all’alba nuove luci / sono carezze».

Viceversa, un angolo di una stanza da letto con baldacchino, fiocamente rischiarato dalla luce soffusa di un abat-jour, evoca sensazioni di paura e tristezza, fugate però dalla dolcezza terapeutica dei ricordi dell’infanzia: «ombre notturne / la voce della madre / toglie paure».

Una casa lontana in uno scenario montuoso, circondata da un bosco immerso fra le nuvole, è metafora potente della “nebbia” che invade e annichilisce l’animo: «nebbia sospesa / si affanna il respiro / silenzio greve».

Un paesaggio desertico, un angolo sperduto di Sahara sommerso nella sabbia induce a trovare, nel caldo che soffoca e toglie il respiro, la forza e il coraggio di resistere a oltranza: «sabbia e sabbia / nel vento di scirocco / la resilienza».

Un tavolino su cui alcuni uccellini spilluzzicano i resti di una colazione mattutina diventa un’esplicita esortazione a iniziare una nuova giornata, in cui dal calore del “caffè bollente” proviene, quasi ossimoricamente, il rinnovato desiderio di alimentare ancora e sempre i propri sogni: «caffè bollente / la voglia di sognare / è mattiniera».

Lascio al piacere dei lettori, che sicuramente saranno numerosi perché questo libro ne merita tanti, la scoperta di altre sensazioni in questo abilissimo connubio fra immagini e poesia.

Come ha ottimamente sintetizzato Palma Civello nel suo intervento di ieri, la bellezza degli haiku consiste proprio nell’evocare riflessioni diverse in ognuno, nel dare un’interpretazione che ne suggerisce anche altre, nel fissare un attimo con il desiderio di trasformarlo in una buona imitazione di eternità. Il tutto, con un desiderio di “sognare” (“if you can dream it, you can achieve it”) che è combustibile potente per andare sempre avanti nel cammino della vita, pur fra amarezze, dolori, rimpianti e tristezze, nella certezza che – comunque – «nota su nota / il vento mattutino / dà allegria».

Palma, nel descrivere la genesi del libro, ha precisato che gli haiku confluiti nel volume sono solo una parte dei tantissimi che aveva composto per queste e altre foto di Marco Parenti; chissà dunque che, dopo questa esperienza così intrigante, altri componimenti inediti non possano venire ad arricchire l’attuale collezione. Sarebbe un ulteriore arricchimento di un’esperienza che appare già esaltante; sono pochi, al giorno d’oggi, i libri che riescono a “parlare” alla mente e al cuore delle persone, forse anche per la frettolosità e la superficialità che dilagano ovunque: ma resta vero più che mai che “Ogni cosa piccola è bella” e di bellezza e semplicità abbiamo tutti, sempre, un bisogno ineludibile.

MARIO PINTACUDA

Palermo, 28 maggio 2025

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

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