Gennaio 1902: il primo numero della rivista “Musica e musicisti” (edizioni Ricordi)

La rivista illustrata “Musica e musicisti”, edita a Milano da G. Ricordi, iniziò le sue pubblicazioni il 15 gennaio 1902. Aveva un formato ridotto (16 x 12 cm), era bimestrale e comprendeva 64 pagine; direttore era lo stesso Giulio Ricordi.

Giulio Ricordi (Milano 1840-1912)

La singola copia costava £ 0,25, mentre l’abbonamento annuo era di £ 1,50; ogni abbonato riceveva in dono “un pezzo di musica a sua scelta fra tutte le Edizioni G. Ricordi & C. del valore di franchi 1,50 netti”.

Nella Presentazione del n. 1 veniva brevemente esposto lo scopo della nuova pubblicazione: «La rivista Musica e Musicisti verrà a trovarvi ogni due mesi: sa che voi siete un seguace di Euterpe, ed è sotto l’egida di questo nome che essa vi parlerà delle novità musicali, e v’intratterrà della più squisita musica da camera, della severa musica sacra, dei più briosi ballabili, delle canzonette popolari più in voga: vi presenterà i relativi autori, dicendovi chi sono, cosa hanno già fatto, e per rendere completa e reale la presentazione, ve ne offrirà anche i ritratti: anzi, per qualcuno offrirà pure dei piccoli brani staccati di musica che serviranno a far apprezzare ancor meglio le più geniali produzioni. Nel medesimo modo Musica e Musicisti s’occuperà degli artisti lirici e dei musicisti che più onorano la scena e l’arte, e li passerà in rivista come in un cinematografo. Così noi ci proponiamo di far conoscere i nostri artisti, siano essi autori o esecutori, diffondendo il loro nome e la loro fama in quella gran parte di pubblico che s’interessa e si appassiona alla divina arte dei suoni. Non mancherà la cronaca, che diremo così mondana, e cioè l’eco dei teatri, dei concerti più salienti, e di quant’altro può interessare nel vasto campo dell’arte musicale. Già ne pare di udire il lettore, in tono di cortese rimprovero, dirci a mo’ di bisticcio scherzevole: “… Mi avevate pur promesso che non avreste fatto delle promesse. . . ”. Noi non abbiamo fatto altro che esporre il puro sommario di quanto è contenuto in questo stesso numero: esaminatelo, amico lettore, leggetelo, e se, come speriamo, vi piacerà, allora abbonatevi, e fatelo conoscere ai vostri amici. L’abbonamento è così modesto che siamo pienamente persuasi di annoverarvi fra i nostri; eppoi, considerate che vi regaliamo un pezzo di musica a vostra scelta, il cui valore pareggia quello dell’abbonamento; di modo che il giornale, a conti fatti, non vi costa più nulla. Si può domandare e desiderare di meglio? Ed ecco Musica e Musicisti presentato ai nostri cortesi lettori e… – speriamo – alle nostre belle ed amabili lettrici» (pp. 1-2).

Le pp. 2-5 erano dedicate al “Giro del mondo in 60 giorni”, una serie di brevissime notizie e spigolature (articolate giorno per giorno) sugli eventi musicali in Italia e nel mondo nei mesi di novembre e dicembre 1901. Così, ad esempio, per quanto riguarda i primi dieci giorni di novembre, si leggono questi “flash”:

1 – La Banda Reale Italiana apre una serie di concerti al Hazard’s Pavilion di Los Angeles (California).

2 – I grandi teatri d’opera riposano nella ricorrenza della commemorazione dei defunti.

3 – Inaugurazione d’ un busto di Vincenzo Bellini nel Teatro Verdi di Trieste.

4 – Muore il decano degli impresari inglesi, Mr. J. W. Mapleson.

5 – A Sydney (Australia) ottiene pieno successo l’Otello di Verdi.

6 – L’ Imperatore Guglielmo approva il bozzetto dello scultore Eberlein, già premiato al concorso pel monumento a Riccardo Wagner a Berlino.

7 – Anniversario della nascita di Ignazio Giovanni Paderewsky, tuttora vivente (1859).

8 – Apertura del nuovo Conservatorio Municipale di Dortsmund (Stati Uniti d’America).

9 – Dialogo preso a volo in una strada di Nuova York: – Io prediligo Rossini. Conoscete voi il suo Barbiere? – No, mi faccio la barba da me stesso.

10 – Concerto del Circolo Mandolinisti e Chitarristi all’ Istituto dei Ciechi in Milano.

La pag. 6 era dedicata al ricordo di Giuseppe Verdi, che si era spento un anno prima a Milano, il 27 gennaio 1901.

A pag. 7 veniva presentato il primo dei Musicisti, Francesco Paolo Tosti. Tosti era un celebre  compositore (Ortona 1846 – Roma 1916), noto per le sue raffinate romanze da salotto; fu maestro di canto alle corti d’Italia e Gran Bretagna, scrisse oltre 400 brani in varie lingue e collaborò con poeti come D’Annunzio e Di Giacomo. Ecco come viene presentato sulla rivista: «Francesco Paolo Tosti, maestro           di canto e compositore, nacque in Ortona (Abruzzi) il 9 Aprile 1846. Studiò al R. Collegio di Napoli sotto la guida di Mercadante. Nel 1875 visitò Londra e ebbe subito grandi successi. Ora egli è stabilito nella capitale inglese ed è noto in quale alta e meritata considerazione sia tenuto da quella famiglia Reale e dalla più eletta società londinese. Tosti ha scritto una grande quantità di pezzi vocali da camera che si distinguono da tutte le altre composizioni di tale genere per una impronta speciale: la loro grazia, l’originalità delle melodie affascinanti, eleganti ed espressive giustificano la fama mondiale del loro autore. Le nuovissime composizioni di Francesco Paolo Tosti sono: Serenata allegra, Fede, Rose d’Automne, Novembre, La mia canzone e si possono considerare fra le sue migliori».

Alle pp. 8-12 sono riprodotti gli spartiti di “La mia canzone!” (melodia), “Rose d’automne” (valzer lento), “Serenata allegra” (su versi di Salvatore Di Giacomo), “Novembre” (melodia) e “Fede” (melodia).

A p. 13 si legge il profilo di don Lorenzo Perosi, che fu un presbitero, compositore e direttore di coro nato a Tortona nel 1872 (morì poi a Roma nel 1956), autore di musica sacra, oratori, messe polifoniche e mottetti. In particolare viene ricordato il poema sinfonico vocale “Mosè” (“del quale è tuttora viva l’eco del recente successo”), di cui a p. 14 viene riportato lo spartito del Prologo (“Mosè tra i pastori madianiti”).

A seguire (pp. 15-28), notizie e spartiti dei compositori Alessandro Longo (originario di Amantea), Luigi Manzotti (milanese), Romualdo Marenco (di Novi Ligure), Renato Avena (di Ancona), Luigi Mancinelli (di Orvieto), Vincenzo Billi (di Brisighella in Romagna), J. Burgmein.

Quest’ultimo personaggio viene avvolto nel mistero, poiché su di lui sono date solo poche notizie sibilline (p. 25): «Chi è J. Burgmein? Dove, quando è nato?… Non lo sappiamo, ed inutilmente abbiamo indirizzato lettere sopra lettere al sig. J. Burgmein: nessuna risposta. Tuttavia, grazie all’abilissimo fotografo, la cui collaborazione diremo così istantanea venne assicurata al nostro giornale, abbiamo potuto procurarci la fotografia di questo compositore, del quale annunciamo appunto in questo numero un nuovissimo Album: Il racconto della nonna». Viene presentata una foto di spalle del misterioso compositore e, alle pp. 26-28, lo spartito del terzo dei sette pezzi che componevano “Il racconto della nonna”, intitolato “Le ondine”.

In realtà, come si scoprì dopo, “Jules Burgmein” era lo pseudonimo usato da Giulio Ricordi (1840-1912), il noto compositore e editore musicale italiano; Ricordi utilizzava questo pseudonimo per alcune sue composizioni, principalmente per pianoforte, piccoli ensemble e un’operetta intitolata “La secchia rapita”.

Da p. 29 inizia la rassegna degli “Artisti”: la soprano napoletana Gemma Bellincioni, la soprano romana Elena Bianchini-Cappelli, il baritono Mario Sammarco.

In particolare, a p. 32 si trovano notizie sulla soprano palermitana Amelia Pinto (1876 – 1946). Figlia di un maestro di scherma e di una madre con voce da soprano, studiò pianoforte e canto a Napoli e Roma. Debuttò nel 1899 a Brescia in La Gioconda di Ponchielli, distinguendosi per la voce potente e il temperamento appassionato; si esibì nei principali teatri italiani e internazionali, contribuendo alla diffusione del repertorio wagneriano in Italia. Dopo il matrimonio con Nino Contino, si ritirò progressivamente dalle scene, dedicandosi all’insegnamento. Morì a Palermo nel 1946.

La soprano palermitana Amelia Pinto (1876-1946)

Ecco le notizie su di lei riportate nella rivista: «La signora Amelia Pinto è nata a Palermo nel 1878. Fece i suoi studi musicali al Liceo di S. Cecilia in Roma, con la Maestra signora Zaira Cortini Falchi. Nel Dicembre del 1899 fece il suo debutto nel Teatro Grande di Brescia, coll’opera Gioconda. Eseguì poi, nello stesso teatro, Il trillo del diavolo del Maestro Stanislao Falchi. Nel Settembre del1900, al Teatro Giglio di Lucca cantò la Tosca del Maestro Puccini, e nel Dicembre successivo debuttò alla Scala di Milano, coll’opera Tristano e Isotta. Cantò in seguito, al medesimo teatro, la Regina di Saba e sostenne la parte di Elena nel Mefistofele. Nell’Aprile la vediamo scritturata al Teatro dell’Opera di Buenos Aires per eseguire le seguenti opere: Tannhäuser, Regina di Saba, Otello, Medio-evo Latino, Tristano e Isotta. Nel Novembre ultimo scorso nel Salone Perosi in Milano, cantò la parte di Sephora nell’ultimo oratorio di Don Lorenzo Perosi: Mosè. Il giorno 26 Dicembre ora scorso ha aperto la stagione lirica alla Scala di Milano debuttando nella parte di Brunilde nella Walkiria. In brevissimo tempo, quindi, la signora Pinto ha conquistato un posto eminente nell’arte».

A pp. 34-35 la rassegna musicale è interrotta da un gustoso articoletto su Papus, «una giovane elefantessa originaria delle Indie», dedita alla carriera teatrale (era nel cast del ballo “Amor” che si rappresentava alla Scala in quel momento) e ricordata per un curioso incidente: al suo arrivo alla Stazione Centrale di Milano strappò la corda e cominciò «a sgambettare per le vie di Milano, credendo forse di trovarsi nelle sue foreste imbalsamate e di eseguire qualche nuova danza»; questo finché una delle sue zampe rimase ferita da un rottame di vetro, per cui fu condotta «alla Veterinaria, dove fu diligentemente curata, fasciata, e le venne anche fabbricato un apposito scarpone, per infilarle il quale si dovette ricorrere ad un argano, onde invitarla ad alzare la zampa ammalata».

Dopo altre brevi notizie desultorie da tutto il mondo (“In qua e in là”, pp. 35-36), a p. 37 si trova il bando di un concorso a premi per “Raccolte di istantanee artistiche d’interesse musicale”, con un 1° premio da ben 100 lire (!).

Alle pagine seguenti (38-54) si trovano le “Novità musicali”; in questa rubrica si presentano ai lettori le più recenti pubblicazioni di Casa Ricordi (metodi, libri d’interesse musicale, opere di musica sacra, componimenti di musica vocale da camera, brani per pianoforte, danze e marce, brani per orchestra, una nuova opera di Edoardo Antonio Mascheroni intitolata “Lorenza”, ecc.).

Alle pp. 55-57 vengono minuziosamente analizzati i sette pezzi che compongono “Il racconto della nonna” del fantomatico Jules Burgmein (alias, come si è detto, Giulio Ricordi).

Viene fornito quindi il repertorio dei Teatri lirici per la stagione di Carnevale 1902 (pp. 57-59), a testimonianza di una fervida attività musicale in tutta Italia, non solo nelle principali città ma anche in molti piccoli centri (Campi Bisenzio, Crema, Empoli, Ivrea, Lodi, Oneglia, Portoferraio, Saluzzo, Vigevano, ecc.); per fare qualche esempio: al Politeama Genovese si rappresentavano “Lucia di Lammermoor” e “Il trovatore”; al Carlo Felice di Genova “Tannhäuser”, “La regina di Saba”, “Lorenza” e “Otello”; alla Scala di Milano varie opere (fra cui “La Walkiria” e “Il trovatore”), la “Messa da requiem” di Verdi e il ballo “Amor”; al Teatro Costanzi di Roma varie opere fra cui “Tosca”, “Bohème” e “L’elisir d’amore”.

A pp. 59-60 si trova la “piccola posta”, con alcune risposte icastiche alle lettere dei lettori, dei quali era taciuto il cognome (“Cestinato perché non prendiamo in considerazione gli anonimi”, “Spiacenti di non poterla accontentare perché non adatto all’indole della nostra Rivista”, “Grazie della sua offerta che ci dispiace di non poter accettare”, “Lo domandi a qualunque negozio di musica”).

A chiusura, alcuni “Giuochi a premio” (un rebus-monoverbo e un “incastro” da risolvere inviando le soluzioni entro il 1° marzo 1902); si prometteva di trovarne le “spiegazioni” nel successivo numero del 15 marzo 1902.

Nel complesso, la neonata rivista (agile, maneggevolissima nel suo formato tascabile, ricca di immagini) forniva un’informazione aggiornata e interessante sugli eventi musicali del tempo, allegava spartiti musicali utilissimi e informava su numerosi compositori e cantanti dell’epoca.

La rivista fu pubblicata fino al 1905. Dal gennaio del 1903 diventò mensile e passò ad un formato più grande (25 x 18 cm.). Dall’aprile del 1904 il direttore Giulio Ricordi fece comparire sulle pagine di «Musica e musicisti» alcune divertenti vignette caricaturali, in cui erano presi di mira alcuni personaggi in vista del mondo della cultura e (più raramente) della politica internazionale.

Copertina del n. 6 (15 novembre 1902)

Infine, nel numero di dicembre 1905, fu dato l’annuncio di un ulteriore trasformazione della rivista, che passò a nuova vita con un nuovo titolo, quello stesso del famoso motto di Casa Ricordi: «Ars et Labor».

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

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