Il “Giornale di Sicilia” ha rinnovato la propria veste grafica lo scorso 22 marzo 2025. Così era annunciata la novità dal redattore Giovanni Villino, supervisore editoriale web-tv: “Continuo a pensare che, proprio oggi, nell’era dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi, delle meccaniche predittive e di community manager, la carta debba continuare a vivere. Perché la carta ha una forza unica: dare un ordine alle cose, stabilire cosa è importante, cosa resta e cosa invece svanisce. Ogni uscita di un giornale su carta è una pagina di storia che rileggeremo in futuro. Non solo per ciò che racconta, ma anche e soprattutto perché è frutto di un pensiero, di una scelta condivisa. Editori, giornalisti e lettori scrivono insieme la traccia del nostro tempo. E quella traccia, quando è su carta, smette di essere liquida e diventa memoria”. Affermazioni pienamente condivisibili, soprattutto da lettori anziani come me, che acquistano ancora i quotidiani cartacei e amano poco la lettura delle notizie in quelle nostre scatolette tascabili tuttofare che sono gli ex telefonini.
Devo dire però che, se le intenzioni erano buone, il progetto grafico mi è sembrato discutibile sin dai primi giorni (e anzi peggiorato rispetto a prima). Basti, come esempio, la prima pagina del “Sicilia” di oggi, 14 luglio 2025: il titolo della testata (“GIORNALE DI SICILIA”) è a metà pagina (!!!!), sovrastato da tre titoletti-flash (sul ritrovamento del bambino a Ventimiglia, sul piano della Regione contro le frane e sull’aggressione contro un ragazzo egiziano a Menfi) e da tre notizie sportive corredate da foto (la vittoria di Sinner a Wimbledon, il ritiro del Palermo a Chatillon e la vittoria del Chelsea nel “mundialito” per club).

Più in basso, in “taglio basso”, sotto il nome del giornale (umiliato in questa posizione defilata e da cercare col lumicino), compaiono due “civette” sui dazi imposti da Trump (“Dazi, Europa prudente”) e sul Festino di S. Rosalia.
Questo è quanto. Ora, de gustibus non est disputandum: quindi è molto probabile che alla stragrande maggioranza dei lettori il “declassamento” del nome del giornale, sprofondato a metà pagina, non interessi minimamente e che anzi non se ne accorgano affatto.
Tuttavia, proprio in nome della suddetta e sacrosanta varietà dei gusti possibili, mi riservo il diritto di dire, sottolineare, ribadire e sottoscrivere che questa collocazione tipografica non mi piace, non mi piace e non mi piace affatto.
Inutile dire che queste osservazioni “grafiche” non hanno niente a che fare con la validità professionale (indiscutibile) mostrata ogni giorno da giornalisti, redattori, tipografi e lavoratori del “Sicilia”, che operano in una realtà cittadina e regionale sempre più complessa e devono costantemente tenersi aggiornati e preparati a fornire al pubblico le notizie e i commenti nel modo più adeguato.
Tuttavia, come una persona distinta, di aspetto gradevole ed elegante nei modi, risulterebbe svalutata e bistrattata vestendosi con abiti bislacchi, dai colori mal assortiti (“non appattati”, si dice qui) e dal taglio discutibile, così la copertina del primo giornale dell’isola potrebbe essere sicuramente un biglietto di presentazione migliore…
Tuttavia non se la abbiano a male i progettisti editoriali del quotidiano siciliano: ci mancherebbe che l’impostazione del “design” debba dipendere dai quarti di luna dei lettori “pillicusi” e pignoli… Anzi, a pensarci bene, chissà che in futuro il nome del giornale non possa ulteriormente slittare in fondo alla pagina o essere eliminato del tutto: tanto, come sempre qui in Sicilia, “ci capiamo” lo stesso.