Dal sito del “Giornale di Sicilia”: «Notte di fuoco in provincia di Palermo. Vigili del fuoco e forestali hanno lavorato per ore per spegnere gli incendi divampati ieri tra Piana degli Albanesi, Strasatto Altofonte e San Giuseppe Jato. A Piana le squadre antincendio hanno fatto evacuare per precauzione alcune abitazioni minacciate dalle fiamme. Sul capoluogo siciliano da ieri sera è piovuta cenere. Un incendio è divampato anche a Petralia nella zona della miniera. Fiamme anche a Misilmeri nella zona del Castello dell’Emiro. Da questa mattina su Piana degli Albanesi stanno intervenendo due canadair e un elicottero. A Petralia è stato inviato un altro Canadair».
Ancora più minuzioso il resoconto su “Palermo Today”: «La provincia di Palermo nella morsa del fuoco. Sono decine gli incendi di boschi e sterpaglie, che stanno interessando il territorio. I piromani, “aiutati” dalle alte temperature, hanno appiccato una serie di roghi tra Piana degli Albanesi e San Giuseppe Jato, ma anche a Caccamo, Valledolmo, Borgetto, Palazzo Adriano, Prizzi, Monreale, Bagheria, Partinico, Petralia Soprana, Belmonte Mezzagno, Carini, Prizzi, Misilmeri, Cefalà Diana, Casteldaccia e lungo l’autostrada Palermo-Mazara del Vallo (tra via Belgio e Tommaso Natale). In alcune zone del capoluogo i balconi sono stati ricoperti di cenere. Particolarmente critica la situazione sulla strada provinciale 34, dove è divampato un incendio tra Piana degli Albanesi e San Giuseppe Jato. Sul posto sono intervenute le squadre della forestale, i vigili del fuoco e la protezione civile, un canadair e un elicottero. Fino adesso sono più di 40 gli interventi ancora in corso. […] “Portella della Ginestra è distrutta. Brucia il luogo simbolo delle lotte dei lavoratori dove si festeggia il primo maggio fin dai tempi di Barbato”, denunciano in una nota il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e i segretari generali Flai Cgil Palermo e Flai Cgil Sicilia Dario Fazzese e Tonino Russo. “Fermo restando che andranno accertate le responsabilità materiali – aggiungono Ridulfo, Fazzese e Russo – è indubbio che quelle morali debbano ricadere anche sul governo della Regione siciliana e sulla miopia politica che ha prodotto ritardi straordinari nella campagna di prevenzione antincendio, come denunciato ampiamente nei mesi passati”. Intanto la Protezione Civile regionale ha diffuso un bollettino di allerta per rischio incendi e ondata di calore anche per domani».
Soltanto due giorni fa commentavo qui la notizia della revoca delle ferie dei forestali da parte dell’assessore regionale all’Ambiente e territorio Totò Cordaro, nell’ambito di un’allerta generale antincendio, “per evitare di diventare una seconda Sardegna invasa dagli incendi”. E dicevo così: «la solita guerra estiva è cominciata; anzi, più che di guerra si tratta senz’altro di guerriglia, dato che i nemici (cioè le bande organizzate di malfattori piromani) agiscono a tradimento, in più punti contemporaneamente e in concomitanza con condizioni meteorologiche attentamente studiate per fare più danno possibile».
Come volevasi dimostrare.
La solita guerra annuale scatenata dalle bande di criminali che infestano e infettano la Sicilia (molto peggio del covid e restie a qualunque vaccino) sta provocando scempio e devastazione, come sempre, nonostante i preallarmi, la (pseudo)prevenzione, gli sdegni di circostanza e le minacce/specchio per allodole (“andranno accertate le responsabilità materiali”).
E allora, come al tempo della guerra mondiale ci si rintanava in casa in attesa del successivo e ineluttabile allarme aereo, scendendo nei rifugi per sfuggire alle bombe, anche oggi si prevede il prossimo attacco e non si riesce a fare niente per renderlo meno devastante.
Tutto secondo copione: il copione di un’isola che non sa cambiare, che forse non vuole cambiare nonostante gli sforzi millantati, vittima di un dissesto generalizzato: politico, amministrativo, “climatico” in senso lato.
Le fiamme dell’inferno che si sprigionano in queste ore in tutta la Sicilia sono il benvenuto ai turisti che ancora decidono di venire qui. Speriamo che, arrivando oggi in una Palermo invasa dalla cenere (peggio della lava nera che deturpa da mesi le strade di Catania), resistendo ai 32° di minima notturna e ai 40° che si attendono oggi, tappando gli occhi di fronte ai cumuli di spazzatura, scorgendo sui monti gli incendi devastanti, non risalgano di corsa la scaletta dell’aereo per tornarsene da dove sono venuti.
Quanto ai guerriglieri piromani, valgono per loro i versi che Metastasio dedicava all’araba fenice: “che vi sia, ciascun lo dice; dove sia, nessun lo sa”.
Un’ultima annotazione: la devastazione di Portella della Ginestra, luogo simbolo della speranza dei lavoratori onesti, è emblema potente della vittoria indiscussa del Male; e forse
Matteo Messina Denaro, seguendo come noi (sicuramente a pochi chilometri dal suo paese natale) le notizie quotidiane, oggi ne sarà ulteriormente galvanizzato e rassicurato.
Nulla di nuovo sotto i dardi del Sole.
La lunga notte della Sicilia non finisce mai.