Ieri sera, 12 novembre 2024, nell’ultima puntata di “Dimartedì”, condotto da Giovanni Floris sulla 7, è andato in scena un vivace botta e risposta tra Elsa Fornero e il generale Roberto Vannacci.
La Fornero, ex ministro del Lavoro e delle Politiche sociali del governo Monti, a un certo punto ha provato a individuare un punto in comune con Vannacci, affermando che entrambi hanno servito lo Stato, lei nell’università e lui come militare fino ai più alti gradi nell’Esercito.
Vannacci però ha rifiutato il paragone ribattendo: “Mi dispiace deluderla, non abbiamo niente in comune”; ha poi sottolineato quelle che a suo parere (tutto per lui è “a suo parere”) sono le differenze tra i compiti da loro svolti: infatti, mentre la Fornero è stata una semplice docente, Vannacci ha rivendicato di aver giurato fedeltà alla Patria: “Ho giurato di difenderla in armi, anche al prezzo della mia vita“, ribadendo che sono cose diverse, cose “riservate ai soldati“.
Ora, il generale (o generalissimo?) ha sottolineato anche di essere stato eletto da oltre mezzo milione di elettori; è presumibile perciò che tra di loro ci sia inevitabilmente anche qualche insegnante.
Chissà allora se, fra questi docenti, ce n’è qualcuno che è stato minacciato, deriso, percosso o ferito nell’esercizio sempre più difficile delle sue funzioni, in istituti “di frontiera” (ma non solo, visto il degrado generale del nostro tempo).
E chissà se questi fedelissimi elettori di Vannacci avranno gradito di essere considerati “inferiori” dall’alto ufficiale; chissà se si saranno sentiti sminuiti e umiliati; chissà se avranno condiviso l’idea che la patria (con la P più o meno maiuscola) sia servita solo dai soldati.
Chissà, invece, che proprio il loro idolo abbia contribuito a far nascere in loro l’idea malsana che in realtà si serve il Paese, semplicemente, facendo tutti il proprio dovere, sempre e comunque, senza creare categorie di serie A e di serie B e senza sbandierare il “pericolo” maggiore o minore che si affronta.
Oggi infatti ad essere “pericoloso” è qualunque lavoro fatto con coscienza e sacrificio (che si sia militare, insegnante, ferroviere, medico, infermiere, operaio, giudice, avvocato, ingegnere, commerciante, ecc.).
Un’ultima osservazione: se si legge la solita fiumana di pseudocommenti sui social, non mancano (e anzi sovrabbondano) i tenaci e agguerriti sostenitori del generale, definito “immenso”, sicuro e concreto, di contro a una Fornero ritenuta “malcapitata”, banale e quasi penosa.
Ognuno ovviamente può giudicare come crede, “a suo parere”: ma, al di là di ogni altra considerazione, è difficile liberarsi dall’idea che Vannacci, con le sue dichiarazioni di ieri, abbia colto l’occasione per ribadire l’idea di un mondo in cui la parità (di genere, di opportunità, di opinioni, di ruoli) è vista come pericolosa, improponibile, inaccettabile ed eliminabile.
In questo mondo fatto a scale e diviso in caste, per di più, è fin troppo evidente che il generale mette le Donne, sempre e comunque, un gradino al di sotto dell’uomo (con buona pace della/del presidente attuale del consiglio dei ministri).
Ma se qualcuno conosce un po’ di storia, non mancherà di ricordare troppi esempi che dimostrano che chi ha tentato di ergersi al di sopra di tutto e di tutti è immancabilmente e miseramente finito nella polvere, travolto anche dal disprezzo di quelli che erano stati i suoi pavidi sostenitori.
Caro Mario, quello che scrivi fa crescere un’immensa rabbia dentro. Quante persone inqualificabili sono al posto sbagliato! Questa prepotenza è imperdonabile e dimostra una alta inferiorità intellettuale! Ma come la storia recentissima dimostra, la gente cade (Trump and co.) sempre nelle maglie dei prepotenti e presuntuosi: si’, fa proprio proprio male