Secondo le stime fornite da Quotidiano Energia, elaborate a partire dai dati forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), i prezzi dei carburanti sono ulteriormente aumentati nel mese di febbraio.
Il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self service è salito a 1,826 euro/litro.
Nelle pompe no logo (cioè distributori di benzina low cost, che non appartengono alle grandi case petrolifere) il prezzo si aggira intorno a 1,804 euro al litro. Per quanto riguarda le marche più “note”, il prezzo medio è arrivato a 1,958 euro/litro.
La media del diesel servito è di 1,838 euro/litro, mentre il costo medio del diesel self-service va a 1,702 euro/litro.
Secondo l’Osservaprezzi carburanti del sito MISE, a gennaio il prezzo della benzina si era mantenuto intorno a 1.764,74 euro al litro, mentre quello del gasolio auto (diesel) aveva registrato un prezzo medio di 1.632,10 euro al litro. I numeri di febbraio, quindi, sono decisamente più alti nei distributori e per i consumatori: e siamo solo all’inizio del mese.
In Italia i prezzi complessivi del carburante hanno raggiunto in questi giorni il picco massimo, battendo ogni record. Anche chi si serve del carburante più “economico”, il gas metano, ha visto raddoppiare i prezzi.
Nel 2021 il prezzo della benzina è aumentato di oltre il 15% secondo i rapporti ufficiali; in soldoni (mai espressione fu più adatta) ciò significa che ora fare il pieno costa in media dagli 11 ai 13,50 euro in più. Poca differenza per il diesel, con un aumento del 14,5% dall’inizio del 2021 e con un costo di quasi 12 euro in più per un pieno.
Ma perché il prezzo della benzina continua ad aumentare?
Il sito “quifinanza.it” presenta diverse spiegazioni: «L’allentamento delle restrizioni Covid a livello globale negli ultimi mesi ha portato a una rapida ripresa della domanda di greggio, che ha superato le aspettative di tutti gli “esperti” in materia, portando a un inasprimento dei mercati mondiali. Anche la forte disciplina tra le nazioni OPEC+, relativa al loro accordo per limitare le esportazioni, ha svolto un ruolo importante nel rafforzamento del rapporto tra domanda e offerta globale. […] A tutto questo, infine, va aggiunta l’incidenza delle ultime tensioni geopolitiche (vi abbiamo parlato qui, per esempio, di come il conflitto tra Ucraina e Russia avrà delle conseguenze sull’Italia). Si tratta di fatti e situazioni che hanno contribuito a far aumentare i costi non solo del petrolio e della benzina, ma di tutte le forme di energia non rinnovabile per i consumatori, rendendo il paese sempre più dipendente dalle importazioni di petrolio dall’estero. In questo contesto si inseriscono i nuovi piani che puntano tutto sull’energia green e che verranno finanziati dal PNRR (qui i soldi destinati all’Italia), ma anche i vari scontri tra maggioranza e opposizione, già impegnati nel dover far fronte al caro-bollette, che sta interessando la maggior parte dei cittadini».
Vista la situazione poco incoraggiante, essendo privo di una bici (che è invece patrimonio di mio figlio), oltre alle passeggiatine quotidiane a piedi, mi sto attrezzando per restaurare la mia potente automobilina a pedali (che mostro qui in una foto scattata nell’agosto del 1955 a Bagheria).
Come si vede, già allora mostravo una grande sensibilità ecologica “ante litteram” e il mio sorriso compiaciuto evidenziava grande soddisfazione per un mezzo di trasporto non costoso, non inquinante e non soggetto ad aumenti tariffari.
L’unico inconveniente oggi è la disponibplità non illimitata del carburante “umano”, che era sicuramente più ricco, più “verde” e più energetico in quel lontano 1955; ora invece nell’anno del Signore “venti-ventidue” (come insopportabilmente e anglofonicamente lo ha definito Amadeus per tutto il festival di Sanremo) le forze che mi restano sono decisamente meno fresche e meno illimitate.
Ma di fronte ai prezzi esponenziali del carburante, vale la pena di provare.