Le temperature di luglio 2022 a Palermo

Allego il grafico delle temperature minime e massime che ho ricavato dalle osservazioni della mia stazione meteo; si riferisce al pieno centro di Palermo.

Come si vede, non si può parlare di “ondate di calore”, ma semmai di un caldo opprimente e continuo, senza punte da record (la temperatura più alta è stata di 35° il 7 luglio) ma con il contorno di un’umidità mai al di sotto del 60-70% e spesso pari all’80%.

Rarissimi i passaggi nuvolosi.

Non una goccia d’acqua caduta in tutto il mese.

Sole rovente, persistente, intransigente, assolutista, implacabile.

Quanto alle minime della notte, la più “bassa” (diciamo così) è stata di 24°9 il 14 luglio; per il resto non si è scesi mai sotto i 25° e anzi per lo più di notte la minima è stata di ben 27°.

Questa è la nuova estate del nuovo millennio: infuocata, spietata, priva di pause significative.

Certo, si può andare al mare o si può salire in montagna (ma uno degli anticicloni africani di questo mese è stato soprannominato dal noto sito terroristico www.meteo.it “Apocalisse 4800”, proprio perché l’ondata di calore ha provocato lo zero termico in vetta al Monte Bianco).

Si dovrebbe – soprattutto – scappare per lo meno in Islanda o in Groenlandia (dato che solo a quelle latitudini, forse, si respira un po’).

Se no, resta solo di attendere che “passi la nottata”: come dico scherzosamente ai negozianti quando faccio la spesa e li sento lamentarsi per il caldo, «È cosa provvisoria: questione di tre o quattro mesi può essere».

“E la chiamano estate”, cantava un tempo Bruno Martino. Oggi si dovrebbe trovare un nuovo termine per questo periodo nefasto e invivibile, lasciando il termine “estate” ai ricordi di epoche climaticamente più felici.

A questo proposito, allego il grafico (realizzato sempre da me, sia pure con mezzi allora meno tecnologici) relativo alle temperature di Palermo di cinquant’anni fa (1972): come si vede, le notti erano molto più fresche (spesso fra i 19° e i 22°) e raramente la massima superava i 30°.

Tempi d’oro, in cui nel pomeriggio dopo le cinque c’era la “arrifriscata”, la sera si sentiva “frischiceddu” e la notte, specialmente in campagna, il lenzuolo non dispiaceva.

Dimentichiamoci però quei tempi lontani; occorre fare i conti con la realtà di oggi, nella quale l’emergenza climatica va di pari passo con il degrado ambientale.

Le nostre città sono ormai fornaci a cielo aperto, “isole di calore”, nelle quali la temperatura è generalmente più alta (fino a 3°-5°) rispetto alle aree esterne, soprattutto per la concentrazione esponenziale di strutture con superfici radiative, come il cemento, l’asfalto, il metallo, ecc. Se a questo quadro di dissesto ecologico si aggiungono la speculazione criminale (incendi dolosi soprattutto) e l’oggettiva modifica del clima (non meno imputabile al comportamento scellerato degli uomini), siamo proprio messi male.

L’aumento spropositato della temperatura del mare (qui nel Basso Tirreno siamo attualmente a 27°-28°) è un ulteriore elemento di pericolo, in vista delle perturbazioni autunnali (se e quando arriveranno), perché il contrasto con aria più fresca proveniente (prima o poi) da Nord potrà solo innescare fenomeni di forte intensità, che possiamo solo sperare che non siano devastanti.

Forse dovremmo consolarci con le canzoni dell’estate; ma, come imperversa per ora Jovanotti, «Sento il mare dentro a una conchiglia / Estate / L’eternità è un battito di ciglia / Sento il mare dentro a una conchiglia / Estate / L’eternità è un battito di ciglia / e tutto il mondo è la mia / famiglia, ooh / Famiglia, eh / Estate / Estate / Ma che caldo / Ma che caldo / Ma che caldo fa / Ma che caldo / in questa città».

Tanto per non dimenticarcelo…

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

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