In questo periodo di raffreddori, influenze, residui fastidiosi di covid, mal di gola, afonie, tosse insistente, ecc., può essere interessante passare in rassegna alcune espressioni dell’italiano regionale di Sicilia che riguardano l’ambito “medico”. Quest’area lessicale è, notoriamente, fonte di “stupidari” in tutte le regioni d’Italia e forse del mondo; ma ancora una volta le espressioni “italo-sicule” raggiungono una vivacità ed un’efficacia davvero uniche.
Eccone dunque un elenco (sicuramente ampliabile, anzi attendo i vostri contributi…):
1. “Dottore, ha due mesi che combatto con questo braccio!” (non si tratta di un soldato in guerra; chi parla intende dire che ha dolore al braccio da due mesi…)
2. “Mia sorella aggiornò col mal di testa” (pervicace emicrania fin dall’alba…)
3. “Mio figlio ha avuto l’intòssico” (riferimento ad un’intossicazione alimentare).
4. “Mischina, la signora si allavancò dalle scale!” (cioè è caduta rovinosamente)
5. “Mia suocera è caduta e ha dato il ginocchio” (non si tratta di una donazione, ma di una contusione al ginocchio…)
6. “Devo andare dal dentista, perché ho una bocca persa” (cioè rovinata dalla carie).
7. “Mi finisco di tirare il sangue e vengo” (frase di un encomiabile donatore di sangue, o più banalmente di chi fa un’analisi…)
8. “Sono andata a cavarmi il sangue” (variante vampiresca sullo stesso tema…)
9. “Dottore, mio figlio è caduto malato!” (comunicazione della malattia del figlio).
10. “Ho avuto l’influenza attaccata allo stomaco” (fastidiosissima influenza aggravata da dolori di pancia…).
11. “Ho la pressione alta; mi debbo controllare nello spesso” (cioè “frequentemente”).
12. “Dottore, il letto mi chiama!” (non si tratta di un letto dotato miracolosamente di parola, ma della sconfortata frase di un valetudinario).
13. “Stanotte ho avuto incollorioni di stomaco” (colica addominale con crampi atroci, gli “incudduriuna” del dialetto…).
14. “Ho avuto giramento di testa” (capogiro).
15. “Accarpato sono!” (cioè fortemente raffreddato).
16. “Dottore, mi corre il naso!” (un caso di epistassi o, più banalmente, un raffreddore terribile).
17. “Dottore, sono venuto per lo scrivamento delle medicine” (funzione essenziale del medico non è tanto visitare e possibilmente guarire l’ammalato, ma “scrivergli” le ricette…).
18. “Il dottore mi insegnò questo medicinale” (per l’appunto: il medico “scrivente” e “docente”).
19. “Mischino, si va per alzare e batte la testa” (genesi di un trauma cranico).
20. “Quando è caduta la bambina, Oddìo esserci un medico!” (ricorrente denunzia della scarsità di personale medico, ma – anche – del fato crudele che fa sì che nel momento cruciale non ci sia un aiuto sanitario adeguato).
21. “Aspetta che ti scripento” (lo dice la mamma che sadicamente spreme un foruncolo ad un bambino)
22. “Ahi, mi hai stoccato il braccio!” (cioè, mi hai provocato una distorsione).
23. “Stai lontano, se no mi immischi il coviddi” (a scanso di contagi…)
24. “Ma tutto sminnato sei?” (cioè costellato di ferite e tagli, ad es. in seguito ad una rasatura mal riuscita…)
25. “A mia madre ci hanno dato l’invalidità per cose di testa” (cioè per patologie neurologiche).
26. “Mia suocera, mischina, ha fatto una volata!” (non in senso ciclistico, ma nel senso di una morte avvenuta nel giro di pochi giorni).
Bel repertorio di malanni, non c’è che dire; ma dopo aver sentito notizie così poco confortanti, diamo spazio anche a qualche frase consolatoria:
1. “Mah! Quando si conta è niente” (cioè se la cosa la si racconta vuol dire che si è ancora vivi…)
2. “Teniamoci forte!” (cioè “facciamoci coraggio e resistiamo”).
3. “Il dolore mi abbacò” (quindi si è attenuato).
4. “Ora mi sento paradiso” (ora sì che sto bene!).
P.S.: per questa e altre rassegne di espressioni “italo-sicule”, rimando al mio volume “Sicilitalia”, pubblicato a 6 mani con Vito Lo Scrudato e Bernardo Puleio (Pietro Vittorietti ed., Palermo 2018).