Esaminiamo otto interessanti etimologie latine di alcuni vocaboli piuttosto comuni nella lingua italiana.
1) CASA – In latino “casa” si dice “domus“; il termine “casa” indica invece qualcosa di più riduttivo e umile, una “casetta” o “casupola”, se non addirittura una “capanna”, in genere localizzata in campagna.
La forma casa in latino sarebbe dovuta passare a *cara, a causa del cosiddetto “rotacismo” (passaggio delle -s- intervocaliche a -r-); il fatto che sia rimasta così dimostra che si tratta di un termine di sostrato, appartenente cioè ad una lingua preromana, forse il sabino. Si trattava dunque di un vocabolo nato in un ambito non cittadino, agricolo; ed anche in seguito la casa divenne espressione della rusticitas rispetto alla urbanitas della domus.
Il termine domus designava la casa anche in quanto simbolo della famiglia, organizzata intorno al dominus, il pater familias. Da domus derivò poi il sostantivo “duomo”, attraverso l’espressione domus Dei “casa di Dio”. Nella lingua sarda permane il sostantivo domu per indicare la casa.
All’inizio del Medio Evo, insieme con le città, scomparvero le grandi abitazioni, sostituite da dimore in campagna; sempre più diffuso fu dunque il sostantivo casa, fra l’altro più semplice nella declinazione e nella costruzione, che prevalse su domus nel latino medievale e poi in italiano.
In francese dal lat. casa deriva l’espressione chez moi cioè “da me, a casa mia” (un locativo simile al greco òikoi, οἴκοι, “a casa”).
Invece il francese maison nel senso di “casa” derivò dal latino mansio che si ricollegava al verbo maneo (“rimanere, restare”) e voleva dire “dimora, abitazione, luogo di sosta”; l’italiano “magione” è un prestito proprio da maison.
2) CONIGLIO – Il sostantivo cunìcŭlus, di origine iberica, indicava in latino il “coniglio”, ma anche la “galleria sotterranea”, il “cunicolo” scavato da questo animale, che ha l’abitudine di scavarsi il covo sottoterra. In particolare, nel lessico militare il cuniculus era il condotto sotterraneo utilizzato per espugnare città: erano infatti scavate delle gallerie sotto le mura di cinta per penetrare all’interno delle città assediate; il cunicularius era appunto il soldato (che oggi farebbe parte del genio militare) incaricato di scavare cunicoli di questo tipo.
3) IMBECILLE – In latino l’aggettivo imbecillus, – a, -um (che si trova anche nella forma imbecillis, -e) significa “debole, fiacco, privo di forze”; deriva dal prefisso privativo “in-” (quello, per intenderci, dei nostri “in-civile” e “in-adatto”) + bàcŭlum, cioè “bastone” (di cui bacillum è il diminutivo); quindi imbecillis è chi non ha il bastone e risulta, dunque, “debole”. Il derivato italiano “imbecille” trasferisce la debolezza dall’ambito fisico a quello mentale.
4) LETAME – Per quanto possa sembrare strano, il “letame”, prodotto della fermentazione degli escrementi degli animali da allevamento misti a paglia, sabbia, segatura, ecc., deriva il suo nome dal verbo latino laetare, che voleva dire “rallegrare” ma anche “concimare”; in effetti il letame è un utile fertilizzante e quindi “allieta” i campi… Affini erano il sostantivo laetitia (“gioia, letizia, allegria”) e l’aggettivo laetus, -a, -um che voleva dire “lieto” ma anche “fertile”.
5) OPPORTUNO – L’aggettivo latino opportunus, -a, -um deriva dalla preposizione ob + portus (“porto”) e significa dunque inizialmente “comodo per il passaggio” (appunto come un porto per i naviganti); passa poi a significare “favorevole, opportuno, adatto ad uno scopo”.
6) SATELLITE – In latino satelles, sostantivo maschile della III declinazione, significa “guardia del corpo”, di un principe, un re, un notabile, un uomo importante, ecc.; al plurale, i satellites costituivano la “scorta”, il “seguito” di un personaggio: in Orazio si legge “per medios ire satellites” “passare in mezzo alle guardie” (“Odi” III 16, 9).
Nel 1610 Keplero spostò il termine in campo astronomico, considerando in un certo senso i “satelliti” (come la Luna rispetto alla Terra) simili a “seguaci” e “servitori” dei pianeti.
7) SETTENTRIONE – La parola deriva dal sostantivo latino septemtrio (“settentrione”) e si collega alla costellazione dell’Orsa Maggiore (o Grande Carro); nelle sette stelle che la compongono gli antichi vedevano “sette buoi” aggiogati (“septem triones”, lett. “sette buoi da lavoro”; cfr. trio, trionis cioè “bue che tira l’aratro”). Le sette stelle, ruotando attorno alla stella polare, potevano ricordare il movimento dei buoi durante l’aratura.
8) ARTE VENATORIA – In latino il termine che indica la caccia è venatio, -onis, da collegare al verbo deponente venari (“andare a caccia”); venator è il “cacciatore” e venatorius è l’aggettivo corrispondente, da cui deriva appunto l’espressione italiana “arte venatoria”; il femminile venatrix (“cacciatrice”) è spesso riferito alla dea Diana.
La reggia di Venarìa Reale, nei pressi di Torino, realizzata per conto del duca Carlo Emanuele II di Savoia (1634-1675), prende nome appunto dalla destinazione venatoria della reggia (il nome latino della reggia era “Venatio Regia”).
Il verbo italiano “cacciare” (nel senso di “andare a caccia”) deriva invece dal francese chasser e dai verbi tardo-latini caciare e captiare, entrambi deformazioni dell’antico captare, a sua volta frequentativo del verbo capio (“prendere”).