Il volo della rondine

Sembrerà strano, ma quando spiegavo in classe le proposizioni concessive, una ventina d’anni fa, utilizzavo uno stralcio della canzone “La rondine” di Mango: “Nonostante tu sia / la mia rondine andata via, / sei il mio volo a metà, / sei il mio passo nel vuoto”.

Ma non serviva solo come esempio sintattico, quella splendida e struggente canzone.

Era la storia di un distacco doloroso, di due persone prima molto unite e poi separate in “cieli diversi” (“stessa luna a metà, / sei nel cielo sbagliato”); era la confessione di una mancanza sentita nella carne e nel sangue (“Ti vorrei, ti vorrei / come sempre ti vorrei”), dei sogni infranti (“notte farà, mi penserai, / ma tu che ne sai dei sogni, / quelli son miei, non li vendo”), di un’interruzione sul più bello (“sei il mio volo a metà”), di un amore profondo sentito nei sensi e nella mente (“Unico amore che rivivrei, / sai di vento del Nord, / sai di buono ma non di noi”), di un addio forse non definitivo, se la speranza viene sempre a infrangere la disperazione e se è vero che si va comunque avanti, “nonostante” i momenti difficili.

La ricerca della persona cara continua, anche se a volte il grido dell’assenza è doloroso e lancinante: “Dove sei? Dove sei? Dove sei? Dove sei? Dove sei?”.

Questo cantava il padre, Pino Mango, straordinario cantante lucano, morto prematuramente a soli sessant’anni nel 2014, stroncato da un infarto durante uno dei suoi spettacoli. La sua era una voce unica, irripetibile, con inflessioni sorprendenti, con una musicalità innata e profonda.

Pino Mango (1954-2014)

Mango nel 2004 aveva sposato Laura Valente, nota per essere stata la seconda cantante dei Matia Bazar, con cui aveva una ventennale relazione incominciata nel 1983; dalla coppia erano già nati due figli, Filippo nel 1995 ed Angelina nel 2001.

Ora Angelina Mango ha raccolto l’eredità del padre e della madre, mostrando una passione profonda per la musica. Ha perso il padre a soli 13 anni, ma ha continuato la sua strada e dal 2020 il suo successo è cresciuto sempre più, per i suoi mezzi vocali eccellenti e la sua personalità determinata; nel 2022 è arrivata seconda al talent show “Amici” di Maria De Filippi, vincendo nella categoria dei cantanti. L’anno scorso le sue canzoni (soprattutto il singolo “Che t’o dico a fa’”) hanno ottenuto un numero straordinario di visualizzazioni e un triplo disco di platino.

A Sanremo Angelina partecipa con la canzone “La noia”, brano interessante sia nella musica sia nel testo: nel ritornello diventa una trascinante “cumbia”, in cui la giovanissima cantante alterna una padronanza spettacolare del palcoscenico alle capacità vocali (soprattutto in un inciso eseguito “a cappella” di efficacia particolare).

Ieri sera, nella cosiddetta serata delle “cover”, questa ragazzina che spesso è apparsa sicura, forte, determinata, era visibilmente emozionata.

Aveva deciso di rendere omaggio a suo padre e ha riproposto “La rondine”; ma quello che mi sembra rilevante è che della canzone ha dato una sua reinterpretazione non scontata, non banale, anzi suggestiva, originale, musicalmente geniale a tratti.

L’accompagnamento era dato inizialmente dal Quartetto d’archi dell’Orchestra di Roma per allargarsi poi all’intera orchestra, mentre la voce dell’interprete aleggiava nel teatro con palpabile emozione sua e del pubblico.

Alla fine dell’esecuzione, la “standing ovation” accomunava la figlia (cui si apre un futuro di successi indiscutibili e meritati) alla memoria del padre: in galleria alcuni spettatori con dei cartelloni hanno composto la scritta “Grande Pino”. Lei, Angelina, emozionatissima, tratteneva a stento le lacrime.

E davvero, ieri sera, 9 febbraio 2024, padre e figlia erano insieme, anche se uno dei due si trova, purtroppo, “nel cielo sbagliato”.

Angelina Mango sul palco di Sanremo, mentre interpreta “La rondine” (9 febbraio 2024)

L’interpretazione di Angelina Mango ha riportato ieri sera il secondo posto nella classifica; l’ha preceduta il rap napoletano di Geolier, che si è esibito in un medley partenopeo con Guè, Luchè e Gigi D’Alessio.

Il pubblico non ha gradito il verdetto e ha fischiato; ma nel Festival della canzone italiana, ormai, si può vincere anche senza cantare e senza parlare in italiano. 

LA RONDINE

(Testo e musica di Pino Mango)

Ti vorrei, ti vorrei,

come sempre ti vorrei.

Notte farà, mi penserai.

Ma tu che ne sai dei sogni, mmh,

quelli son miei, non li vendo.

Che ne sai, che ne sai,

chissà che mi scriverai,

Forse un addio, o forse no,

ma tu che ne sai dei sogni, mmh.

Nonostante tu sia

la mia rondine andata via,

sei il mio volo a metà,

sei il mio passo nel vuoto

Dove sei? Dove sei?

Dove sei? Dove sei? Dove sei?

Unico amore che rivivrei!

Sai di vento del Nord,

sai di buono ma non di noi.

Stessa luna a metà,

sei nel cielo sbagliato.

Non lo so, non lo so

quanto tempo ammazzerò…

Mio libro mio, non ti leggerò

baciandoti sulla bocca, mmh,

lo scriverò un’altra volta.

Nonostante tu sia

la mia rondine andata via,

sei il mio volo a metà

sei il mio passo nel vuoto

Dove sei? Dove sei?

Dove sei? Dove sei? Dove sei?

Unico amore che rivivrei!

Sai di vento del Nord,

sai di buono ma non di noi.

Stessa luna a metà,

sei nel cielo sbagliato.

My love!

Nonostante tu sia

la mia rondine andata via,

stessa luna a metà,

sei nel cielo sbagliato!

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

4 commenti

  1. Mario,visito sempre il tuo sito,anche se no lascio traccia.Questa volta,ho deciso di dirtelo perché trovo sempre un grande intellettuale,coltissimo e poliedrico.Mi ha colpito molto il tuo commento su “La rondine” e mi ha stupito il fatto che hai snobbato quanti si repotano uomini di cultura e considerano canzonette,anche i capolavori,arricciando il naso , quando si parla di musica leggera.La grande musica della scuola genovese,quella di Vecchioni,di Mango e di altri, è un’ isola letteraria.Debbo chiudere perché mi trovo in albergo a Mazara ed è l’ ora di pranzare.Ciao

    1. Grazie per la tua attenzione. In realtà non credo di aver “snobbato” nessuno; anzi, sono il più convinto assertore, da sempre, dell’importanza di certa musica “leggera”, non solo per l’alto livello dei testi e delle musiche, ma anche per quanto ha segnato la nostra esistenza, in tanti momenti lieti o tristi. Quanto alla scuola genovese, io che in quella città sono nato, da sempre ritengo quella parentesi poetica e musicale una delle più alte manifestazioni della cultura del nostro Paese.

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