Anno scolastico 1971/72: frequentavo la III A, ultimo anno, al Liceo classico “Andrea D’Oria” di Genova.
Ho qui davanti a me il mio diario scolastico di allora: era molto artigianale, dato che era pubblicato dalla Tipo-Litografia OSSVP di via Imperiale 41 a Genova: nel primo trimestre le pagine erano azzurre, poi nel secondo diventavano arancioni e infine nel terzo trimestre viravano su uno speranzoso verde.
La cosa che oggi mi colpisce è che in copertina compariva il motto “NULLA DIES SINE LINEA”, che poi ho fatto mio (e che non a caso è il nome di questo blog…).
In una pagina iniziale sono elencati i miei professori con l’orario di ricevimento: Ferdinando Durand (Italiano), Lucia Queirolo Palmas (Latino e Greco), Maria Fabro (Storia e Filosofia), Claudia Nosengo Campora (Matematica e Fisica e nostro membro interno alla maturità), Maria Laura Roggero (Scienze), Anna Maria Lebboroni (Arte), Attilio Lanza (Ed. Fisica) e don Franco Guttuso (Religione).
Un’altra pagina contiene l’elenco dei libri di testo: li ho ancora quasi tutti. In particolare, per me che ho insegnato Latino e Greco, l’antologia di Lana-Fellin “Civiltà di Roma antica” è stata fondamentale (era il primo testo di letteratura latina che facesse confronti con le letterature moderne). Di Italiano avevamo la già obsoleta antologia del Pedrina, di Arte il celebre Carli-Dell’Acqua.
C’erano anche diversi “classici” non solo di Latino e Greco, ma anche di altre materie (cosa oggi impensabile e politicamente scorrettissima, vista l’assenza – allora – di ogni tetto di spesa per le povere famiglie): ad es. la “Mostellaria” di Plauto, l’“Agamennone” di Eschilo, “Per la libertà dei Rodii” di Demostene, “I doveri dell’uomo” di Mazzini, “La scienza e l’ipotesi” di Poincaré, le “Opere minori” di Manzoni, “I Malavoglia” di Verga (che si leggevano integralmente).
Non manca una pagina con l’orario delle lezioni: 29 ore settimanali, con uscita alle 13 tutti i giorni tranne il sabato (quando si usciva alle 12). Per la cronaca, l’anno scolastico era iniziato martedì 5 ottobre. Come si vede, si facevano molte ore di lezione in meno (ma non mi pare che me ne derivasse un particolare danno; anzi…).
Il diario registra puntualmente i compiti quotidiani e i voti ottenuti; poche o nulle erano invece le divagazioni ludiche di mio pugno, più che altro perché per me il diario di scuola era “di scuola”, era business e non luogo di sfoghi autobiografici.
Ricordo però che io, con alcuni compagni, tenevo allora un giornalino della classe (chiamato poco fantasiosamente “III A”), di cui ero “direttore irresponsabile”; vi riversavamo notizie e pettegolezzi (allora non si diceva “gossip”) sulla vita scolastica; non me ne è rimasta nessuna copia, anche perché la circolazione delle copie era rischiosetta… Un pezzo forte, molto seguito, era la rubrica “Previsioni del tanfo”, che curavo personalmente e che forniva informazioni utili su certe “ventilazioni” (che Fantozzi avrebbe definito “ventilatio intestinalis putrens”) che infestavano a volte le ore di lezione.
Il mio diario scolastico, in ogni giornata, inseriva una barzelletta o una freddura, a volte decisamente demenziale.
Ad es. in data 26 maggio compare questa barzelletta intitolata “Favori”:
“Scusi, signore, potrebbe farmi un favore?“
“Certamente, se posso“.
“Mi cambierebbe un biglietto da diecimila in undici da mille?“
“Vorrà dire in dieci da mille!“
“Eh no, che favore sarebbe?“
Particolarmente perfida (e decisamente antifemminista) la barzelletta del 14 febbraio: “PENSIERINO – Se una donna soffre in silenzio vuol dire che è sola in casa”.
No comment…
Il diario arrivava al 23 giugno, ma l’ultima annotazione risale a mercoledì 31 maggio 1972: “Demostene: sino al segno”. Poi evidentemente ci si concentrò sull’imminente esame di maturità (che per me iniziò lunedì 3 luglio con il tema d’Italiano, proseguì il 4 luglio con la versione di Greco e si concluse il 24 luglio – nientemeno! – con gli orali); l’esito dell’esame (60/60) lo appresi poi telefonicamente quando ero già in vacanza a Bagheria.
P.S.: Per la cronaca, in quel momento era presidente del consiglio il democristiano Emilio Colombo, che da oltre un anno guidava un governo quadripartito di centro-sinistra (DC, PSI, PRI, PSDI); alla Pubblica Istruzione c’era il democristiano Riccardo Misasi, di Cosenza.
Chissà se qualche mio buon allievo o allieva della Bergamo erano anche tra i maturandi…
Bellissimi ricordi. Assieme alle foto di classe… Penso che il livello allora fosse molto alto, ma che questo sapere di doversi impegnare, fosse qualcosa che stimolava: non è così anche per quanti fanno sport ? Arrivare a misurare le proprie forze.