Il “normale caldo estivo”

Il noto sito allarmistico www.ilmeteo.it alle 12,15 di oggi (9 luglio 2024) ha pubblicato questo aggiornamento: «L’Italia sta per essere invasa da un’ondata di calore eccezionale con l’arrivo di una vera e propria “lingua infuocata” proveniente dal Nord Africa, che lascerà tuttavia spazio a qualche temporale di calore. L’anticiclone africano, un colosso atmosferico proveniente dal Sahara, sta già avanzando sulla Penisola, portando con sé un clima rovente che abbraccerà l’intero Paese. […] Il termometro oltrepasserà la soglia dei 37°C in numerose località, specialmente nelle aree urbane e nelle pianure interne, creando condizioni climatiche particolarmente afose e opprimenti. […] Ma il calore non darà tregua nemmeno dopo il tramonto: avremo infatti a che fare con le notti tropicali, fenomeno caratterizzato da temperature che, anche durante le ore notturne, non scendono mai sotto i 20°C, rendendo difficile trovare refrigerio e compromettendo la qualità del sonno».

Nei Telegiornali vengono trasmesse le consuete immagini di ogni estate (alcune verosimilmente di repertorio) che mostrano cittadini e turisti boccheggianti, piazze calcinate dal sole, gente che si versa in testa bottigliette d’acqua, spiagge affollate e colonnine di mercurio alle stelle.

Stamattina mi ha telefonato da Genova il mio caro amico Paolo, che – sentendo le notizie in TV – si era preoccupato per me, essendo convinto che qui a Palermo viaggiassimo sui 40° all’ombra.

L’ho tranquillizzato, invece, dicendo che qui c’è “normale caldo estivo” (che qui da noi vuol dire, al centro della città, minime di circa 25° e massime di 30°-31°).

Oggi alle 13,30 il termometro, qui in pieno centro di Palermo, segnava 29°9 (una temperatura che pare ispirata dai prezzi delle poltrone Sofà o delle angurie vendute dagli ambulanti abusivi).

Ieri ho registrato 25°3 di minima e 31°4 di massima.

Certo, c’è caldo, non c’è dubbio.

Un caldo intenso, specie nelle notti che in questa città tropicale hanno da tempo abdicato alla loro funzione ristoratrice e (da giugno a metà ottobre) presentano temperature quasi sempre al di sopra dei 23°.

Un caldo fastidioso anche per l’umidità, peraltro minore rispetto a certe città del Nord e confortata ogni tanto da qualche refolo di brezza marina che osa ribellarsi alla tirannide di Sua Maestà il Sole.

E però è un “normale caldo estivo”: nulla di straordinario in questa situazione climatica, che – al momento – rientra nella “normalità”.

L’espressione “normale caldo estivo” mi fa sempre sorridere, perché mi ricorda una curiosa vicenda legata al famigerato pretore palermitano Vincenzo Salmeri; me ne sono già occupato diffusamente in questo mio blog (https://pintacuda.it/2021/07/06/il-pretore-salmeri-e-il-normale-caldo-estivo/), per cui qui mi limito a ricordarlo sinteticamente.

Il 14 agosto 1971 Salmeri passeggiava in piazza Politeama a Palermo, quando vide una giovane e procace turista danese di Copenaghen, Lise Wittrock, che si aggirava per le vie del centro con dei sensualissimi hot-pants che provocavano il torcicollo generale dei “màscoli” cittadini. Immediatamente il giudice chiamò due vigili urbani e fece accompagnare la ragazza nel commissariato più vicino, denunciandola per violazione dell’art. 726 del Codice Penale (offesa alla pubblica decenza), reato che poteva anche prevedere un mese di arresto. 

La malcapitata danese si presentò spontaneamente negli uffici della Procura il 24 agosto, con il suo avvocato e con un grande codazzo di curiosi e fan; per l’occasione aveva evitato di presentarsi in hot pants e aveva indossato una più morigerata minigonna.

Quando Liza si difese dando la colpa del suo abbigliamento disinvolto all’intenso caldo palermitano, Salmeri ribatté (per l’appunto): «Ma quando mai! C’era normale caldo estivo!». Un caldo “normale” che, dunque, dal punto di vista dell’inappuntabile magistrato, non giustificava in alcun modo un look così scollacciato.

La danese fu condannata ad una ammenda, che però eluse facendo le valigie e tornandosene di corsa a casa.  Tuttavia un paio d’anni dopo un altro palazzo di giustizia siciliano, quello di Messina, smentì Salmeri, assolvendo Lise Wittrock e con lei i suoi hot pants, dando una diversa interpretazione dei confini della decenza; il che forse avvenne grazie anche ad alcuni testimoni, che sostennero in aula che i famosi hot pants di Lise «non offendevano affatto la vista» (e te credo…).

Salmeri però non si fermò lì: in seguito sequestrò la famosa foto pubblicitaria del giovanissimo Oliviero Toscani che mostrava un procace lato B femminile (quello della modella americana Donna Jordan, al tempo compagna di Toscani) avvolto da attillati jeans “Jesus” con lo slogan “Chi mi ama mi segua”; inoltre fece una vera crociata contro i manifesti dei film scollacciati dell’epoca e contro le riviste osé.

Ma oggi, se il povero Salmeri girasse per le strade di Palermo, chissà quanti shock avrebbe: potrei citare, come esempio visto recentemente con i miei occhi, una ragazzina in topless (!) che camminava per via Dante al seguito del corteo del “pride”… Ma chissà quali sarebbero la meraviglia e il fastidio dei tanti sanzionabili, di fronte all’improbabile apparizione di un obsoleto Catone dei tempi moderni…

Nella mia memoria l’unica cosa che rimane tenacemente, di quell’accigliato pretore, è quella sua meravigliosa e indimenticabile definizione di “normale caldo estivo” che uso ancora oggi, sempre timoroso però di doverla accantonare alla successiva infuocata ventata africana.

Infatti l’anticiclone africano, che ha sostituito quello delle Azzorre (che Daniele Billitteri comicamente chiama “delle Azzose”, forse con rimpianto delle gazzose che si bevevano nelle estati “normali”), è ogni anno sempre più capace di frantumare ogni record: così avvenne l’anno scorso, quando il 24 luglio 2023 registrai qui nel centro di Palermo 30° di minima e 44° di massima (!!); ancora peggio fu il 25 luglio, con una minima della notte di ben 36° (peggio che a Kuwait City!!).

Ma perché ci dovremmo lamentare? Meglio per i piromani, che si stanno già preparando a fare impunemente festa come ogni anno. Meglio per i proprietari dei lavaggi delle auto, impolverate spesso dalla sabbia del (troppo vicino) Sahara e uniformate democraticamente in un colore bianco sporco. Meglio per gli operatori ecologici (ex spazzini), che per il gran caldo hanno un’ottima giustificazione per non spazzare mai le strade di Palermo (davanti casa mia sono ormai otto giorni che si ammassano cartacce e luridumi vari).

Non vorrei però che la situazione stia peggiorando… Aspettate, vado a controllare.

Sono le 15,30: fuori ci sono 31° e 56% di umidità.

Normale caldo estivo.

P.S. (tanto per non smentire la meritata fama di laudator temporis acti)

Cinquant’anni fa, il 9 luglio 1974, la temperatura di Palermo era molto più mite: 23° di minima e 25° di massima; i giorni successivi rimasero su quel livello (il 10 19°-25°, l’11 21°-25°, il 12 e il 13 ancora 21°-25°, il 14 21°-27° e finalmente il 15 22°-30°).

Quell’estate il giorno più caldo fu il 3 settembre, con una massima di 38° e forte vento di scirocco (noi quel giorno eravamo sul Treno del Sole e rientravamo a Genova…); a luglio e agosto a Punta Raisi non si superarono mai i 33° e solo in pochi giorni le massime superarono i 31°.

Ma erano altri tempi: altri in tutto, pure climaticamente…

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

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