Nell’estate del 1947 a Villa Filippina, a Palermo, in occasione della stagione lirica estiva, furono rappresentati l’“Andrea Chénier” di Umberto Giordano e il “Rigoletto” e “La Traviata” di Giuseppe Verdi.
Mio padre, il M° Salvatore Pintacuda, era allora critico musicale del “Giornale di Sicilia”; ripropongo le sue recensioni a questi tre spettacoli; la prima risale esattamente a 76 anni fa, essendo stata pubblicata mercoledì 30 luglio 1947.
Da questi trafiletti emerge il notevole successo degli spettacoli, che furono seguiti da un pubblico numeroso ed entusiasta. Evidentemente, dopo gli anni cupi della guerra, in quella lontana estate si tornava a respirare e a sperare: e queste cronache testimoniano la grande volontà di “ripresa” palpabile in ogni manifestazione di quel momento storico così difficile.
1) “Andrea Chénier” a Villa Filippina – «Lo spettacolo, il concorso del pubblico, l’esito artistico della serata sono stati quanto di meglio ci si poteva aspettare da una edizione “estiva” della popolare opera di giordano. Protagonista di grandi mezzi è stato il tenore Leonida Bellon: la sicurezza della sua voce e l’intelligenza scenica hanno concorso a dare al personaggio una notevole consistenza, anche se non pienamente sufficiente all’acceso lirismo di cui avvampa la passione del poeta francese. Sua pregevole compagna, per la dolce eloquenza data all’aristocratica Maddalena, è stata Clara Castellani, una soprano che sa cantare con molta sensibilità e con squisito gusto teatrale, il baritono Benvenuto Franci, di nobile e possente rilievo anche nelle esuberanze, ha ottimamente incarnato la figura del rivoluzionario Gérard, smarrito e pentito. Molto brave tutte le parti di fianco: benissimo i cori e le pastorelle del primo atto. Il regista Aldo Vassallo ha saputo comporre quadri plasticamente espressivi, ricchi di movimentata armonia, e in ciò è stato efficacemente coadiuvato dal giovanissimo Ettore Gaipa. L’opera attenta, meticolosa e, dove occorreva, appassionata del Maestro Vincenzo Marini ha conseguito una perfetta fusione ed un lodevole equilibrio fonico, il che non è poco merito considerando le subdole incognite di uno spettacolo all’aria aperta. Applausi calorosi ai principali interpreti e al direttore d’orchestra» (“Giornale di Sicilia”, 30 luglio 1947).
2) “Rigoletto” a Villa Filippina – «Serata di grandi entusiasmi popolari; merito dell’immortale Verdi e del suo magnifico interprete Benvenuto Franci che ha cantato con infiammata passione, con irruente, focosa e scenicamente persuasiva interpretazione. Lo hanno egregiamente coadiuvato il soprano Anna Giordano, una Gilda tutta dolcezza e palpito vocale, ed il tenore Amerigo Gentilini che è riuscito a modellare efficacemente la figura del Duca libertino. Molto bene si sono comportati pure Gabriella Galli (Maddalena), Ettore Bastianini (Sparafucile), Cantelli, Ciriminna, Ferretti, Messina e gli altri. Ottimi i cori, istruiti da Vittorio Aderno, e l’apporto della regia di Aldo Vassallo. Innumerevoli chiamate dopo ogni atto e a scena aperta; col baritono Franci e con tutti interpreti principali anche il Maestro Vincenzo Marini, ardente animatore dello spettacolo, è stato calorosamente festeggiato» (“Giornale di Sicilia”, 1° agosto 1947).
3) “La Traviata” a Villa Filippina – «Anche per la “Traviata”, terza opera verdiana della stagione, pubblico numeroso, letizia e spontaneità di applausi. È sempre Verdi, con le sue spalle gigantesche, che sopporta tutti i pesi, anche quelli delle popolarissime stagioni estive. Ancora il soprano Clara Castellani, una Violetta vibrante di profonda espressività canora, era al centro del melodramma, mentre le altre parti principali erano sostenute dal tenore Alberto Turrini e dal baritono Nicolò Di Cristina. Ottima la regia di Aldo Vassallo; orchestra e cori attenti e disciplinati sotto la bacchetta guardinga del M° Vincenzo Marini. La stagione lirica estiva, svoltasi sotto i migliori auspici sia dal lato musicale che da quello spettacolare, sta per chiudersi. Il contributo dal governo all’Organizzazione, il valido interessamento del Comune, lo spirito assistenziale che informa questi spettacoli, ci inducono a sperare che anche negli anni futuri l’iniziativa, promossa ed attuata dalla tenace ed energica volontà del Maestro Corrado Tramonti, abbia non soltanto a vivere ma a svilupparsi e migliorare per ottenere quei risultati sempre più rispondenti alle esigenze spirituali ed artistiche della nostra città» (“Giornale di Sicilia”, 3 agosto 1947).