Il Grande Googhello

Sa sempre dove sei.

Ti bracca.

Sta sempre con te, su di te, in te.

Annota implacabile ogni tuo movimento, persino ogni tua intenzione.

Se costeggi la salumeria Salamone (nomina sunt omina), senza nemmeno entrarvi, immediatamente ti chiede: “Come era la salumeria Salamone?”.

Se passi accanto al fruttivendolo Sparacello, zac: “Come era il fruttivendolo Sparacello?”.

A fine mese ti rendiconta tutti i tuoi movimenti: “Mario, ecco il nuovo riepilogo dei tuoi Spostamenti [maiuscolo]. Ti abbiamo inviato questa email mensile perché hai attivato la Cronologia delle posizioni, un’impostazione a livello di Account Google che memorizza i luoghi che hai visitato nei tuoi Spostamenti [sempre maiuscolo] personali”.

Aprendo la mail di riepilogo (“Esplora Spostamenti”), trovi – giorno per giorno – tutti i tuoi movimenti. E puoi ritrovare tutti i luoghi dove sei stato, con la precisazione di quanti chilometri hai percorso, se li hai fatti a piedi o in macchina, quanti minuti hai impiegato, ecc. C’è anche l’orario di ogni tuo movimento.

Parallelamente, compare il tracciato dei tuoi Spostamenti (ho imparato a scriverlo maiuscolo, deve essere un concetto importante e degno del massimo rispetto): sembra il  labirinto di Cnosso e a volte ti fa dubitare della tua razionalità nelle scelte degli itinerari (ma qui non potevo andare dritto anziché girare?).

Non basta. Se osi rispondere a una delle domande, ad es. a proposito di una pizzeria o di un ristorante, ti viene proposta una scheda di valutazione (accidenti, speravo di non vederne mai più, in pensione), con cinque stelline: devi dare un voto da 1 a 5 al locale visitato e, se vuoi, puoi allegare una foto della location o dei cibi degustati (ecco perché molte persone, me compreso, amano immortalare con i telefonini certe pietanze appetitose…). Se poi la tua recensione è particolarmente apprezzata, Lui ti comunica: “Sei popolare. La tua recensione è stata vista da X persone”, quantificando il tuo successo di audience.

Avrete capito che sto parlando di Google Maps Timeline che, con riferimento al famoso libro di “1984” di George Orwell, ho ribattezzato “Il Grande Googhello”.

Certo, al Grande Googhello si potrebbe sfuggire facilmente, disattivando la funzione “Posizione” nel telefonino; ma a questo punto Lui, preoccupato, precisa: “Puoi visualizzare, modificare ed eliminare questi dati in qualsiasi momento in Spostamenti”.

Insomma, ti blandisce, ti dice di non preoccuparti, ti tranquillizza. E che diamine, di che ti preoccupi? Quando vuoi, cancelli tutto: se hai un’amante segreta, se frequenti bische clandestine, se commetti reati, basta che fai clic e tutto sparisce in un attimo (almeno dal tuo pc: dal Grande Centralino del Grande Googhello chissà).

Ma, almeno per me, al netto di amanti, bische e reati, rivedere i miei Spostamenti è interessante: faccio statistiche e commenti, consulto dati, annoto curiosità. E quindi sto al gioco del Grande Googhello e, da suddito ossequioso dello stato totalitario di Oceania, mi rendo sempre reperibile, tracciabile, identificabile, consultabile.

In fondo è anche una compagnia: “Come ti è sembrato il macellaio Carnetti?”, “Che te ne è parso del ristorante Manciunazzi?”.

C’è un’apparenza di dialogo fra suddito e sovrano, una parvenza di democratico confronto di opinioni. Ti viene anche dato un diritto di voto (da uno a cinque stelle), sei blandito da complimenti (“sei popolare”).

Certo, fa sorridere che migliaia di persone abbiano avuto perplessità sulla liceità del green pass, sulla limitazione che verrebbe così imposta alla tua privacy e alle tue scelte: ma quanti di questi idealisti avranno disattivato la cronologia dei loro Spostamenti?

O forse ho torto.

Forse dovrei cominciare a prendere per fesso il Grande Googhello, lasciando il telefono a casa e disattivando la Posizione, oppure facendo Spostamenti forsennati e assurdi per sconcertarlo e mandarlo in avaria (ad es. andando dieci volte al giorno al panificio Filonetti).

Ma, più probabilmente, non c’è molto da fare.

Nel XXI secolo siamo tutti vittime del Grande Googhello, della sua pervasiva panteistica presenza, delle sue offerte che non si possono rifiutare, del suo capillare controllo di ogni nostro Spostamento.

Ne prendo atto e scendo di casa.

Mi Sposto.

Lui inizia a seguirmi.

Siamo un mondo di Spostati.

E per prima cosa passo dall’edicola/libreria del sig. Giornalini. Così Lui mi chiederà come mi pare: e io assegnerò le 5 stelle (mi sento quasi un membro del Movimento degli Zainetti), perché al giornale e ai libri non rinuncio mai.

“Nulla vi apparteneva, se non quei pochi centimetri cubi che avevate dentro il cranio” (George Orwell).

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *