Scuola a tutti i costi?

Ieri duemila dirigenti scolastici hanno rivolto al governo un “appello urgente” perché si decreti la didattica a distanza nelle scuole italiane fino a fine mese. Il provvedimento viene ritenuto necessario a fronte dei “numeri altissimi, mai visti prima” di contagiati tra i docenti, i collaboratori scolastici e gli studenti.

Il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi ha replicato dicendo che le nuove misure adottate (dalle regole sulle quarantene all’obbligo vaccinale per docenti e personale non docente) mirano a un “ritorno nelle aule in presenza e sicurezza”.

Belle parole! Quante volte, in questo lungo periodo di pandemia, abbiamo letto questa dichiarazione di “piena sicurezza” millantata da luoghi pubblici di qualunque tipo (scuole, ristoranti, uffici, negozi, ecc.), smentita poi sistematicamente dal dilagare di contagi alla faccia di qualunque decantata “sicurezza”, tanto più dopo l’affermarsi della contagiosissima variante Omicron (e ancora manca all’appello mezzo alfabeto greco…)!

Il governo, insomma, tiene il punto, fedele alla cocciutaggine pervicace del suo leader (propenso semmai a mollare ogni tanto su qualcosa per tenere buona la Lega e per mantenere in vita l’attuale coalizione-minestrone, sempre più traballante e destinata comunque ad essere messa a dura prova dall’imminente elezione del nuovo presidente della repubblica).

In particolare, la situazione siciliana viene così descritta oggi da Salvo Intravaia nell’edizione palermitana di “Repubblica”: «Rientro in classe in salita dopo le vacanze di Natale. Con la variante Omicron del Covid che si sta diffondendo a macchia d’olio anche tra i giovanissimi, i dirigenti scolastici siciliani prevedono una ripresa delle lezioni da incubo: le nuove regole sulla quarantena varate dal governo l’altro ieri non vengono giudicate sufficienti per arginare i contagi. E tra sostituzione del personale che si contagerà e sindaci che dispongono in ordine sparso, i problemi si moltiplicano. L’ultimo bollettino dell’Osservatorio epidemiologico della Regione certifica che fino a ieri c’erano 4.314 positivi al Covid nella fascia d’età tra i 6 e i 18 anni. Erano 1.953 l’ultimo giorno delle lezioni nell’Isola, il 22 dicembre scorso. In poco più di due settimane e mezzo, a scuole chiuse, i positivi sono cresciuti del 121%. E non si conosce il dato dei positivi tra i bambini della scuola dell’infanzia, di età compresa fra i 3 e i 5 anni, che non hanno l’obbligo di indossare la mascherina a scuola. Cosa accadrà, si chiedono allora i presidi, quando gli alunni torneranno in classe senza più banchi monoposto, in aule spesso piccole, senza impianto di aerazione e con i mesi più duri dell’inverno che porterà a fare lezione con le finestre chiuse per difendersi dal freddo?».

Come si vede, le prospettive non sono incoraggianti; non a caso, come ormai è consuetudine in questo frammentatissimo Paese, i sultanati locali stanno provvedendo a fare di testa propria: in provincia di Palermo, a Misilmeri e a Villabate, i sindaci hanno deciso di posticipare il rientro degli alunni a scuola al 14 gennaio; analoghe decisioni sono state prese in altre province dell’isola.

Il governatore Musumeci si mostra preoccupato ma, essendo ancora l’isola in zona gialla (almeno ufficialmente), si è limitato a dichiarare: «Dobbiamo guardare fino all’ultimo minuto la tendenza della curva epidemiologica. Ma no a fughe in avanti su un tema così delicato. Dobbiamo essere molto prudenti. […] Noi vorremmo che la scuola fosse l’ultimo spazio da chiudere ma non dobbiamo perdere di vista il diritto-dovere della sicurezza dei nostri figli»

Quello che è certo è che le disposizioni del governo sono per lo meno discutibili: ad es. si è deciso che alle medie e nelle superiori basteranno due studenti positivi per mandare a casa in Dad i compagni non vaccinati, mentre gli altri proseguiranno in presenza indossando mascherine Ffp2. Ma, come osserva giustamente Daniela Crimi, preside del linguistico “Cassarà” di Palermo, «ci hanno detto che è violazione di privacy chiedere agli alunni lo stato di vaccinazione».

Bella cosa, andare a una guerra con le armi spuntate, mantenendo in periodo bellico tutte le garanzie costituzionali e libertarie dei tempi “normali”! Chiedere a un alunno se è vaccinato è  considerata “violazione della privacy”; poco importa se quell’alunno (inconsapevolmente o consapevolmente) potrà andare a infettare i compagni, i docenti, i non docenti e i familiari. In nome della privacy personale di alcuni si colpisce a sangue il diritto alla salute di altri.

La situazione sanitaria a Palermo, intanto, è sempre più drammatica: le ambulanze fanno file di ore davanti agli ospedali, nei Pronto Soccorso non c’è posto, mancano le barelle, pazienti ammalati di covid o affetti da normali gravi patologie (ictus, infarti, tumori, ecc.) restano senza assistenza, i soccorritori del 118 sono costretti a turni infiniti. Ieri all’Ospedale Cervello è stata persino allestita una tendopoli per prestare soccorso agli ammalati.

Intanto sono saltati tutti i sistemi di tracciamento dei contagi, migliaia di persone ammalate o già guarite che sono a casa attendono invano un contatto con le autorità sanitarie che non riescono ad evadere tutte le richieste, alcuni reparti non-Covid vengono in fretta e furia riconvertiti (ma come si fa a riconvertire il personale sanitario su diverse specializzazioni e in quantità numeriche differenti?).

Resta poi il fatto che, alla faccia delle misure del governo, quasi tre pazienti su quattro risultano non vaccinati o con ciclo vaccinale non completo; soltanto in Sicilia quasi il 15% della popolazione ha ostinatamente rifiutato la prima dose di vaccino.

In questa situazione di grave emergenza, l’appello dei dirigenti scolastici per un rinvio del rientro a scuola appare sensato e realista; e stupisce che un leader pragmatico come Mario Draghi lo ignori e crei invece le premesse per un aumento esponenziale di contagi nelle scuole italiane. A meno che questo aumento sia voluto e auspicato, magari per il conseguimento (whatever it takes) dell’utopistica “immunità di gregge”.

Nessuno nega i tantissimi mali della didattica a distanza; ma ad essa si è fatto ricorso per mesi in situazioni sanitarie decisamente migliori; e rimane soluzione d’emergenza proprio perché siamo in emergenza. Ostinarsi ora su proclami vacui di “piena sicurezza” farebbe ridere se non facesse piangere.

Del resto, basta guardare sui social certe immagini dei nostri figli a scuola nel mese di dicembre, ad esempio in occasione degli open-day (così utili ad accalappiare iscritti per gli anni successivi): assembramenti (specie all’uscita dalle lezioni), assemblee in cui i ragazzi stanno gomito a gomito abbracciandosi, mascherine indossate dalla maggioranza ma con una minoranza innegabile di studenti, docenti e non docenti.

Ma quello che accade nelle scuole accade ovunque: in Italia, oggi, chi fa rispettare che cosa? Non è che avesse torto il sommo Poeta: “Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?”.

L’aveva persino capito il buon Renzo Tramaglino: “Comanda chi può e ubbidisce chi vuole”.

C’è da augurarsi che il premier dimostri il suo senso realistico e dia disposizioni che si possano attuare davvero. Se no, inizieranno provvedimenti “fai-da-te” destinati ad aggravare la confusione e a fare andare in tilt settori nevralgici del Paese.

P.S.: Peggio di così non poteva iniziare questo “venti-ventidue” (è così che, sciaguratamente, ho sentito definire il nuovo anno in diversi servizi giornalistici, in nome dell’anglicizzazione forzata della nostra cultura e della nostra lingua).

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

1 commento

Rispondi a manuela+spera Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *