Alcuni amici genovesi, in vacanza a Palermo, mi hanno segnalato una situazione che li ha molto stupiti, ma che non stupisce me, da anni abituato a conviverci. Si tratta del problema delle strisce pedonali, pressoché invisibili in quasi tutti gli incroci della città.
Detto fra noi palermitani, il problema in fondo è relativo, perché il pedone qui è da sempre considerato un fastidioso alieno, che invade arbitrariamente lo spazio privilegiato degli automobilisti; e, anziché rallentare alla sua vista, molti ritengono giusto piombargli addosso per cancellarlo dalla faccia della terra. Il concetto di precedenza è ritenuto un segno di debolezza; e appare un disonore fermarsi e dare strada a un altro veicolo o a un pedone.
Le strisce pedonali, dunque, non servirebbero comunque a gran che; ma resta il dubbio su quale tipo di vernice invisibile sia usata solo in questa città e non in altre, dove invece le fastidiose strisce sono ben visibili e anzi un po’ intimidatorie.
Che il problema non sia di oggi è dimostrato da questo articolo del “Giornale di Sicilia”, risalente al 20 agosto 2015, in cui si riferiva che un tentativo di risolvere il problema delle strisce invisibili era miseramente fallito: «L’operazione “smacchiamento” sulle strisce pedonali non ha funzionato. Il tentativo di “ravvivare” il bianco con l’utilizzo di mezzi della Rap, una macchina con getto d’ acqua e una spazzatrice, non ha dato gli esiti sperati. E si dovrà quindi attendere la fine di questa pausa estiva per individuare nuovi mezzi che siano idonei al tipo di pulizia necessario. Subito dopo si procederà a bandire, eventualmente, una gara per l’acquisto. Per i pedoni non resta che attendere. A partire dall’ auto che si fermi per consentire l’attraversamento della strada. Sì, perché in città si continuerà a fare i conti con piazze e vie dove la sicurezza dei pedoni è affidata unicamente al buon senso degli automobilisti. Le famigerate strisce pedonali, ribattezzate, non a torto, “strisce a scomparsa”, sono oggi invisibili in molte zone».
Questo, sette anni fa.
Ma a Palermo il tempo ha una dimensione tutta sua e la soluzione dei problemi, poi, viaggia su una dimensione spaziotemporale che disorienterebbe persino Einstein.
Fra i tanti altri articoli sull’argomento ne cito ancora uno, su “Repubblica”, risalente al 20 agosto 2019, a firma di Tullio Filippone, in cui va segnalata la curiosa dichiarazione, da parte di chi era preposto alla segnaletica orizzontale palermitana, di avere agito a regola d’arte: «Chi le dipinge per strada garantisce vernici all’avanguardia, che si sporcano per la cattiva qualità dell’asfalto e le carenze della pulizia. Chi gestisce la manutenzione del manto stradale asserisce di utilizzare materiali certificati. Chi le dovrebbe pulire riesce a lavare via la patina scura da 13 attraversamenti al giorno su 6.100 di tutta la città. L’unica certezza del rompicapo delle strisce pedonali e della segnaletica stradale di Palermo è che non si vedono».
In quell’occasione un autorevole amministratore palermitano, l’assessore all’Immobilità Giusto Catania, non mancava di dare rassicurazioni sulle strisce pedonali: «Ci vorranno tre notti, non bisogna rifarle, ma solo pulirle», assicurando contestualmente la massima priorità al problema e la sua celere risoluzione.
Quanto alla RAP (Risorse Ambiente Palermo), la società che a Palermo svolge (o dovrebbe svolgere) le attività afferenti ai servizi di raccolta e igiene ambientale, non mancò allora di sottolineare che «gli asfalti utilizzati sono tutti certificati».
Come si vede, in questa città non basta che esista un problema; per ulteriore dileggio e scherno nei confronti dei cittadini, il problema viene negato, minimizzato o – peggio – dichiarato facilmente risolvibile, salvo poi a strainfischiarsene di fare una qualunque azione in tal senso.
La verità, se si deve dirla tutta, è che occorrerebbe un’inchiesta giudiziaria, per accertare (facendo nomi e cognomi dei responsabili) chi e perché ha aggiudicato a chi e perché il rifacimento e la manutenzione delle strisce pedonali palermitane, quali materiali e perché sono stati pervicacemente usati e continuano ad essere usati, chi ha promesso a vanvera di mettere fine a un problema che mette ogni giorno a rischio la vita di molte persone (non si contano gli incidenti, anche mortali, avvenuti a causa delle strisce invisibili) e infine, chi oggi, 2 luglio 2022, pensa di fare qualcosa per mettere fine a questa decennale vergogna.
Se fossimo una troupe di “Striscia la notizia”, magari guidata dalla coraggiosa Stefania Petyx, faremmo un colossale nodo al fazzoletto per ricordarci del problema e per ricordarlo alle autorità. Ma contestualmente i cittadini palermitani dovrebbero stufarsi di essere abbindolati da chiacchiere inconcludenti e spesso in malafede.
P.S.: I miei amici venuti dal Nord hanno trovato Palermo quale essa è: una città bellissima e straordinaria, che però meriterebbe amministratori migliori. Ma li troverà mai?