Mio padre in guerra

Sulla tradotta militare, verso il fronte. Mio padre, Salvatore Pintacuda, agganciato esternamente e precariamente al vagone. Era il 31 marzo 1942.

Quei ragazzi finirono presto in zona d’operazioni in Corsica.

Mio padre anche sotto le armi continuò la sua attività musicale, dirigendo la banda musicale del suo reparto; inoltre, in soli quindici giorni, imparò a suonare perfettamente la fisarmonica (suonava già il clarinetto, l’oboe, il pianoforte, il violino e non so quanti altri strumenti).

La foto qui sopra è del 1943; siamo in Corsica. Mio padre è in piedi, il primo a sinistra.

Pochi giorni dopo ci fu l’armistizio e questi soldati furono trasferiti in Sardegna, con l’incarico di inseguire i Tedeschi, ex alleati.

Un periodo di enorme confusione storica, politica, umana.

Ma questi giovani avevano la forza di sorridere ancora e di sperare.

Mio padre arrivò al grado di caporalmaggiore; e ricordo che soleva compiacersi del fatto di non essere arrivato a sergente, perché finalmente nel ’45 la guerra era finita…

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

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