Da un po’ di tempo ho notato che i tappi di plastica delle bottiglie di acqua minerale, una volta svitati, non si staccano più.
Mi sono chiesto il motivo di questo banale ma fastidioso inconveniente, facendo varie ipotesi: forse dopo l’entrata nel club dei settantenni ho perso le forze? forse ho trovato delle bottiglie “difettate”? o forse occorre qualche nuovo accorgimento per svitare il tappo?
Non avevo fatto però l’ipotesi più ovvia, cioè quella che – anche in questo caso – ci fosse lo zampino di qualche direttiva europea.
Invece è proprio così: infatti, in base a una nuova regola per ridurre l’inquinamento e agevolare il riciclo della plastica, approvata dal Parlamento e dal Consiglio europeo il 5 giugno 2019 (5 anni fa!), si è deciso che dal 3 luglio 2024 tutte le bottiglie di plastica (anzi, in PET, polietilene tereftalato), entro i tre litri, dovranno prevedere il tappo attaccato al contenitore (nella nostra nuova lingua universale, cioè l’inglese, si dice “tethered cap”). In realtà le più diffuse marche di acqua minerale (ma anche quelle delle più diffuse bibite in contenitore di plastica) non hanno atteso il 3 luglio e, come ho detto, hanno già provveduto ad unire in matrimonio indissolubile tappi e bottiglie.
L’articolo 6 della nuova norma recita infatti: “i prodotti con tappi e coperchi di plastica possono essere commercializzati solo se questi restano attaccati ai contenitori per la durata prevista del prodotto”.
L’intento del provvedimento – leggo su Internet – «è quello di dire “no” alla plastica monouso e allo stesso tempo ridurre la dispersione nell’ambiente. I numeri dicono che l’85% dei rifiuti in mare o sulle spiagge d’Europa è plastica, di cui il 50% monouso».
In passato si riteneva (chissà perché in passato si facevano sempre considerazioni sballate) che fosse opportuno dividere il tappo dalla bottiglia per differenziare meglio la raccolta; ma già tre anni fa, negli Stati Uniti, l’Association of Plastic Recyclers concluse che era meglio mantenere i tappi uniti ai propri contenitori plastici destinati al riciclo. Oggi le nuove direttive affermano che mantenere i tappi uniti alle bottiglie aiuta l’impianto di recupero dei materiali (Mrf) a dividere con successo i vari rifiuti; infatti il tappo aiuta a mantenere la forma della bottiglia e permette alle apparecchiature di riconoscere il tipo di contenitore per la lavorazione.
Ora, al di là dell’opportunità ecologica del nuovo provvedimento, secondo me è innegabile l’enorme scomodità nel bere con i nuovi tappi: infatti, se si tracanna direttamente dalla bottiglia, si rischia di bere acqua e tappo al tempo stesso; se invece si versa l’acqua in un bicchiere, nell’atto di versare l’acqua scorre sul tappo, “tappizzandosi” inevitabilmente.
Ovviamente così la penso io, ma come sempre (per fortuna) c’è chi la pensa diversamente, ritenendo ad esempio che con le nuove modalità tappesche si evita la possibilità che il tappo svitato finisca per terra o si perda. Inoltre, per i mugugnoni come me, si stanno sperimentando soluzioni nuove, ad es. l’uso di tappi pieghevoli lungo il collo della bottiglia per poter bere senza problemi.
Tuttavia, per ora così è, se ci pare ma anche se non ci pare; e comunque non vi dico la gioia quando mi capita di trovare una bottiglia “all’antica”, in cui il tappo viene trionfalmente svitato e il cordone ombelicale con la bottiglia viene tagliato seccamente.
Gioia, ahimè, destinata a finire per sempre fra pochi mesi: piacer figlio d’affanno e gioia vana! Ma tant’è: in tempi cupi come questi, basta a volte un briciolo di antico per farci dimenticare il dominio invadente della modernità a tutti i costi.
Come sempre un po‘ di critica alle novità che ci propongono dall‘alto e dove si presume che tra qualche anno verrà fuori che era tutto inutile. Noi, felici persone del nord, possiamo bere l’acqua dal rubinetto: speriamo
che non mettano i tappi anche lì