“Lisa dagli occhi blu” – Addio a Mario Tessuto

Il tempo passa. I ricordi svaniscono. Le persone cambiano.

Lisa ha sempre i suoi occhi blu, ma senza le trecce non sembra più lei (“Lisa dagli occhi blu / senza le trecce la stessa non sei più”); è cresciuta, non è più la ragazzina che lui aveva conosciuto a scuola (“Classe seconda B, / il nostro amore è cominciato lì”; si vede che in I uno dei due era in un’altra sezione…).

Ora fra loro c’è un’incomunicabilità dolorosa, non hanno più nulla da dirsi o non sanno dirselo più (“Piove silenzio tra noi / vorrei parlarti ma te ne vai”).

Eppure!

Eppure una volta erano innamorati, erano inseparabili (“Eppure quasi fino a ieri / mi chiamavi amore tu, / ma nei tuoi pensieri oggi non ci sono più”).

Perché il tempo passa? Perché le trecce vengono inesorabilmente tagliate a una certa età? (“Lisa dagli occhi blu / senza le trecce non sei più tu”).

Le stagioni cambiano: è inevitabile e forse non è un male se si deve comunque andare sempre avanti (“La primavera è finita ma forse la vita / comincia così”).

Quell’amore di ragazzini era “fatto di vento”, era destinato a diventare “il primo rimpianto” in una vita ancora lunga da vivere (“Amore fatto di vento il primo rimpianto / sei stata tu”).

Ma la mente è ostinata, cocciuta nel rivangare immagini sbiadite dal tempo; e quegli occhi blu e quelle trecce gli tornano sempre in mente, incancellabili (“Lisa dagli occhi blu / senza le trecce la stessa non sei più”).

Per questo lui cerca in quegli occhi i sentimenti e le sensazioni di un tempo, ma annaspa nel presente, un presente freddo e privo di affetto (“Cerco negli occhi tuoi / la tenerezza che più non hai”).

Chi lo avrebbe detto, un tempo? (“Classe seconda B / chi avrebbe detto che poi finiva qui”). Ora fra di loro “piove silenzio” e lei, silenziosa, va via senza più ascoltare (“Piove silenzio tra noi / vorrei parlarti ma te ne vai”).

Doveva andare così. Da una delusione inizia una nuova vita; e di quell’“amore fatto di vento” resta solo un “rimpianto” sempre più fugace.

Gli occhi blu di Lisa resteranno solo un nostalgico ricordo della giovinezza lontana.

La bella canzone “Lisa dagli occhi blu”, scritta nel 1969 da Giancarlo Bigazzi e Claudio Cavallaro, fu portata al successo da Mario Tessuto, scomparso ieri, 5 dicembre 2024, a 81 anni di età.

Il cantante, il cui vero nome era Mario Buongiovanni, originario di Pignataro Maggiore (Caserta), aveva partecipato con successo nel 1968 al programma televisivo “Settevoci” condotto da Pippo Baudo; nell’estate del 1969 partecipò a “Un disco per l’estate” con “Lisa dagli occhi blu”.

Come si legge nel comunicato odierno di adnkronos, quella fu la «trionfale canzone di quell’estate spensierata, l’ultima prima che l’Italia sprofondasse nella ‘notte della Repubblica’, tra strategia della tensione e anni di piombo, segnata dalla tragica bomba di piazza Fontana a Milano del 12 dicembre di quell’anno».

Il successo della canzone fu tale che fu subito girato un film del genere “musicarello” con quel titolo, diretto da Bruno Corbucci.

Nel film Mario Tessuto interpretava (si fa per dire…) un giovane laureato in fisica nucleare, Mario Buongiovanni (il suo vero nome!); questi, durante una supplenza come insegnante di scienze in un prestigioso collegio femminile, aveva per allieva Lisa Prandi, figlia di un industriale lombardo (interpretata da Silvia Dionisio); nonostante iniziali difficoltà e incomprensioni, i due finivano per innamorarsi e lei rinunciava a sposare un altro ricco spasimante.

Anche il film ebbe molto successo; ma da allora la carriera di Tessuto fu segnata inesorabilmente e perennemente da “Lisa con gli occhi blu”. Qualunque canzone cantasse, qualunque altra attività artistica intraprendesse (girò un paio di altri film), tutti lo etichettarono sempre come il cantante di quella indimenticabile canzone.

E anche oggi tutti i quotidiani, nel dare la notizia della sua scomparsa, titolano immancabilmente: «Addio a Mario Tessuto, il cantante di “Lisa dagli occhi blu”».

E allora, in omaggio al bravo cantante scomparso, invito tutti a riascoltare almeno una volta, oggi, quell’antica canzone, che forse potrà ancora commuovere non solo i “boomers” ormai anziani ma anche qualche giovane particolarmente sensibile, dato che la malinconia è (fortunatamente) una malattia non ancora sradicata dalla faccia della terra.

Il link su YouTube è: https://www.youtube.com/watch?v=NauIpL3037Y.

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

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