“Harry Potter e la pietra filosofale” (“Harry Potter and the Philosopher’s Stone”) è il primo della famosa serie di romanzi della scrittrice britannica J. K. Rowling che hanno come protagonista il giovane mago Harry Potter.
Il libro fu pubblicato per la prima volta nel 1997 dalla casa editrice londinese Bloomsbury ed ebbe un successo planetario, con quasi quasi 120 milioni di copie vendute nel mondo; ricevette numerosi premi e nel 2001 ne fu tratta una versione cinematografica nel 2001 per la regia di Chris Columbus.
Il libro è stato tradotto anche in latino e greco antico, rispettivamente per merito di Peter Needham (docente di Lettere Classiche a Eton) e Andrew Wilson (docente presso la Bedford Modern School); il titolo latino è “Harrius Potter et Philosophi Lapis”, mentre quello greco è Ἅρειος Ποτήρ καῖ ἡ τοῦ φιλοσόφου λίθος.
Nella parte iniziale del romanzo, il 1° novembre del 1981 a Little Whinging, in Inghilterra, Albus Silente (preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts) lascia un neonato di un anno, di nome Harry Potter, sulla porta di casa degli zii Vernon e Petunia Dursley; il vecchio professore lascia anche una lettera in cui spiega che i genitori del bambino sono morti e in cui chiede di prendersi cura del piccolo; Harry crescerà poi infelice in casa Dursley, tormentato dalle angherie del cugino Dudley e degli zii.
L’incipit presenta la famiglia Dursley, che vive “nella casa di Privet Drive numero 4” (in latino “in aedibus Gestationis Ligustrorum numero quattuor signatis”). Il nome della strada allude al ligustro – in inglese “privet bush”, in latino “ligustrum” – pianta tipica dei quartieri periferici, che cresce in siepi ordinate intorno a molti giardini inglesi; quanto a “gestatio”, vuole rendere l’inglese “drive” nel senso di “viale” ove si passeggia. L’autrice intende qui evidenziare l’associazione con la periferia e con il concetto di recinzione, dato che i Dursley sono orgogliosi della loro condizione borghese e molto determinati nel prendere le distanze dal mondo magico.
Ecco la traduzione latina delle prime righe del romanzo, con la presentazione dei coniugi Dursley e del loro gretto perbenismo; a seguire, la traduzione italiana tratta dalla ed. Salani del romanzo.
«Dominus et Domina Dursley, qui vivebant in aedibus Gestationis Ligustrorum numero quattuor signatis non sine superbia dicebant se ratione ordinaria vivendi uti neque se paenitere illius rationis. In toto orbe terrarum vix credas quemquam esse minus deditum rebus novis et arcanis, quod ineptias tales omnino spernebant. Dominus Dursley praeerat societati nomine Grunnings, quae terebras fecit. Vir erat amplus et corpulentus nullo fere collo, maxima tamen mystace. Domina Dursley erat macra et flava et prope alterum tantum colli habebat quam alii homines, quod magno ei usui fuit quod tantum tempus consumebat in collo super saepes hortorum porrigendo, finitimos inspiciens. Durslei filium parvum nomine Dudley habebant nec usquam, eorum sententia, erat puer splendidior. Durslei omnia habebant quae volebant, sed rem quandam occultam tenebant, et maxime timebant ne quis hoc secretum cognosceret. Putabant enim id fore intolerabile si quis de Potteris certior fieret. Domina Potter erat soror Dominae Dursley, sed aliquot iam annos altera cum altera non convenerat. […]. Durslei sciebant Potteros quoque filium parvum habere, sed eum ne viderant quidem. Hic puer erat alia causa cur Potteros arcerent; nolebant enim filium suum Dudleum puero tali familiarem esse».
«Il signore e la signora Dursley, di Privet Drive numero 4, erano orgogliosi di poter affermare che erano perfettamente normali, e grazie tante. Erano le ultime persone al mondo da cui aspettarsi che avessero a che fare con cose strane o misteriose, perché sciocchezze del genere proprio non le approvavano. Il signor Dursley era direttore di una ditta di nome Grunnings, che fabbricava trapani. Era un uomo corpulento, nerboruto, quasi senza collo e con un grosso paio di baffi. La signora Dursley era magra, bionda e con un collo quasi due volte più lungo del normale, il che le tornava assai utile, dato che passava gran parte del tempo ad allungarlo oltre la siepe del giardino per spiare i vicini. I Dursley avevano un figlioletto di nome Dudley e secondo loro non esisteva al mondo un bambino più bello.
Possedevano tutto quel che si poteva desiderare, ma avevano anche un segreto, e il loro più grande timore era che qualcuno potesse scoprirlo. Non credevano che avrebbero potuto sopportare che qualcuno venisse a sapere dei Potter. La signora Potter era la sorella della signora Dursley, ma non si vedevano da anni. […] Sapevano che i Potter avevano anche loro un figlio piccolo, ma non lo avevano mai visto. E il ragazzino era un’altra buona ragione per tenere i Potter a distanza: non volevano che Dudley frequentasse un bambino di quel genere».