Dal sito del “Corriere della Sera”: «Sono 17 i voti dell’opposizione che hanno consentito l’elezione di Ignazio La Russa a presidente del Senato nonostante la defezione del gruppo di Forza Italia. La maggioranza dunque si è spaccata al primo voto. Ma anche l’opposizione».
Non ci poteva essere esordio più inqualificabile, da qualunque parte lo si guardi, del nuovo Senato della Repubblica.
Mentre le forze politiche vincitrici e vinte mostrano il peggio di sé, fra franchi tiratori, ripicche fanciullesche, caccia smodata alle poltrone e ai posti di potere, sconsiderati Aventini e tradimenti incrociati, la gente comune pensa alle bollette astronomiche da pagare, all’energia che manca, al lavoro che diminuisce sempre (ad es. ieri Genova è stata bloccata per il secondo giorno dalle proteste disperate degli operai di Ansaldo Energia che rischiano il licenziamento), ai venti di guerra, agli aumenti incontrollati dei prezzi.
Se i politici eletti dal popolo continuano a dare questo spettacolo inverecondo, non ci si potrà più meravigliare se il primo partito italiano, il P.A.I. (Partito degli Astensionisti Italiani) continuerà a mietere consensi.
In tutto questo, se molti ignavi che hanno votato scheda bianca o si sono astenuti avessero avuto la dignità di scrivere un nome (ad es. quello di Liliana Segre), forse stasera la seconda carica dello Stato non sarebbe andata a Ignazio Benito Maria La Russa (si chiama proprio così…) da Paternò.