I tempi lontani dell’Idrolitina

Negli anni ’50-’60 l’acqua minerale frizzante in bottiglia era rara, costosa e poco acquistata. Per ottenere l’acqua frizzante, allora, si adoperavano le bustine di Idrolitina (o di Frizzina, Cristallina, Idriz, Salitina M.A.) per rendere effervescente l’acqua del rubinetto.

Per quanto riguarda la celebre Idrolitina, occorreva versarne due bustine in una bottiglia col tappo a molla, piena d’acqua al punto giusto. Le bustine contenevano una miscela di bicarbonato di sodio (E500), acido malico (E296) e acido tartarico (E334), in forma di polvere, che a contatto con l’acqua la faceva diventare frizzante.

Si versava la prima bustina, si sigillava immediatamente ed ermeticamente la bottiglia (per evitare che l’effervescenza dilagasse all’esterno) e la si agitava più volte premendo sul tappo, attendendo che la polvere versata si sciogliesse; poi si versava la seconda. La tempistica era importante, perché in caso di errori l’acqua “col gas” risultava imbevibile o poteva tracimare sul tavolo. La procedura era semplificata usando la Frizzina o la Salitina M.A., che ottenevano lo stesso effetto con una sola bustina.

Alla fine, il retrogusto era un po’ salato ma piacevole. Ciò dipendeva dal fatto che lo ione sodio liberato dalla dissociazione del bicarbonato dava all’acqua un percettibile gusto salino, assente nelle acque minerali preparate industrialmente per addizione di anidride carbonica.

Tutte queste acque effervescenti “fatte in casa” venivano familiarmente definite “acqua di Vichy”, con un omaggio più o meno consapevole alla celebre sorgente effervescente francese. Bisognava però berle subito perché se no “svaporavano” e diventavano scipite e sgradevoli.

L’Idrolitina era nata nel 1901 da un’idea dell’imprenditore bolognese Cav. Arturo Gazzoni; dapprima oste, divenne poi ideatore e pubblicitario di prodotti farmaceutici. La sua tecnica pubblicitaria era per l’epoca originale e fantasiosa: Gazzoni utilizzò i migliori pittori cartellonisti, nonché poeti come Zangarini, D’Annunzio e Trilussa, per valorizzare i suoi prodotti. Sulla scatoletta gialla di cartone dell’Idrolitina, ad esempio, compariva una lirica del poeta bolognese Carlo Zangarini, che raccontava una curiosa vicenda matrimoniale: «Diceva l’oste al vino: / “Tu mi diventi vecchio, / ti voglio maritare / all’acqua del mio secchio”/ Rispose il vino all’oste: / «Fai le pubblicazioni: / sposo l’Idrolitina / del cavalier Gazzoni».

Gazzoni era consapevole dell’importanza della propaganda per gli imprenditori moderni e soleva dire: “è inutile fabbricare dei prodotti sia pure eccellenti, se non si sanno vendere”. Ecco quindi che altri due prodotti di Gazzoni ebbero molto successo: l’antinevrotico De Giovanni ottenne i pareri positivi di tre luminari della scienza medica del tempo (Cesare Lombroso, Guido Baccelli e Paolo Mantegazza), mentre la celebre “Pasticca del Re Sole” fu sponsorizzata da grandi attori e cantanti come Ermete Zacconi, Emma Grammatica e Beniamino Gigli.

Sotto il pontificato di papa Pio XI, la ditta Gazzoni ottenne addirittura di divenire fornitrice di Idrolitina per il Palazzo Apostolico; in seguito fu anche fornitrice della Real Casa; questi storici traguardi erano ricordati orgogliosamente nella storica confezione del prodotto.

Nel 1960, visto il grande successo delle vendite, fu lanciato un grande concorso Idrolitina con 4 premi da 5 milioni di lire in gettoni d’oro (cifra astronomica per quei tempi) e 800 premi minori consistenti in apparecchi Philips (televisori, radio, frigoriferi); le norme erano pubblicate sul “Radiocorriere TV”. Il concorso fu lanciato da una famosa pubblicità in televisione su Carosello nel 1959: il protagonista era il cantante napoletano Aurelio Fierro, che riusciva a sposare la sua Lazzarella perché il futuro suocero aveva appena vinto il megaconcorso, sicché poteva cantare festante: “È arrivato il signor Pietro, / è arrivato stamattina, / è arrivato coi gettoni / del concorso Idrolitina” (il video si trova su Youtube; lo sceneggiatore era il grande Marcello Marchesi, il “signore di mezza età”). Il mitico “signor Pietro” che portava a casa i milioni divenne così il sogno di moltissimi Italiani.

Non sono mancati tributi più recenti a questo celebre prodotto: Franco Battiato l’ha ricordato nella canzone “Zone depresse”, contenuta nell’album “Orizzonti perduti” del 1983: «dammi un po’ di vino, con l’idrolitina»; nel 2014 fu menzionata nel “Nuovo dizionario delle cose perdute” di Francesco Guccini.

L’Idrolitina esiste ancora: ho cercato su Amazon e ho trovato che una confezione da 20 buste (200 grammi) è venduta a 12,90 euro ed arriva a casa in pochissimi giorni. Chi volesse, dunque, può provarla, purché però abbia anche una bottiglia di vetro col tappo ermetico e purché rinunci alla comodità di una bella acqua frizzante preconfezionata comprata al supermarket. Ma a volte la nostalgia e i ricordi costituiscono un incentivo per esperimenti di questo tipo: quindi, anche senza il signor Pietro, facciamoci una bella bevuta di “acqua di Vichy”!

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

2 commenti

  1. tutto vero mio padre faceva una fatica le due bustine indimenticabili, ma non era facile la famosa bottiglia di vetro avvendo io 10 ricordo perfettamente

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