A mio figlio maggiorenne

Oggi compi diciott’anni

e diventi maggiorenne.

È una data assai importante,

che richiederebbe versi

di livello ben più alto.

Io, poetastro da strapazzo,

di poesiole ne ho sfornate

tante, per tante occasioni,

senza far troppa fatica

e adattandomi ai momenti.

Ma oggi stento, annaspo e inciampo:

i pensieri smozzicati

non si mutano in parole.

Forse è troppa l’emozione

e anche la motivazione;

forse per il proprio figlio

si vorrebbe esser più bravi

e riuscire in pochi versi

a sintetizzare tutto.

Ma chi riesce in questa impresa

così ardua e impegnativa?

E che tono dovrei usare?

Serio? O forse un po’ scherzoso?

O patetico e lezioso?

(Ma no, non è cosa mia…)

Vado sui luoghi comuni?

O mi invento qualche cosa?

Troppi dubbi, tutti insieme.

Meglio allora andare al sodo

e dir solo ciò che sento,

senza giri di parole.

Sei venuto in questa terra

dopo vent’anni di attesa:

stavi sulla tua stellina

a guardarci, assai stupito

che pensassimo a te sempre,

anche se non c’eri ancora.

Poi sei apparso all’improvviso

sorprendendoci sornione.

E da quel giorno di marzo

diciott’anni son passati:

diciott’anni in cui hai riempito

ogni istante della vita

per tua madre e per tuo padre,

che ti hanno circondato

di un affetto sconfinato.

Forse è amore esagerato,

ma non puoi amare a sprazzi,

soprattutto se ami un figlio,

che fra tutti è il più bel dono

che la vita possa dare.

Cosa possono augurarti

oggi i tuoi genitori,

se non di essere felice

e sereno e fiducioso,

di guardare sempre avanti,

di affrontare il tuo cammino

nella salda convinzione

che la vita potrà darti

tutto ciò che puoi sognare?

E lo avrai, se resterai

come in questo undici marzo:

sempre attento al tuo dovere,

ma anche pronto a festeggiare,

come oggi tu farai

celebrando i diciott’anni

e brindando all’avvenire

fra gli applausi e le risate.

E se hai anche dei difetti,

devi esserne contento,

perché chi è troppo perfetto

non ha sogni da inseguire.

Poi, vedrai, l’adolescenza,

diventando giovinezza,

ti darà ogni dì che passa

una nuova sicurezza,

conducendoti ogni giorno

verso i tuoi nuovi traguardi

con la mente più matura

ed il cuore più sereno.

Tanti auguri, dunque, Andrea,

dalla mamma e da papà!

Ora che sei maggiorenne,

tu perdonaci se a volte

siamo un po’ “camurruseddi”:

che vuoi farci, il tempo passa,

siamo fatti “vicchiareddi”;

ma con infinito amore

noi ti abbiamo dentro il cuore.

Andrea oggi

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

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