A Genova, all’inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso, esisteva il “Circolo di discofili Teo Zilliken”, con sede in Piazza Fontane Marose 6. Teo Zilliken, cui il circolo era intitolato, era stato un discofilo appassionato e competente.
Il circolo si proponeva «la diffusione e l’incremento della cultura musicale attraverso audizioni di musica incisa o conferenze-audizioni» (dall’art. 2 dello Statuto). Nel gennaio 1949, poco dopo la fondazione, si arrivò a 140 soci («non potendo per ora la capienza della sala di audizione superare tali presenze», da “Musica e dischi”, anno V, n. 31, Milano 1949). Il presidente era Lodovico Chierici, mentre faceva parte della direzione, per conto della famiglia Zilliken, Lasinio di Castelvero conte Vieri; direttore artistico era il dott. Emilio Grimaldi.
Il Circolo Zilliken, come si legge in un altro articolo da “Musica e dischi” (anno VII, n° 60, settembre 1951, p. 5), aveva dei dirigenti illuminati, che “valendosi d’un illuminato mecenatismo, tengono alto lo spirito della cultura musicale attraverso l’intelligente uso dei mezzi meccanici di registrazione, ricorrendo però anche a dei concerti in natura, […] con programmi redatti a fini intenzionalmente culturali e con senso di raffinato estetismo».
La “discoteca” (nel senso di allora) del circolo era vastissima, racchiudendo «tesori rappresentati anche da incisioni rare e da musiche poco note o del tutto ignote, quale è la collezione di Theo Zilliken, dal momento che in seno al Circolo vi sono discofili entusiasti di eccellente cultura ed aperti tanto alle correnti più moderne quanto certamente non ostili alle riesumazioni intelligenti».
Nel 1952 il circolo, in occasione del suo quarto anno sociale, organizzò 22 serate musicali, tutte introdotte da conversazioni tenute da mio padre, il Maestro Salvatore Pintacuda, allora titolare di Storia della Musica e direttore della Biblioteca del “Liceo musicale Niccolò Paganini”; collaboravano con lui la prof. Martha Del Vecchio Pittaluga e il prof. Pietro Berri, vice presidente del Circolo.
Come precisa un articolo dell’epoca, le attività svolte furono intense e notevoli, comprendendo «il ciclo di conversazioni del prof. Pintacuda su “Duemila anni di musica attraverso l’incisione fonografica”, giunto alla musica profana del secolo XVI e che proseguirà nel prossimo anno, le audizioni dedicate a Schubert, all’oratorio “Jonas” del Carissimi, alle incisioni del compianto Dinu Lipatti, al Vivaldi dei “Concerti delle stagioni”, all’infanzia e all’adolescenza di Mozart con l’audizione integrale di “Bastiano e Bastiana”, agli “Stabat Mater” di Vivaldi e di Rossini, alle “Sette parole” di Schütz, ai “Lieder” di Gustav Mahler» (da “Musica e dischi”, Milano, anno VIII n. 71, agosto 1952, p. 10).
L’affluenza dei soci a tutte le serate era stata “notevolissima”; i programmi, come quelli degli anni precedenti, furono raccolti «in un’edizione a stampa di grande pregio tipografico, dovuta al mecenatismo della Famiglia Zilliken»
Le previsioni per il futuro erano rosee: «Per l’anno prossimo si prevede un incremento ancora maggiore dell’attività di questa caratteristica istituzione che segna un primato in Italia nel campo della discofilia applicata all’educazione musicale e che conserva caratteri, sotto un certo aspetto, unici ed inimitabili. Si prevede tra l’altro, per l’anno venturo, l’organizzazione d’un ciclo di conferenze di cultura musicale tenute da musicologi di chiara fama italiani e stranieri, seguite od intercalate dall’audizione di dischi. È prevista anche una serie di audizioni, mercè la possibilità d’usufruire di dischi LP, dedicata ad opere (oratori, messe, melodrammi, ecc.) di grande mole, tali da occupare un’intera serata».
Gli incontri partivano da una conversazione tenuta da mio padre e proponevano poi la riproduzione di alcuni dischi; ad es. nel primo incontro (avvenuto il 31 gennaio 1952 alle 21,15) furono ascoltati dischi relativi all’antica musica greca (“Epitafio di Sicilo” e “Inno al Sole” di Mesomede), al canto gregoriano e alla monodia profana medievale.
In definitiva, un’attività culturale meritoria, attuata con i mezzi limitati di allora, ma con profondo entusiasmo organizzativo e con largo seguito nella città.