Le foglie morte

Quasi un anno fa, il 12 agosto 2022, il nuovo sindaco di Palermo Roberto Lagalla annunciava trionfalmente il nuovo “maxi piano di pulizia della città”, che prevedeva “interventi di diserbo, spazzamento, rimozione di rifiuti abbandonati” il “piano di pulizia straordinaria della città” sarebbe stato operativo dal 12 settembre.

Come dichiarò allora il sindaco, “È un piano che ho voluto fortemente e per il quale ho riunito in più di un’occasione i vertici di RAP e RESET, dalle quali mi aspetto un’attiva collaborazione, in grado di portare i primi risultati attesi dai cittadini e dai tanti turisti in visita a Palermo. Il mio appello va anche a tutti i palermitani, affinché diano il loro contributo, aiutandoci a tenere puliti gli spazi pubblici. Ma è chiaro che il primo segnale è dovuto da parte dell’amministrazione. Ringrazio le aziende coinvolte per lo spirito di collaborazione che ho riscontrato in queste settimane, nel corso delle quali sono state avviate più puntuali attività di pulizia ambientale”.

Ancora più fiducioso si mostrava l’assessore all’Igiene ambientale e ai Rapporti con RAP e RESET Andrea Mineo: “Il piano straordinario di pulizia, che andrà avanti fino a dicembre, deve rappresentare un modello di sinergia tra aziende municipalizzate per questa e altre attività che possano restituire decoro alle aree della città e servizi ai cittadini. Nel ringraziare RAP e RESET per l’impegno che sapranno mettere per la realizzazione di questo piano, è giusto sottolineare anche l’attività dell’Amap per potenziare la pulizia delle caditoie”.

Oggi, giorno del Festino, 15 luglio 2023, in via Messina, a poca distanza dalla centralissima piazza Politeama, le mie foto appena scattate documentano il trionfo ecologico dell’amministrazione comunale: infatti, capovolgendo il testo della celebre canzone “Il ragazzo della via Gluck”, “là dove c’era una città ora c’è l’erba”. E anche se il termine si presterebbe anche ad un altro significato (non meno lecito), qui in particolare esso si riferisce a un tappeto di foglie secche che sommerge il marciapiede rendendo pericoloso il cammino, soprattutto per gli anziani.

Via Messina, 15 luglio 2023

Inutile dire che il tratto di strada fotografato non è che un piccolo esempio di una generale trascuratezza, che – in particolare – non prevede in alcun modo che quelle entità fantasmatiche denominate “operatori ecologici” spazzino per terra e puliscano le strade. Ogni mattina vedo con i miei occhi i negozianti che, scopa alla mano, tentano di riconquistare ai pedoni le strade sommerse di cartacce, lattine, foglie, escrementi e rifiuti di ogni sorta e tipologia (in questo settore la creatività palermitana non ha uguali al mondo).

Del resto, come direbbero gli addetti alla pulizia (categoria alla cui esistenza si può credere solo con un estremo atto di fede: credo quia absurdum), “c’è caldo, ci sono le ferie, c’è meno gente in città”; dunque, che problema c’è a lasciare Palermo “fitusa” e “ingrasciata”? C’è fin troppo abituata.

Ineccepibile.

Ma almeno non ci si prenda mai più in giro con annunci strombazzanti di “maxi piani di pulizia” che non riescono nemmeno più a essere specchi per allodole.

Torna in mente Jacques Prévert: “Les feuilles mortes se ramassent à la pelle / Tu vois, je n’ai pas oublié / Les feuilles mortes se ramassent à la pelle / Les souvenirs et les regrets aussi / Et le vent du Nord les emporte / dans la nuit froide de l’oubli” (“Le foglie morte si raccolgono con la pala. / Vedi, non ho dimenticato… / Le foglie morte si raccolgono con la pala, / anche i ricordi e i rimpianti. / E il vento del nord le porta / nella fredda notte dell’oblio”).

Ci sono solo due differenze: il vento è da nord solo nelle speranze dei palermitani abbrutiti dal caldo infernale; quanto alle pale, restano solo quelle dei fichi d’India.

P.S.: Leggo ora nel sito del “Giornale di Sicilia”: “Palermo torna pulita dopo il Festino: Rap e Reset al lavoro da stamattina – Al lavoro 42 operai delle due partecipate del Comune di Palermo”. Mi sorge il dubbio che la città in cui abito non sia Palermo. Se è così, mi scuso dell’equivoco.

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *