Il cinema e la guerra di Troia

Risale al 1954 il film “L’amante di Paride” (1954) del regista franco-svizzero Marc Allégret, con l’attrice austriaca Hedy Lamarr nel ruolo di Elena. Si trattava di una curiosa (e penosa) trasposizione moderna del giudizio di Paride, girata in un pessimo Technicolor.

‘L’amante di Paride”, regia di Marc Allegret

Eccone la trama. Durante un banchetto nuziale un giovane è invitato a scegliere la più bella fra tre giovani donne presenti; ma un professore di lettere lo ammonisce ricordandogli l’antico giudizio di Paride, che dando la preferenza a Venere, rispetto a Giunone e Minerva, aveva provocato la più celebre e sanguinosa delle guerre. Viene a questo punto rievocata l’antica vicenda mitica, dal rapimento di Elena da parte di Paride fino alla distruzione di Troia e al ritorno di Elena a casa.

Nel 1955 il regista hollywoodiano Robert Wise girò in Italia Elena di Troia, con Rossana Podestà (Elena), Jacques Sernas (Paride), Brigitte Bardot. Anche in questo caso la trama riguardava la guerra di Troia, dal rapimento della bella moglie di Menelao fino all’incendio.

L’impostazione era marcatamente filotroiana e centrata sull’amore melodrammatico fra un Paride eroicizzato e coraggioso ed un’Elena onesta e infelicemente sposata con Menelao. Achille era ridotto ad una sorta di bullo.

Nel complesso, un’operazione mal riuscita, con improbabili citazioni virgiliane (Elena declama: “Temo i Greci anche se portano doni”), una curiosa ouverture solo musicale di oltre cinque minuti ed altre infinite libertà rispetto ai testi antichi.

Nel 1961 il regista perugino Giorgio Ferroni diresse il film La guerra di Troia, ispirato all’Iliade di Omero. Gli interpreti principali erano Steve Reeves (Enea), Arturo Dominici (Achille), John Drew Barrymore (Ulisse), Lydia Alfonsi (Cassandra), Warner Bentivegna (Paride), Juliette Mayniel (Creusa), Edy Wessel (Elena).

La trama ha inizio dopo la morte di Ettore. I Troiani sono divisi in due fazioni: quella che fa capo a Paride (antipatico ed arrivista) e quella di Enea (eroe positivo, coraggioso e generoso). Paride uccide a tradimento Achille e fa imprigionare Enea, che deve poi assistere impotente alla caduta della città. Intanto Creusa, la moglie di Enea, dà alla luce Ascanio.

Il regista, come scrive Paolo Mereghetti, “reinventa il mito parteggiando per un Enea per niente ‘pio’ contro la gelosia di Paride e la perfidia di Elena, ma rispetta il respiro omerico dell’avventura con continui rovesciamenti di fronte nelle battaglie, girate con un notevole uso delle masse”.

Nel film il modello omerico era semplificato ma non snaturato; inoltre non mancava una notevole profusione di mezzi; tuttavia erano imbarazzanti la banalità delle battute del copione e la recitazione improponibile di diversi attori, primo fra tutti Steve Reeves, culturista americano che divenne il divo del genere peplum italiano e che Mereghetti definisce “comico nella sua totale incapacità di recitare”.

La location degli interni era Cinecittà, mentre gli esterni (per motivi di budget) furono girati nell’allora Jugoslavia.

La pellicola ebbe un buon successo, tanto che l’anno dopo ebbe un sequel, La leggenda di Enea, diretto da Giorgio Venturini e tratto dall’Eneide di Virgilio; protagonista (malgrado le suddette difficoltà recitative) il sempre più richiesto Steve Reeves.

Sicuramente di livello inferiore fu il film L’ira di Achille, diretto nel 1962 dal regista romano Marino Girolami; interpreti principali: Gordon Mitchell (Achille), Cristina Gaioni, Jacques Bergerac, Fosco Giachetti, Nando Tamberlani.

Per il critico Mereghetti si tratta di un “insipido kolossal di serie B dove Girolami spreca mezzi, comparse e la presenza di Mitchell”. Gordon Mitchell era uno dei tanti forzuti anglosassoni che avevano trovato l’America sulle rive del Tevere e che aveva interpretato l’anno prima la parte di Maciste; ebbe poi una particina nel Fellini-Satyricon.

Brad Pitt nel ruolo di Achille in “Troy” di Wolfgang Petersen

Nel 2004 il regista “tedesco di Hollywood” Wolfgang Petersen (già segnalatosi con film dal ritmo incalzante come Air Force One e La tempesta perfetta) girò Troy, un film ispirato all’Iliade omerica. Il film, lungo ben 165’, fu girato soprattutto a Malta e a Los Cabos in Messico, con un budget di 180 milioni di dollari.

Il cast era “stellare”: Brad Pitt (Achille), Eric Bana (Ettore), Orlando Bloom (Paride), la tedesca Diane Kruger (Elena), Sean Bean (Ulisse), Brian Cox (Agamennone), Peter O’Toole (Priamo), Saffron Burrows (Andromaca).

Diane Kruger nel ruolo di Elena in Troy

Coadiuvato dallo sceneggiatore David Benioff (che ha operato una liberissima fusione fra Iliade ed Eneide), Petersen realizzò uno spettacolo coinvolgente, che però aveva ben poco a che fare con Omero.

La guerra decennale diventava qui un breve conflitto basato su pochi scontri cruenti; per il resto, erano molte le inverosimiglianze, gli anacronismi e le libertà nella trama rispetto all’Iliade:

  • Briseide ammazza Agamennone con una stilettata;
  • Menelao viene ucciso da Ettore in duello;
  • Achille muore alla fine del film colpito al tallone;
  • Paride diventa nel film un coraggioso arciere che cede ad un violento Menelao;
  • gli dèi sono del tutto assenti dalla vicenda.

Sicuramente spettacolare ed efficace era la scena del combattimento tra Achille ed Ettore, dove il regista creava un’intensa drammaticità col gioco delle movenze e degli sguardi dei personaggi.

La critica ufficiale assimilò Troy ai “polpettoni” peplum del passato, definendolo impietosamente “un’americanata”; riconobbe però l’efficace uso dei mezzi tecnologici più avanzati (ad es. un software chiamato “endorphin” faceva sì che i personaggi virtuali reagissero agli stimoli in modo credibile).

Il pubblico (soprattutto giovanile) apprezzò molto il film, soprattutto per la bellezza degli interpreti (che sostituiva in certi casi la bravura).

Piuttosto discontinua era anche la colonna sonora di James Horner, ispirata soprattutto alla sonorità ed ai vocalizzi creati da Hans Zimmer per Il gladiatore (la monotona voce liricheggiante era diventata ormai una sorta di must per questo tipo di film).

Ricordo infine alcune battute per lo meno “curiose” del copione:

Mirmidoni, miei fratelli di spada… Cinquanta di voi valgono di più di mille uomini… nessuno dimentichi la nostra forza siamo leoni!… sapete cosa c’è, oltre quella spiaggia… l’immortalità, andate, è vostra!!!” (Achille)

Giravano voci sulla tua bellezza, una volta tanto le voci erano vere” (Priamo ad Elena)

Difendi la patria, ama tua moglie, onora gli dei” (Ettore)

Giornata buona per i corvi!” (Agamennone)

Tu hai la tua spada, io i miei trucchi” (Ulisse ad Achille)

Sei molto coraggioso o molto stupido per inseguirmi da solo. Devi essere Ettore! Lo sai chi sono io?” (Achille ad Ettore)

Si parlerà di questa guerra per mille anni” (Achille).

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

2 commenti

  1. Mi scusi se uso il form per una domanda personale: mia cugina mi ha inviato una foto dei suoi genitori sulla passeggiata di Nervi (1952), postata su FB: nella didascalia lei dice che sua madre era professoressa di matematica alle medie… Io e mia cugina eravamo alla Boccanegra di via San Martino (1976) e ci ricordiamo di una prof Pintacuda … era sua madre? Immaginiamo di sì! Beh, personalmente ricordo che era piuttosto severa, ma io ero bravo di matematica, tant’è che, anche se me la cavavo anche di italiano e latino, mi iscrissi poi al liceo scientifico. In ogni caso, un caro saluto!

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