In TV mezzo secolo fa…

Ho davanti a me le pagine 60-61 del “Radiocorriere TV” n. 25 della settimana 16-22 giugno 1974; vi si leggono i programmi che andarono in onda sulla RAI (unica emittente disponibile allora) esattamente cinquant’anni fa, il 20 giugno 1964 (che era giovedì come oggi).

Sul Programma Nazionale (antenato dell’attuale RAI 1) i programmi iniziavano alle 12,30; ma solo per Napoli, Messina e zone limitrofe (in occasione della XVII Fiera internazionale della Casa e dell’editoria e della VI fiera del tempo libero) andava in onda dalle 10,15 alle 11,55 un non meglio precisato “programma cinematografico”.

Alle 12,30 il palinsesto presentava “Sapere”, un programma di aggiornamenti culturali dedicato in questa puntata ad Emilio Salgari.

Seguiva, alle 12,55, “Nord chiama Sud” (allora Nord e Sud si chiamavano, senza “autonomie differenziate” ad accentuare le loro divisioni…).

Il Telegiornale delle 13,30 (non ancora abbreviato in “TG”) era preceduto da “Il tempo in Italia” e da un breve break pubblicitario (Plasmon e Palmolive): come si vede, i nomi delle ditte pubblicizzate erano sempre puntualmente annunciati sulla rivista.

Il Telegiornale era seguito da “Oggi al Parlamento” e da “Cronache italiane” (Arti e Lettere).

Dalle 14,40 alle 17 non c’era nessun programma: e io ricordo bene che in quegli orari “morti”, se si accendeva il televisore, si vedeva soltanto il grigio monoscopio del programma Nazionale, in totale silenzio. Un black-out assoluto che poteva essere spezzato solo da eventi imponderabili ed edizioni straordinarie del Telegiornale.

Alle 17 andava in onda… il segnale orario! Così si aggiustavano, allora, gli orologi (molto meno precisi, ovviamente, di quelli odierni; bisognava dargli la corda quotidianamente…).

Subito dopo, c’era il Telegiornale del pomeriggio, anch’esso seguito da un breve intermezzo pubblicitario chiamato “Girotondo” (Amaro medicinale Giuliani e dentifricio Paperino’s).

Alle 17,15 iniziava la fascia “per i più piccini”, con la trasmissione “Tanto per giocare”; seguiva la TV dei ragazzi, che quel giorno prevedeva “La sfida di Mototopo e Autogatto” (cartoni animati di Hanna e Barbera) e “Il segreto dei vichinghi” (a cura di Luciano Pinelli e Piero Pieroni), con la puntata intitolata “I Vichinghi cambiano nome”. Insomma, prima qualche cartone, poi un po’ di informazioni culturali in forma piacevole. Dopo la Tv dei ragazzi, ecco un altro intermezzo pubblicitario, intitolato “Gong” (con 3 brevi comunicati commerciali).

Alle 18,45 c’era la rubrica “Sapere”, aggiornamenti culturali a cura di Enrico Gastaldi; si trattava di un programma didattico ed educativo, rivolto agli adulti; insieme a “Orizzonti della scienza e della tecnica” fu uno dei primi esperimenti di televisione divulgativa, molto prima di programmi come “Quark” o “Ulisse – il piacere della scoperta”. In quella puntata, intitolata “I giocattoli”, si parlava del giocattolo come sussidio didattico, con riferimenti alla pedagogista Maria Montessori.

Fra le 19,15 e le 20, nella fascia oggi ultra-attenzionata del “pre-serale”, c’era una serie di brevi trasmissioni: il segnale orario (“aridaje”, direbbero a Roma) alle 19,15; altre “informazioni pubblicitarie”; “Cronache italiane”; “Oggi al Parlamento” (prevedibilmente senza la trasmissione dei match pugilistici oggi di moda in quella sede); altra réclame in “Arcobaleno” (Agip – detersivo Spic & Span – Acqua Fiuggi – Stira e Ammira), “Che tempo fa” (con il colonnello Bernacca e le sue previsioni del tempo, chiarissime quanto opinabili, in assenza delle tecnologie attuali), un altro “Arcobaleno” (Girmi gastronomo – bagno Felce Azzurra Paglieri – Doria crackers – Tonno Nostromo).

Alle 20 c’era il Telegiornale della sera, seguito alle 20,30 da “Carosello”, principale e leggendaria trasmissione pubblicitaria, con 6 spot (ma allora non si chiamavano così) lunghi (duravano almeno 1’30’’): 1) Oransoda; 2) Salvarani arredamenti componibili; 3) San Carlo; 4) Neocid insetticida; 5) Gillette rasoi; 6) birra Dreher.

Alle 20,40 andò in onda “Tribuna sindacale”, curata da Jader Jacobelli, con un’intervista alla CGIL – Confcommercio. Per la cronaca, in quel momento il governo era presieduto da Mariano Rumor (durò dal 14 marzo al 23 novembre di quell’anno) ed era una coalizione di centro-sinistra fra Democrazia Cristiana, Partito Socialista e Partito Socialdemocratico.

Dopo un altro stacco pubblicitario intitolato “Doremì” (con réclame della Algida, di Dash e della Agfa Gevaert), in prima serata alle 21,10 fu trasmessa la I puntata di “Dedicato a un medico”, sceneggiato ambientato in un ospedale psichiatrico, con una denunzia dei metodi coercitivi allora usati; il protagonista era il bravo attore napoletano Bruno Cirino (1936-1981), fratello maggiore del politico democristiano Paolo Cirino Pomicino; fra gli altri attori, Maria Fiore, Vittorio Mezzogiorno, Carlo Hintermann. Lo sceneggiato si ispirava ad alcuni esperimenti compiuti poco prima nel campo dell’assistenza psichiatrica, ad es. dall’équipe del prof. Basaglia nel manicomio di Gorizia.

A seguire, dopo l’ultimo break pubblicitario, alle 22,15 “Le erbe: una nuova utopia?” (puntata intitolata “Il ritorno dell’erborista”, a cura di Luca Pinna e Claudia Pasanisi, con un’intervista all’erborista francese Maurice Méssegué).

Alle 23, infine, c’era il Telegiornale della notte e un ulteriore “Che tempo che fa”.

Sul secondo canale le trasmissioni iniziavano alle 18. Quel giorno vi dominava lo sport, con ben 3 partite del campionato mondiale che si svolgeva in Germania. Va subito detto però che quel giorno non si giocava, per cui i tre incontri erano stati registrati il giorno prima; per di più di due di essi fu trasmessa solo una sintesi: dalle 18 alle 19 Haiti-Polonia (telecronista Ennio Vitanza), dalle 19 alle 19,50 Bulgaria-Uruguay (telecronista Bruno Pizzul); alle 21,15, per intero, la registrazione di Olanda-Svezia (telecronista Giorgio Martino).

 [Apro una parentesi: i mondiali del ’74 furono deludentissimi per l’Italia. La nostra nazionale era capitata nel girone 4, che comprendeva anche Argentina, Polonia e Haiti. Il nostro allenatore era Ferruccio Valcareggi. Nella partita di esordio, il 15 giugno, Haiti ci mise inopinatamente in difficoltà: al 1’ del 2° tempo segnò infatti un tale Sanon; a fatica, gli azzurri recuperarono e vinsero 3-1. Nella seconda gara, il 19 giugno a Stoccarda, l’Italia pareggiò a fatica con l’Argentina (1-1), dopo essere di nuovo passata in svantaggio. Nell’ultimo incontro, il 23 a Stoccarda, la Polonia ci sconfisse per 2-1 eliminandoci dal torneo. In tutte quelle deludentissime partite, solo Sandro Mazzola si salvò dal generale naufragio dei nostri giocatori. Per noi ragazzi, che speravamo di rivivere le esaltanti nottate di Mexico 1970, fu una grande delusione].

Le trasmissioni sportive erano intercalate dalle solite réclames: alle 19,55 “Tic-tac” (rasoi Philips – Castor elettrodomestici – sapone Palmolive – caffè Lavazza – Svelto), “Intermezzo” dopo il Telegiornale delle 20,30, “Doremì” alle 21,10 (Vichy – Levissima – Ritz Saiwa – Baygon spray – Sangemini – pneumatici Uniroyal).

Alle 21, prima dell’ultima partita della giornata, c’era un breve programma a cura del giovane Corrado Augias, intitolato “Ottopagine” e dedicato a “La metamorfosi” di Kafka (nientemeno! e prima di Olanda-Svezia!!): l’attore Franco Parenti ne leggeva alcune pagine.

Qualche considerazione conclusiva, a cinquant’anni di distanza.

Anzitutto, si ha l’impressione di una televisione (e di un’epoca) molto “impegnata”, con diversi spazi culturali; anche se il momento sportivo particolare imponeva di accentuare le cronache calcistiche, queste erano confinate al secondo programma. Va detto però che le partite dell’Italia andavano invece in onda sul Programma Nazionale, più diffuso e più efficiente (la sera prima, alle 20,30, era stata trasmessa Italia-Argentina, con Nando Martellini telecronista ufficiale della nostra nazionale).

Quanto alla pubblicità in Tv, vero è che sul Programma Nazionale quel giorno erano previsti 30 di quelli che oggi chiameremmo “spot” (di cui 6 in “Carosello”, molto lunghi); tuttavia al di fuori di questi spazi la pubblicità non c’era mai durante le trasmissioni né fra una trasmissione e l’altra.

Quelle che oggi chiameremmo “fiction” erano non meno ricche di spunti problematici (cfr. “Dedicato a un medico”), mentre in certi giorni (come questo) mancavano quiz e film. Del resto, per lunga tradizione, il film andava in onda in prima serata il lunedì (quella settimana, il 17 giugno 1974, era stato trasmesso “Nella città l’inferno”, un film del 1959 di Renato Castellani con Anna Magnani); vorrei anche precisare che venivano inseriti nella programmazione film antichi di almeno dieci anni. Quanto alle soap e ai talk-show, erano di là da venire.

Io quel giorno ero a Genova, dove vivevo; nel primo pomeriggio ero andato all’università, in via Balbi, per l’appello di un esame (Pedagogia), in cui fui collocato al 3 luglio. La sera vidi la I puntata di “Dedicato a un medico”: evidentemente OIanda-Svezia non mi interessava più di tanto, ma va anche detto che la televisione a casa era unica e mia madre (tranne le partite dell’Italia, che seguiva anche lei) reclamava spesso il suo diritto di vedersi qualcosa che non fosse una partita di calcio…

(Poi l’esame del 3 luglio, che feci col prof. Galimberti, andò molto bene: presi infatti 30 e lode; ero al II anno di Lettere classiche, che allora durava 4 anni).

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

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