Esperanto e neologismi latini

L’esigenza di adottare una lingua universale come strumento di comunicazione internazionale spinse molti studiosi, a partire dall’Ottocento, a ideare varie soluzioni.

Nel 1887 il medico polacco Ludwik Lejzer Zamenhof propose una lingua artificiale da lui creata, l’esperanto, così chiamato dallo pseudonimo assunto dall’autore stesso, “Doktoro Esperanto” (cioè, nella nuova lingua, “dottore speranzoso”). L’esperanto ebbe, in certi periodi, molti sostenitori, con una ricca produzione di grammatiche, riviste e traduzioni, realizzazioni di congressi e trasmissioni; tale diffusione fu favorita dalla notevole semplicità fonetica di questa lingua artificiale, in cui ogni lettera corrisponde a un suono e ogni suono a una lettera; altrettanto semplici sono la grammatica (basata su un sistema di suffissi) e il lessico (con un numero ristretto di radici, in prevalenza attinte dalle lingue neolatine). In realtà, però, basta vedere alcune frasi a caso (come “La floro estas bela” per “Il fiore è bello” o “La knabo havis belan libron” per “Il ragazzo aveva un bel libro”) per essere per lo meno perplessi sulla validità di questa operazione…

Agli “esperantisti” si opposero i fautori dell’adozione del latino come lingua internazionale; questi appassionati latinisti si divisero in due tendenze: alcuni proponevano di “ricostruire” totalmente il latino in laboratorio (un po’ come s’era fatto con l’esperanto), altri preferivano utilizzare il latino antico potenziandolo con l’apporto di neologismi. I sostenitori della prima tendenza arrivarono a creare un nuovo, strano latino senza declinazioni, con pochissimi suffissi e privo di eccezioni; ad es. tutti i maschili uscivano in -us (“dominus, consulus, patrus”), tutti i femminili in -a (“domina, matra”) e tutti i neutri in -um (“rosum, templum”). I continuatori del latino “vero”, dal canto loro, si sbizzarrirono a creare una serie notevole di neologismi; Antonio Bacci pubblicò un vocabolario di latino moderno: “Lexicon eorum vocabulorum quae difficilius latine redduntur” (Studium, Roma 1963); sorsero inoltre, un po’ in tutto il mondo, molte riviste in latino.

Tuttavia, di fronte soprattutto all’esponenziale ascesa dell’inglese come lingua internazionale, il  volenteroso tentativo di coloro che auspicavano una risurrezione del latino come lingua universale si arenò inevitabilmente; Francesco Della Corte osservava realisticamente e pessimisticamente che “il latino è vivo e comprensibile solo in quanto contiene messaggi che possono essere recepiti; è invece lingua morta e quindi incomprensibile per le relazioni internazionali in quanto non è in grado di esprimere i contenuti della cultura contemporanea” (da “Ipotesi”, 3, 1-2, 1977, p. 104).

Nonostante tutto, però, sono continuate e continuano tuttora numerose e importanti iniziative in tutto il mondo per tenere in vita lo studio e la pratica del latino come lingua da utilizzare concretamente; ed inevitabilmente, per rendere molti termini moderni, si è fatto ricorso a soluzioni strane e a perifrasi curiose.

Basti citare, qui, solo due esempi fra i tanti possibili:

1) il “Lexicon Recentis Latinitatis” pubblicato nel 1992 dalla “Fondazione Latinitas” per conto del Vaticano, è un dizionario che contiene 15.000 neologismi dell’italiano verso il latino (non viceversa e non in altre lingue);

2) chi volesse vedere uno dei tanti esempi di siti in latino, può consultare “Ephemeris”, una rivista online che dal 2004 si occupa di notizie di attualità in lingua latina e greca; è organizzata come un quotidiano tradizionale suddiviso in varie sezioni (notizie di attualità e di cultura, recensioni di libri e film, sport, scienza, gastronomia, una sezione di enigmistica, sezioni di poesia latina e greca): il link è http://ephemeris.alcuinus.net/nuntius.php. La rivista collabora con alcune fra le principali associazioni di diffusione delle lingue classiche come “Accademia Vivarium Novum”, “Latinitium”, “OpacaFronde”, “GrecoLatinoVivo”, “Europa Latina”.

Ecco dunque, a mo’ di esempio, alcuni neologismi latini:

affittacamere: cubiculorum locator

appartamento: diaeta

ascensore: cella ascensoria

asciugamani: manutergium

autoambulanza: autolectica

automobile: autocinetum

autostrada: autocinetica via

baby sitter: infantaria

bagnino: auxiliator marinus

banca: argentaria

barista: thermopolii minister

bidet: labellum intimum

bicicletta: birota

blue-jeans: bracae linteae caeruleae

caffettiera: cucumella cafaearia

calciatore: pedilusor

calcolatrice: machinula calculatoria

camera da pranzo: cenaculum

carro armato: currus cataphractus

casalinga: domus rectrix

check-up: totìus corporis inspectio

colf: purgamentaria serva

commando: manus audax

computer: computatorium electronicum

day-hospital: valetudinarium diurnum

dentista: dentarius (medicus)

disc jockey: discorum sonororum lusor

disoccupato: invite otiosus (cioè “ozioso contro la sua volontà”)

divano: lectulus orientalis

egoismo: nimius amor sui

estetista: elegantiarum cultrix

fans: admiratores studiosissimi

farmacia: pharmacopolium

frigorifero: frigidarium

gang: praedatoria manus

garage: receptaculum autocinetorum

giacca a vento: tunica ventosa

gioielleria: taberna gemmaria

giornalista: diurnarius

goal: retis violatio

gonna: càstula

grattacielo: caeliscalpium

guerra mondiale: bellum pancosmium

hostess: hospita aëria

immigrato: àdvena

infermiera: infirmaria

ingegnere: doctor machinarius

intervista: colloquium percontativum

jet: aerinavis celèrrima

jumbo jet: aerinavis capacissima

maccherone: pasta tubulata

matita: lapis scriptorius

megalomania: effrenata gloriae appetentia

metropolitana: ferrivia subterranea

mortadella: murtatum

motocicletta: motobirota

ospedale: valetudinarium

pagella: punctorum summa

pallacanestro: canistriludium

pan di Spagna: dulcis panis Hispánicus

pancarré: panis quadratus

pandoro: panis áureus

panettone: Mediolanensis placenta

pantaloni: bracae

parcheggio: area stativa

partita di calcio: certamen follis pedumque

pigiama: cubicularia vestis

poltrona: arcisellium

pompiere: siphonarius

salto con l’asta: saltus perticarius

scala mobile: volubilis scala

sciopero: operistitium

slalom: descensio flexuosa

slalom gigante: descensio flexuosa ingens

spazzolino da denti: peniculus dentarius

sport: ludicra corporis exercitatio

squalifica: sententia exclusionis

squadra di calcio: turma pediludaria – lusorum turma

supermercato: supervenalicium

televisione: teleorasis

televisore: instrumentum televisificum

tennis: teniludium

treno: hamaxostichus

turista: peregrinator voluptatis causa.

Eccetera, eccetera.

Anzi: et cetera, et cetera.

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

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