Il viadotto Polcevera (alias Ponte Morandi) nel 1968

La cartolina risale al 1968 e presenta (come è scritto sul retro) “Il viadotto POLCEVERA”, dandone le dimensioni (lunghezza m. 1102, larghezza m. 18 e campata maggiore m. 207,88, “la più grande d’Europa”).

Poche macchine visibili.

Sullo sfondo si legge ASGEN (Ansaldo San Giorgio Compagnia Generale Stabilimenti Elettromeccanici Riuniti SpA, Genova Cornigliano); a Genova allora si costruivano locomotive.

Sotto al viadotto si vede il Parco Campasso, che era nato per fare da “polmone” al nodo ferroviario portuale dove non c’era lo spazio per ricoverare e smistare i carri in arrivo e in partenza al porto. Con l’avvento dei container per le merci, il Campasso perse progressivamente importanza, finché alla fine del secolo scorso le ferrovie decisero di dismettere progressivamente il servizio merci.

Nel complesso, niente poteva fare immaginare il tragico destino di questo che da alcuni era scherzosamente chiamato il “Ponte di Brooklyn”, ma che per molti era, correttamente, “o Pónte Morandi”.

Il tragico crollo del Ponte Morandi (agosto 2018)
Il nuovo viadotto Genova San Giorgio, realizzato su un disegno donato alla città di Genova dall’architetto Renzo Piano, progettato da Italferr e costruito dal consorzio PerGenova. La cerimonia di inaugurazione, alla presenza delle più alte cariche dello Stato, si è tenuta il 3 agosto 2020.

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

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