Il compleanno di Lauren Bacall

Il 16 settembre 1924, 97 anni fa, nacque a New York, nel Bronx, Betty Joan Perske. Era la figlia unica di Wulf Perske, di origine polacca, e della rumena Natalie Weinstein, il cui cognome completo era “Weinstein Bacal” (“Bicchiere di vino”); da qui derivò a Betty lo pseudonimo con cui divenne famosa a Hollywood: Lauren Bacall (con una “l” supplementare inserita per motivi fonetici anglosassoni).

Prima di entrare nel mondo del cinema, frequentò l’Accademia di arti drammatiche e partecipò ad alcuni spettacoli a Broadway. Iniziò quindi il lavoro di fotomodella: una sua copertina sulla rivista Harper’s Bazaar le fruttò l’attenzione del grande regista Howard Hawks. Questi la volle assolutamente come protagonista, accanto al grande Humphrey Bogart, nel film “Acque del sud” (1944), tratto da un romanzo di Ernest Hemingway. Su questo set nacque l’amore fra Bogart (allora sposato con l’alcolizzata attrice Mayo Methot) e la Bacall, che era appena diciannovenne e aveva venticinque anni meno di lui.

Nel film l’attrice irretiva Bogart con questa battuta: “Se hai bisogno di qualcosa non hai che fischiare. Lo sai come si fa, Steve? Basta che tu unisca le labbra e poi soffi” (“You know how to whistle, don’t you, Steve? You just put your lips together and blow”). Questa scena (che si può vedere su youtube, https://www.youtube.com/watch?v=aqQ9T1jiq7Q) consacrò il celebre, seducente e intenso sguardo di Lauren Bacall (“the look” per antonomasia) che andava dal basso in alto: questa espressione, come rivelò poi, derivava dalla scoperta che tenere il mento vicino al petto la aiutava a non tremare troppo di fronte al famoso “Bogey”.

Lauren Bacall e Humphrey Bogart

Nei film di Hawks emergeva una nuova condizione della femminilità e si andava costruendo un’inedita parità tra i sessi: se gran merito di ciò va al genio “profetico” del regista, sicuramente un riconoscimento incondizionato merita Lauren Bacall per avere dato forma, benché ancora giovanissima, a questa tipologia femminile innovativa e destinata a grande futuro.

Fra tanti effimeri amori hollywoodiani, il legame fra la Bacall e Bogart risultò profondo e duraturo: si sposarono nel 1945 e restarono insieme fino alla morte del grande attore (nel 1957); ebbero due figli. Tra il 1946 e il 1949 Bogart e Bacall recitarono insieme in altri tre film: “Il grande sonno” (1946) ancora per la regia di Howard Hawks, “La fuga” (1947) di Delmer Daves e “L’isola di corallo” (1949) di John Huston.

Negli anni Cinquanta Lauren Bacall raggiunse il massimo della fama, interpretando alcune famose commedie, fra le quali la più famosa è “Come sposare un milionario” (1953) di Jean Negulesco. Fu il primo film della 20th Century Fox in Cinemascope: in questa deliziosa commedia, “elegante e divertente” (come la definisce Mereghetti) dominavano la scena tre protagoniste: Marilyn Monroe, Betty Grable e la nostra Lauren Bacall. La Monroe per la prima volta si prendeva in giro: il suo personaggio era miope ma non voleva indossare gli occhiali per non “imbruttirsi” – ammesso che nel suo caso fosse possibile -, sicché inciampava in continuazione e leggeva i libri alla rovescia; Betty Grable era la più “quotidiana” fra le tre, mentre Lauren Bacall appariva estremamente raffinata e dotata di un umorismo tagliente.

Betty Grable, Lauren Bacall e Marylyn Monroe in “Come sposare un milionario”

Ben più cupo e drammatico fu il ruolo della Bacall in “Come le foglie al vento” di Douglas Sirk, accanto a Rock Hudson. Tornò a una commedia, che aveva un retrogusto amaro, ne “La donna del destino” (1957) di Vincente Minnelli, accanto a Gregory Peck; durante le riprese del film Bogart morì: e un velo di tristezza si percepisce nell’attrice, che interpreta qui una raffinata disegnatrice di moda.

In tutti questi film Lauren Bacall, dotata di una bellezza non comune, ma sfuggente e misteriosa, nonché di notevoli e sottili capacità interpretative, interpretò molti personaggi femminili “tosti” che, in un vincente antagonismo con gli uomini, imponevano sempre più il proprio ruolo indipendente.

Non a caso, Bacall fu anche impegnata in politica: fu infatti una fervente attivista del Partito Democratico; in particolare spinse Bogart, più moderato di lei, a protestare contro la “caccia alle streghe” anticomunista del senatore repubblicano Joseph McCarthy; in quell’occasione, la Bacall chiarì il suo pensiero in un articolo in prima pagina sul “Daily News”.

Dopo la morte del marito, lavorò per la televisione e per il teatro: intanto, dopo una breve relazione con Frank Sinatra, nel 1961 sposò in seconde nozze l’attore Jason Robards, dal quale ebbe un figlio; ma il secondo matrimonio, durato fino al 1969, non fu per lei “magico” come era stato il primo…

Nella stagione 1970-1971, recitò nel musical “Applause!”, rifacimento del film “Eva contro Eva” (1950) di Joseph L. Mankiewicz, vincendo il premio Tony Award come miglior attrice protagonista in un musical. Diminuì invece il suo impegno nel cinema: ma si ricordano sue importanti partecipazioni a film come “Detective’s Story” (1966) di Jack Smight e “Assassinio sull’Orient Express” (1974) di Sidney Lumet, dal libro di Agatha Christie. Ancora negli anni Novanta, poi, partecipò a film di successo, come “Misery non deve morire” (1990) di Rob Reiner e “Prêt-à-Porter (1994)” di Robert Altman.

Visse a New York, nello stesso stabile dove viveva anche John Lennon, che fu suo vicino di casa (lo raccontò nella sua autobiografia “By Myself”, pubblicata nel 1978).

Per il fim “L’amore ha due facce” (1996) di Barbra Streisand ottenne la sua prima e unica candidatura all’Oscar come miglior attrice non protagonista e vinse un Golden Globe.

Dopo aver ricoperto ruoli importanti in diversi altri film, fece la sua ultima apparizione sul grande schermo in “The Forger (2012)” di Lawrence Roeck. Il 14 novembre 2009 le era stato conferito il premio Oscar alla carriera dalla Academy of Motion Picture Arts and Sciences “in riconoscimento del suo ruolo centrale nell’età dell’oro dei film”: era dal 1994 che una donna non vinceva l’Oscar alla carriera: l’ultima era stata Deborah Kerr.

Lauren Bacall vince l’oscar alla carriera (2009)

Morì il 12 agosto 2014, all’età di 89 anni; il “Manifesto” la ricordò come “Lauren Bacall, femme fatale molto indipendente”.

Le giovani generazioni, che forse ignorano del tutto questa attrice dalla voce roca e sensuale, dallo sguardo magnetico e dal grande fascino, ricercando in rete scene dei suoi film (anche in lingua originale) potranno avere un’idea della bravura e della bellezza di Lauren Bacall, forse meno nota al giorno d’oggi rispetto ad altre star hollywoodiane, ma sicuramente meritevole di essere ricordata e apprezzata.

Di Mario Pintacuda

Nato a Genova il 2 marzo 1954. Ha frequentato il Liceo classico "Andrea D'Oria" e si è laureato in Lettere classiche con 110/110 e lode all'Università di Genova. Ha insegnato nei Licei dal 1979 al 2019. Ha pubblicato numerosi testi scolastici, adottati in tutto il territorio nazionale; svolge attività critica e saggistica. E' sposato con Silvana Ponte e ha un figlio, Andrea, nato a Palermo nel 2005.

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